QUELLA SINTONIA TRA M5S E PARROCI DEL SUD
M5S STRIZZA L’OCCHIO ALLA CHIESA DI FRANCESCO
Nella campagna elettorale che ha preceduto le regionali di domenica molti parroci e missionari, in particolare al Sud, hanno fatto professione di fede politica per il M5S.
Nulla di eclatante, nessuna indicazione di voto esplicita, ma molti richiami all’etica pubblica, al voto consapevole, alla rottura dei legami di clientela che in alcune zone del paese costituiscono le sacche di consenso più rilevanti e decisive nell’elezione dei sindaci nei piccoli comuni.
Appelli che hanno sortito qualche effetto: se infatti il Movimento non è riuscito ad arrivare al ballottaggio in nessuno dei comuni capoluogo, in quelli di dimensioni più ridotte ha piazzato qualche candidato al secondo turno in alcune realtà difficili, come in Sicilia e a Quarto, in Campania, comune che arrivava al voto dopo uno scioglimento per infiltrazione mafiosa.
Il rapporto speciale tra il M5S e la Chiesa di Francesco è sempre più forte.
Una connessione che, prima dell’elezione al soglio pontificio di Bergoglio, era germogliata con i sacerdoti delle parrocchie in opposizione alle alte gerarchie vaticane.
Un argomento molto sentito, tanto che sul portale del Movimento, dove si discutono i progetti di legge, una delle proposte più discusse e votate è quella che abolisce il concordato tra Stato e Chiesa.
Poi, con l’elezione del Papa argentino, le cose sono cambiate e anche i rapporti col Vaticano hanno preso quota.
Spesso Grillo, parlando del M5S, fa riferimento a una sorta di francescanesimo politico.
E il messaggio del santo di Assisi è presente anche negli sporadici e stringati discorsi pubblici di Casaleggio.
Nell’aprile di quest’anno una delegazione del M5S, guidata da Roberta Lombardi, si è recata in Vaticano per chiedere un Giubileo dell’onestà , ottenendo parole di apertura da parte di Rino Fisichella, il vescovo che ha ricevuto dal Papa l’incarico di organizzare l’anno giubilare.
Un miglioramento progressivo delle relazioni, tanto veloce che il 21 maggio, durante la conferenza stampa conclusiva dell’assemblea dei vescovi, il presidente della Cei Bagnasco si è espresso pubblicamente in favore dell’adozione del reddito minimo, forse la più riconoscibile tra le proposte del M5S.
«Così come il M5S è contrario all’assistenzialismo — esultava la senatrice Nunzia Catalfo — lo è anche il cardinale Bagnasco. Quando abbiamo scritto il nostro disegno di legge, abbiamo ritenuto necessario condizionare il sostegno delle persone in difficoltà , al reinserimento delle medesime non solo nella società , ma soprattutto nel mondo del lavoro».
Francesco Maesano
(da “La Stampa”)
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