QUELLE STATUE ANDAVANO COPERTE E RENZI FAREBBE BENE A RIVENDICARLO
QUANTI DIFENSORI DELLA PATRIA QUANDO SI DISCUTE DEL NULLA… MA QUALCUNO CONOSCE COME FUNZIONA IL CERIMONIALE TRA GLI STATI?
Quando l’Italia diventa Italietta. Eppoi ci chiediamo perchè tanti giornalisti, dall’estero, hanno telefonato per sapere. Coprire delle statue nude, nei Musei capitolini, per non urtare la sensibilità del presidente iraniano Rohani in visita in Italia è stata una scelta, forse, troppo zelante ma comunque di gentile opportunità verso l’ospite.
Ma da noi c’è da “affamare la bestia” e quindi sono partiti i più titolati opinionisti a suonare la viola sulla presunta laicità o libertà , repressa, dello Stato per quattro soldi di contratti.
Non sono mancati gli esterofili che hanno portato l’esempio di quando il presidente iraniano è andato in Francia e Hollande si è rifiutato di fare una cena senza vino. Evviva i francesi che ce l’hanno duro.
Dimenticando che qualche anno addietro, nel 1999, con Chirac un altro Presidente iraniano ha fatto saltare la visita per questioni sempre di divieti alimentari: allora c’erano in ballo i liquori.
Suvvia, stiamo con i piedi a terra e stiamo meno agitati. Trattasi di visite ufficiali, non solo di piacere, ad alti livelli. Si ospita una nazione, l’Iran, al di fuori dal giro mondiale da tempo.
Gli addetti al cerimoniale, al protocollo, delle singole nazioni, Italia e Iran, si sono attenute alla cautela. Non è bello assistere ai rimpalli di queste ore: colpa della sovrintendenza, colpa della presidenza del consiglio, Renzi e Franceschini non sapevano.
Vero, di fronte a questa presunta richiesta iraniana di copertura delle statue il cerimoniale italiano (di cui qualcuno vorrebbe licenziare il responsabile) doveva dare una voce a Renzi, ma se non l’ha fatto e si è arrangiato non c’è nulla di male.
I cerimoniali ci sono apposta per rendere più accogliente la visita dell’ospite ed evitare gaffe.
Così si deve guardare quello che è avvenuto senza richiami veramente insensati alla presunta violazione della laicità dello Stato, dello spirito libero.
Quanti difensori della Patria!
A me quello che è accaduto non ha fatto nè caldo e nè freddo. E, giuro, non mi sento offeso di alcunchè.
Anzi sono convinto che questa attenzione italiana mostra una sensibilità particolare che è già stata ampiamente riconosciuta dall’Iran. Non capisco perchè non si doveva fare. Un Paese veramente laico va oltre, vola altro. Invece ci comportiamo come gli ultimi scolaretti del bon ton.
Renzi doveva rivendicare questa scelta e non disconoscerla.
I diritti civili in Iran non c’entrano nulla, se veramente si voleva perseguire questa linea integralista fino in fondo, non ci si sedeva a siglare 17 miliardi di euro di contratti.
Così in Iran con in Arabia Saudita, Cina, Russia e tanti paesi ancora. Però poi non vogliamo sentire qualcuno che ci ricorda la crescita, l’economia che non va, i salari e altre liturgie nella stessa cadrega.
Siamo tutti a conoscenza che ogni Stato ha regole, comportamenti scritti che sono da considerare.
Basta chiedere ai nostri imprenditori quando concludono affari con i cinesi piuttosto che con gli arabi. Io ho organizzato, in un’altra vita, ormai, visite commerciali di ambasciatori in Italia ed era naturale che gli incontri, i percorsi andavano tarati, chiariti, sciolti, limati fino all’ultimo minuto.
Lo stesso, mi è successo recentemente, in occasione di un evento internazionale che ho organizzato sugli investimenti in Iran e in Africa. Ci sono stati dei rilievi al disegno riprodotto sui materiali dell’evento: c’erano donne con il velo che i rappresentanti di una azienda di un paese dell’area del Golfo mi invitavano a togliere perchè ritenuto non rappresentativo della realtà di quel mondo là .
Io pensavo di fare quasi un piacere invece mi sono ritrovato indietro con l’orologio della modernità .
Comunque in 24 ore abbiamo appianato il problema, lasciando il disegno originario. Questo per dire che è fuori luogo fare i professorini del progresso, gli alfieri del patriottismo, in difesa dei diritti (chissà quali poi) quando poi si tratta di piccoli equivoci senza importanza.
E, diciamolo, potevamo risparmiacela questa ennesima polemica sul nulla che ha oscurato un evidente e straordinario avviato processo di integrazione di un Paese, l’Iran, nel circuito del commercio globale.
Maurizio Guandalini
(da “Huffingtonpost”)
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