REDDITO DI CITTADINANZA, NAVIGATOR SENZA CONCORSI
CONTRATTO PRECARIO PER DUE ANNI PER TROVARE LAVORO STABILE AD ALTRI?… LE REGIONI: “SCEGLIETE CHI E’ GIA’ IN LISTA DI ATTESA E HA VINTO CONCORSI, INVECE CHE ILLUDERE ALTRI GIOVANI”
I Navigator che dovranno controllare i percettori del reddito di cittadinanza sono ancora in alto mare.
Il “decretone” (il provvedimento che contiene le norme su Quote 100 e sul Reddito di cittadinanza) per l’assunzione dei navigator prevede il parere della Conferenza delle Regioni.
Ma le Regioni — che con il ministro hanno avuto già molte riunioni ad hoc — sono in rivolta e fanno sapere: l’accordo non ci sarà , certamente non alle condizioni che vorrebbe imporre il vicepremier Di Maio.
L’idea di Di Maio è di fare assumere questo personale dall’Anpal servizi, l’agenzia nazionale per le politiche attive, attraverso semplici colloqui, con contratti di co.co.co di due anni.
E poi distribuirli nei 550 centri per l’impiego regionali. Uno schema che le Regioni rigettano.
Che fine fanno — chiedono — quelli che hanno già fatto concorsi e sono attualmente in lista di attesa? Cosa succederà al termine dei due anni?
Il decreto dignità ,voluto dallo stesso Di Maio, prevede che dopo due anni di contratto a termine, per mantenere lo stesso dipendente devi assumerlo a tempo indeterminato. Come possono tutelarsi le Regioni da prevedibili contenziosi in materia?
Infine c’è un altro punto critico, sottolineato oggi dal Messaggero: tra i compiti che i navigator sicuramente avranno ci sarà quello di far combaciare domande e offerte di lavoro, nella propria provincia/regione ma non solo (la terza proposta di lavoro può essere anche su tutto il territorio nazionale).
Il “mismatch”-ovvero il disallineamento tra chi cerca determinate qualifiche lavorative sul mercato e le offerte effettive disponibili — infatti è altissimo.
Secondo una recente indagine tra le piccole e medie imprese, è pari al 29%.
Quindi ai navigator servirebbero dei sistemi informatici che facciano dialogare e siano in grado di incrociare tutte le banche dati dei 550 centri per l’impiego sparsi sul territorio. Ma anche questo punto nevralgico, per ora è completamente in alto mare.
(da “NextQuotidiano”)
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