RENZI DOVRA’ TORNARE DAVANTI AI GIUDICI CONTABILI PER UN DANNO ERARIALE FINO A 800.000 EURO
LA CORTE DEI CONTI RIMANDA RENZI A SETTEMBRE: PER I SUPER STIPENDI A QUATTRO DIRIGENTI QUANDO ERA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
Una vittoria contro chi sperava di farlo cadere subito, un pareggio con la magistratura contabile.
Se nei giorni scorsi aveva esultato per l’approvazione della nuova legge elettorale alla Camera (“Politica-Disfattismo 1-0”), per il match con la Corte dei conti Matteo Renzi dovrà attendere lo spareggio.
L’appuntamento è fissato per l’autunno, quando a Firenze avrà luogo la prossima udienza del processo relativo alla nomina di quattro direttori generali, effettuata dal premier ai tempi in cui era presidente della Provincia.
Nel settembre 2006, dopo le dimissioni del direttore generale dell’ente, una delibera della giunta Renzi attribuì le competenze a quattro direttori centrali, disponendo l’esercizio collegiale delle funzioni.
Una prassi del tutto nuova, tanto un paio di mesi dopo fu necessario (con un’altra delibera) modificare il Regolamento interno.
In questo modo per due anni e mezzo Palazzo Medici Riccardi spese molto di più di quanto sarebbe stato necessario. I nuovi nominati, infatti – ha eccepito la Procura contabile – “erano dirigenti di ruolo con contratto a tempo indeterminato, in seguito collocati in aspettativa, per essere riassunti dallo stesso Ente con un contratto di diritto privato” ben più costoso per l’amministrazione.
Tanto più che le retribuzioni dei nuovi dirigenti, stabilite con un provvedimento di giunta a fine 2006, un anno dopo erano state modificate con effetto retroattivo con una nuova delibera.
Insomma, si era provveduto “a mettere fuori dotazione organica dei dirigenti che in realtà erano già in servizio per poi pagarli” di più “per svolgere la stesse funzioni di prima”.
Un danno, secondo l’accusa, oscillante a seconda delle variabili considerate fra 288 mila e 816 mila euro.
E così, per quelle delibere, Renzi e tutta la giunta erano finiti sotto indagine.
Certo della propria innocenza, dopo aver ricevuto un invito a presentare le sue deduzioni difensive lo scorso anno il premier aveva anche chiesto di essere ascoltato personalmente per poter chiarire la sua posizione.
E il 22 febbraio 2013, quando è stato sentito dai pubblici ministeri, l’allora sindaco di Firenze deve essere stato abbastanza convincente, visto che poi era stata la stessa Procura a chiedere l’archiviazione.
Per lui e per tutti i soggetti titolari di funzione politica, “non sussistendo l’elemento soggettivo per essi della colpa grave”.
Come dire: considerata la tecnicità della materia e dato che la proposta di nomina era arrivata dagli uffici competenti, Renzi e i suoi assessori non erano tenuti a sapere che stavano commettendo un’irregolarità .
Storia finita? Nemmeno per sogno.
Perchè quattro dei cinque imputati (i quattro dg nominati più il segretario generale della Provincia) non hanno accettato la decisione e tutti, nelle loro difese, hanno ribadito “il carattere strettamente politico della decisione, considerato che le delibere erano state approvate dalla Giunta”, chiedendo l’integrazione del contraddittorio. Ovvero il ritorno nel processo anche degli archiviati.
E così, “al fine di dare la opportunità della partecipazione al giudizio e di accertare eventuali responsabilità ” di danno erariale, come recita l’ordinanza della Corte dei conti depositata nei giorni scorsi, Matteo Renzi dovrà tornare davanti ai giudici.
Con lui ci saranno l’allora assessore al Personale Tiziano Lepri e un dirigente del Servizi Finanziario.
L’appuntamento è fissato per il prossimo 24 settembre.
Paolo Fantauzzi
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