RENZI IL BULLO: “LA GERMANIA NON CI FA PAURA”. MA I TEDESCHI LO PRENDONO PER IL CULO: “MENO PAROLE E PIU’ FATTI”
“ORA CI DICE LUI COSA DOBBIAMO FARE”… NAPOLITANO CORRE IN SOCCORSO DI “BOCCAPERTA”
«Il premier italiano Matteo Renzi dice che la fotografia dell’Europa è il volto della noia e ci dice che cosa dobbiamo fare…».
Lo ha detto il presidente della Bundesbank a Berlino, Jens Weidmann, intervenendo alla giornata del consiglio economico della Cdu.
Nel suo discorso, Weidmann ha sottolineato che «fare più debiti non è il presupposto della crescita».
Il “falco” della Bundesbank non ha resistito, e ha citato il selfie di Matteo Renzi, per lanciare il suo monito davanti a una platea di conservatori della Cdu, contro la flessibilità sul patto di bilancio e sulle riforme che «vanno fatte e non solo annunciate».
«Fare più debito non porta crescita», ha scandito il presidente della Bundesbank. Weidmann ha segnalato inoltre che i tassi sui titoli di stato di Italia e Spagna «non sono mai stati così bassi».
Una situazione che non aiuta a irrobustire la volontà riformatrice dei paesi sovraindebitati: «C’è il timore che i tassi bassi non siano usati per consolidare i bilanci, quanto piuttosto per finanziare altre spese».
Al suo fianco, il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, che ha ribadito la necessità di riforme, crescita e investimenti: «Ci si deve attenere a quello che è stato concordato – ha detto, spiegando di «rifiutare il dibattito sulla flessibilità » così come viene proposto.
«Bisogna certamente promuovere la crescita, e fare investimenti».
Citando due volte i colloqui con Pier Carlo Padoan, ha ribadito che vi è accordo sul tema della implementazione: «abbiamo parlato di come migliorarla in alcuni Paesi». Non è possibile, ha insistito, che i 6 miliardi destinati alla occupazione non siano utilizzati perchè non vi è la possibilità di farlo.
Poi il ministro ha allargato l’orizzonte del suo discorso: «Saremo pragmatici – ha spiegato – Per cambiare i trattati in Europa servono due anni», non si può ogni volta passare attraverso il sentiero stretto delle regole.
E a chi scrive che il governo Merkel vuole un’Europa tedesca, ha risposto: «Non vogliamo un’Europa tedesca, ma un’Europa forte».
L’asse del Nord esige segnali concreti prima di aprire all’uso pieno della flessibilità dei trattati previsto dall’Agenda strategica approvata dal Consiglio europeo la scorsa settimana.
E desta preoccupazione lo studio di Mediobanca, che prevede una manovra pesante, da almeno 10 miliardi dopo l’estate.
Leave a Reply