ROMA TOMBA DEI DIRITTI: IDRANTI E MANGANELLATE DI STATO CONTRO ERITREI E SOMALI CON STATUS CERTIFICATO DI RIFUGIATI POLITICI
IN PIAZZA INDIPENDENZA VA IN SCENA LA VERGOGNA, CHIESTE LE DIMISSIONI DI MINNITI… LA DENUNCIA DELL’UNICEF E DI MEDICI SENZA FRONTIERE
Secondo la questura, sono stati sgomberati i giardini della piazza, occupati da circa 100 cittadini stranieri sgomberati sabato scorso da un palazzo in via Curtatone. L’intervento, secondo la velina di regime, “si è reso urgente e necessario” dopo il rifiuto di ieri della sistemazione “alloggiativa offerta dal comune di Roma”.
Balle! Visto che tutti i media hanno riportato che la soluzione proposta era di un alloggio solo per 107 persone su 400.
Gli immigrati si sono dispersi nelle strade limitrofe alla stazione Termini. Piazza Indipendenza è stata chiusa e presidiata dalle forze dell’ordine.
Un gruppo di manifestanti si sono spostati verso la stazione Termini e piazza dei Cinquecento. Siu sono registrati ancora momenti di tensione con le forze dell’ordine che hanno cercato di disperdere i manifestanti. La polizia ha poi bloccato l’incrocio di via Cavour.
Durante l’intervento delle forze dell’ordine in piazza Indipendenza alcuni migranti soprattutto donne, sono rimaste comunque ferme con le braccia alzate nonostante fossero investite dal getto dell’acqua degli idranti. Una di loro è caduta a terra, colpita dall’acqua. La donna che si è poi ripresa è stata soccorsa e assistita dagli operatori di Medici senza Frontiere.
“Siamo stati svegliati con l’acqua degli idranti. Hanno preso alcune di noi per i capelli colpendole anche con i manganelli. È assurdo: siamo rifugiati politici, abbiamo i documenti in regola”, racconta una delle donne sgomberate.
“Ci hanno preso per i capelli – racconta un’altra – quella donna con il braccio fasciato è stata colpita con un manganello e ora sta andando in ospedale. Anche io ho i segni sul fianco. Non è giusto. Abbiamo dormito per strada per 5 notti. Vogliamo solo una casa”.
Unicef: “Situazione molto triste”.
“Questa mattina all’alba in piazza Indipendenza è avvenuto lo sgombero dei rifugiati che vivevano nel palazzo occupato di via Curtatone, sotto gli occhi terrorizzati dei bambini che erano stati lasciati al primo piano insieme alle loro famiglie dopo lo sgombero di sabato scorso” dichiara Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia che aggiunge:
“Questi bambini, dopo aver assistito a scene di guerriglia urbana, sono stati caricati sui pullman delle forze dell’ordine e portati in questura, alcuni testimoni ci hanno raccontato che continuavano a gridare e battere le mani sui vetri durante tutto il tragitto, in preda al terrore. Sconvolti. È una situazione molto triste: parliamo di 800 persone con status di rifugiato, sopravvissute a guerre, persecuzioni o torture che in alcuni casi hanno anche ottenuto la cittadinanza italiana, buttate in strada in condizioni disumane senza una reale alternativa sostenibile (non il meno peggio) da parte del Comune di Roma, che abbiamo invano atteso in piazza”.
Medici senza frontiere.
Medici senza frontiere, su Twitter, ha detto di di aver curcato almeno sei persone ferite durante lo sgombero. In più secondo Msf sarebber ostati “usati idranti e manganelli”.
“Risposta inadeguata”.
Per il vescovo delegato Migrantes della Conferenza episcopale del Lazio, monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma “è arrivato il momento di stabilire politiche di convivenza pacifiche per una integrazione reale. Gli sgomberi, come quello di oggi, non sono certamente una risposta adeguata”. A riportare le sue parole è l’agenzia Sir (Servizio informazione religiosa).
Lojudice ha poi aggiunto: “Sono seriamente preoccupato per quanto avvenuto perchè non porta a nulla senza risposte concrete e capillari in tutta la città “.
Per il vescovo ausiliare “c’è bisogno di una risposta progettuale e strutturale” e per questo “siamo disponibili a partecipare a incontri di programmazione con le istituzioni e con chi ha a cuore questi problemi per trovare vere e proprie soluzioni per garantire un futuro diverso a questi uomini, donne e bambini che hanno solo la colpa di essere fuggiti da realtà di guerra e povertà nella speranza di un futuro diverso”.
La polemica politica.
E in queste ore non manca la polemica politica. Su twitter Gianluca Peciola, ex capogruppo Sel in Campidoglio scrive: “#Roma non può essere tomba diritti. Dimissioni di #Minniti e di Sindaca #Raggi. Basta con questa vergogna su pelle #rifugiati. #restiamoumani”. E non è l’unico a intervenire. Su Facebook la vice presidente del Partito democratico,
Barbara Pollastrini, scrive: “Donne in ginocchio con le braccia alzate e bambini che piangono è l’immagine di una sconfitta. Nella Capitale, nel 2017, sembra impossibile tutto questo. È difficile trovare l’equilibrio tra diritti: quello alla legalità e quello dei singoli. Ma per questo nella gerarchia la dignità di ogni persona, tanto più se donna e bambino, dovrebbe venire prima. Era doveroso un altro metodo”.
(da “La Repubblica”)
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