RUSSIAGATE LEGA, GLI INQUIRENTI: “E’ STATO MERANDA A REGISTRARE LA CONVERSAZIONE AL METROPOL”
L’AUDIO DIVENTA FONTE DI PROVA NEL PROCESSO MENTRE EMERGONO NUOVI ELEMENTI NELL’INCHIESTA
È fondata l’ipotesi che a registrare l’ormai noto dialogo nella hall dell’hotel Metropol di Mosca, del 18 ottobre di due anni fa, sia stato uno dei presenti, verosimilmente Gianluca Meranda, l’avvocato indagato, assieme al leghista presidente dell’associazione LombardiaRussia Gianluca Savoini e all’ex bancario Francesco Vannucci, per corruzione internazionale.
Ne è convinta la Procura di Milano che indaga sul caso dei presunti fondi russi alla Lega e che ha acquisito in questi mesi di accertamenti anche nuovi elementi sul fronte dell’origine di quell’audio, che venne pubblicato dal sito americano BuzzFeed lo scorso luglio.
Per gli inquirenti, infatti, è importante poter dimostrare che la registrazione venne effettuata da uno dei partecipanti all’incontro (c’erano anche tre russi) perchè, se così fosse, il file, stando a quanto chiarito ieri dalla Cassazione, sarebbe fonte di prova documentale utilizzabile in un eventuale processo. Altrimenti si tratterebbe di un’intercettazione abusiva inutilizzabile, se non come notizia di reato per indagare sulla trattativa che non andò a buon fine.
Il faccia a faccia nell’albergo moscovita, stando proprio alle trascrizioni dell’audio, sarebbe servito per discutere di una compravendita di petrolio che avrebbe dovuto garantire, attraverso un sconto di almeno il 6% su un affare da 1,5 miliardi di dollari, 65 milioni al Carroccio per la campagna elettorale per le Europee dello scorso anno, ma anche mazzette ad almeno un funzionario di Mosca.
Da qui la contestazione di corruzione internazionale nell’inchiesta del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dei pm Donata Costa, Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, nell’ambito della quale, tra i molti testimoni sentiti finora, è stata ascoltata anche una giornalista russa che ha conosciuto, quando è stato a Mosca più volte, lo stesso Savoini, che fu anche portavoce di Matteo Salvini.
Confermando i sequestri di telefoni e altri dispositivi a carico del presidente di LombardiaRussia, la Cassazione nelle motivazioni depositate ieri ha chiarito, però, che l’audio del Metropol, risultando al momento dagli atti di origine incerta (venne consegnato ai pm dai giornalisti de ‘l’Espresso’ che si avvalsero del segreto professionale sulla fonte), non può essere utilizzato in un processo, ma è una “notizia di reato” e, come tale, da quella gli inquirenti sono potuti partire nella ricerca delle prove.
Ad ogni modo, si è saputo che i pm e gli investigatori della Gdf hanno trovato ulteriori elementi – oltre alla buona qualità della registrazione che dimostrerebbe che è stata realizzata da uno degli interlocutori – per sostenere l’ipotesi che a captare il colloquio fu uno dei protagonisti del meeting, probabilmente Meranda.
Tra l’altro, proprio sul fronte della pianificazione dell’affare e delle trattative già intavolate nei mesi precedenti rispetto al Metropol, gli investigatori hanno potuto analizzare una quindicina di telefonate di Meranda, da lui stesso registrate attraverso un’applicazione, oltre che messaggi ‘vocali’ e audio di altri colloqui.
(da “Huffingtonpost”)
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