“SALVAMI GALAN”: LA RICHIESTA DI BERLUSCONI A RENZI
DOPO VIA LIBERA ALLE RIFORME, DOMANI IL CONTATTO
È previsto per la tarda mattinata di domani (giovedì 3 luglio) il “contatto” tra Berlusconi e Renzi che vale una stretta di mano sulle riforme. Definitiva.
Prima cioè che l’ex premier affronti i suoi perplessi gruppi parlamentari di Camera e Senato, riuniti per le quindici.
Sarà quello il luogo del grande annuncio di Berlusconi in versione “padre della patria”: via libera al nuovo Senato in nome della “responsabilità ”.
Tanto che, per evitare che l’assemblea possa trasformarsi in uno sfogatoio, l’orientamento è quello di non discutere le “comunicazioni del presidente”.
È telefonico il contatto tra Berlusconi e Renzi, preparato in questi giorni dagli ambasciatori.
In un clima di omaggi a Renzi da parte di tutto il mondo berlusconiano, da Piersilvio a Toti, tra i primi a stringere la mano al premier, appenato finito il discorso a Strasburgo.
Domani il contatto tra i Capi. Anche se è stata presa in considerazione anche l’ipotesi di un incontro per cui però non ci sarebbero le condizioni visto il carattere “tecnico” più che “politico” degli ultimi dettagli.
Almeno così la vede Renzi, mentre Berlusconi avrebbe preferito il faccia a faccia.
E non solo perchè ha un valore simbolico più alto. Ma anche perchè, dopo aver affrontato l’argomento Senato, la sua richiesta a Renzi riguarda altro.
Ovvero il “salvataggio” di Galan, sul cui arresto la prossima settimana si pronuncerà la Camera.
Per favorire il “salvataggio” Berlusconi chiede (al premier) due cose: il voto segreto e l’indicazione (per i deputati del Pd) della libertà di coscienza.
Sulla pratica da giorni è lavoro Niccolò Ghedini che, oltre ad essere avvocato del Cavaliere, assiste anche — nel procedimento su cui si discute l’arresto — lo stesso Galan.
Ghedini sostiene che, in punta di diritto, la richiesta di arresto si presta a un giudizio in chiaroscuro da parte della Giunta.
Nella richiesta, in particolare, sarebbero parecchi gli omissis, e le parti insufficienti a motivare l’arresto.
E poi c’è Galan, il quale ha chiesto, da settimane, di essere ascoltato dai magistrati per “chiarire” la posizione: “Perchè — è l’argomento dei difensori di Galan — il Parlamento deve sostituirsi ai giudici mandandolo in galera?”
Un confronto su punti deboli della richiesta di arresto, riferiscono fonti autorevoli, c’è stato tra Ghedini e il relatore in Giunta, Mariano Rabino (di Scelta civica).
Il quale, non a caso, si sta muovendo senza fretta alcuna e con tutta la prudenza del caso.
L’aggiornamento alla prossima settimana deciso in Giunta oggi dà il tempo utile per passare al livello politico.
Ghedini ha già effettuato un sondaggio con qualche renziano che ha consuetudini con palazzo Chigi. Non avrebbe trovato una preconcetta ostilità . Ora tocca a Berlusconi.
Il quale chiederà a Renzi di sostenere il “voto segreto”, come è accaduto nella scorsa legislatura consentendo il salvataggio di Milanese.
È possibile, trattandosi di un voto sulle persone. E chiederà di non dare una direttiva di partito, lasciando il caso alla coscienza dei parlamentari.
In fondo, è il retropensiero berlusconiano, queste inchieste rischiano di essere un baratro per tutti (vedi Orsoni che è del Pd).
Ed è meglio fare del Parlamento uno scudo buono per tutti, piuttosto che una ghigliottina in attesa della prossima vittima.
Si capisce perchè su una questione così delicata Berlusconi avrebbe preferito un colloquio guardandosi negli occhi. E invece sarà telefonico.
A margine della chiusura della trattativa sulle riforme. Verdini più volte negli ultimi giorni ha sentito il ministro Boschi, per sciogliere gli ultimi nodi.
Che riguardano la “proporzionalità ” tra numero di senatori e ampiezza della regione e l’allargamento della platea che elegge il capo dello Stato, inserendo altri consiglieri regionali oltre ai senatori di diritto.
Ipotesi su cui Forza Italia ha posto un veto insuperabile.
Ma, al quartier generale berlusconiano, in molti confidano che “domani si chiude”: “FI – dice Romani – attende le ultime risposte dal governo e poi il percorso delle riforme è segnato”.
Tra le risposte attese c’è anche quella sui tempi della legge elettorale che Forza Italia vorrebbe prima dell’estate ma che appare difficile visto “l’imbuto” nei lavori d’Aula al Senato.
Non c’è il “salvataggio” di Galan. Richiesta “slegata” dalle riforme.
Anche se, qualora venisse accolta, renderebbe migliori i rapporti.
(da “Huffingtonpost“)
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