SALVINI È FINITO IN UN ANGOLO: NEL SUO GRUPPO IN UE, IDENTITÀ E DEMOCRAZIA, SONO RADUNATI TUTTI GLI EURO-APPESTATI, DA MARINE LE PEN AI PARA-NAZISTI TEDESCHI DI AFD
CON QUESTA COMPAGINE, È IMPOSSIBILE TRATTARE CON IL PPE, COME INVECE STA FACENDO GIORGIA MELONI CON I SUOI CONSERVATORI E RIFORMISTI
Quel rebus che si chiama Europa. Il centrodestra vince in Italia e vince molto anche in Europa . In attesa di vedere cosa succederà […] alle elezioni anticipate in Spagna, per la Lega resta però il paradosso della collocazione internazionale.
Quell’eurogruppo che si chiama Identità e democrazia (Id) e che fino a qui non è mai riuscito a entrare in partita e brucia ancora il ricordo del «cordone sanitario» stretto intorno al partito nel 2019.
Per molti, la colpa della scarsa agibilità nasce dall’avere come compagni di strada Marine Le Pen e soprattutto Alternative für Deutschland, la destra estrema tedesca, incompatibile con ogni possibile dialogo con il Ppe.
Certo, i salviniani si ripetono che «i popolari non sono più la forza che erano» ma la difficoltà resta. Molti leghisti per qualche tempo si sono cullati nell’idea di una formazione senza l’Afd. Ma del possibile nuovo gruppo, al Consiglio federale leghista di lunedì, nessuno ha più parlato.
Ieri, il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, ad Agorà l’ha detta così: la Lega ha dato a Salvini il mandato «per verificare se ci siano le condizioni affinché il partito sia il più possibile dentro le decisioni che prende l’Europa». Ma attenzione, secondo il capo dei senatori questo non significa affatto cambiare gruppo: «È importante che la Lega mantenga l’identità e non vada ad annacquarsi con altre formazioni […]».
Parla Romeo, ed è esattamente la stessa posizione espressa da Salvini Ma il rischio di trovarsi fuori dai giochi — e con una Giorgia Meloni attivissima sullo scenario internazionale — è chiaro a tutti: «Se l’accordo con i popolari lo fa il gruppo della premier (Ecr), noi abbiamo chiuso».
E nessuno ha preso per una distrazione la battuta di Antonio Tajani dell’altro giorno. Il ministro degli Esteri di Forza Italia ha detto di vedere «bene un’alleanza tra popolari, conservatori e liberali dopo le Europee». E chissà che cosa sul tema si sono detti Salvini e Silvio Berlusconi, orgoglioso della sua appartenenza al Ppe, nell’incontro di Arcore. […]
Le Europee sono a sistema proporzionale e dunque assai competitive. E lo strapotere di Meloni spaventa. Per massimizzare il risultato elettorale, Salvini ha parlato delle «super liste». In pratica, alle Europee saranno candidate molte delle figure più in vista del partito.
Il segretario leghista ha fatto l’esempio esplicito dei ministri ma la chiamata potrebbe arrivare per tutti. Il che, per gli interessati, non è mai un piacere: il rischio di risultati non all’altezza preoccupa anche i meglio piazzati. E intanto la discussione si accende per una novità che il segretario è decisissimo a introdurre: esplicitare nello statuto che chi non paga il contributo al partito perde la tessera e dunque ogni possibilità di essere candidato.
(da agenzie)
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