SALVINI HA SCOPERTO CHE IN ARABIA SAUDITA LE DONNE NON POSSONO ACCEDERE ALLO STADIO A SETTORI RISERVATI AGLI UOMINI, MA QUANDO SCOPRIRA’ CHE I SUOI AMICI LOBBISTI VENDONO ARMI A UN PAESE CHE FINANZIA I TERRORISTI?
LA LEGA CALCIO RICORDA AI VIGLIACCONI LA VERITA’: “NOSTRE SCELTE IN LINEA CON LA POLITICA ESTERA DELL’ITALIA”… APPUNTO, SIAMO I COMPAGNI DI MERENDE PERSINO DEGLI ASSASSINI DI ITALIANI COME AL SISI E POI FACCIAMO GLI IPOCRITI
La supercoppa delle polemiche ha un nuovo fronte: un settore dello stadio “King Abdullah Sports City Stadium” di Gedda in Arabia Saudita sede della finale fra Juventus e Milan sarà riservato solo agli uomini e scoppia la polemica.
Sui social si rinfocola la voce di chi scopre che un appuntamento importante dello sport italiano si giochi in un Paese che schiaccia i diritti delle donne (nonostante un’apertura riformatrice voluta dal nuovo sovrano Mohammed Bin Salman) e che recentemente è stato implicato nell’atroce omicidio del giornalista Jamal Khashoggi . Il campione dell’ipocrisia è Matteo Salvini: “Che la Supercoppa italiana si giochi in un paese islamico dove le donne non possono andare allo stadio se non sono accompagnate da un uomo è una tristezza, una schifezza, io la partita non la guardo”.
Mantre l’ex ministro dello Sport Luca Lotti rilancia: “Più di due mesi fa avevo lanciato l’allarme sulla finale di Supercoppa italiana in Arabia Saudita. Oggi non posso che unirmi a quanti, in queste ore, stanno esprimendo la loro preoccupazione. Chi ama il calcio rifiuta tutte le barriere culturali”.
Una scelta delle autorità locali che, pur ammettendo per la prima volta le donne ad assistere ad una competizione ufficiale dopo l’esordio assoluto nell’amichevole fra Brasile e Argentina del 16 ottobre scorso, hanno deciso di applicare la regola che vale per gli eventi sportivi nel Paese arabo.
Ovvero le donne possono andare solo nei settori famiglia, accompagnate da fratelli padri e figure maschili della famiglia mentre il resto dello stadio resta appannaggio dei tifosi di sesso maschile.
Laura Boldrini ha affidato a Twitter il suo dissenso. “Le donne alla Supercoppa Italiana vanno allo stadio solo se accompagnate dagli uomini – ha scritto l’ex presidente della Camera – Ma stiamo scherzando? I signori del calcio vendano pure i diritti delle partite ma non si permettano di barattare i diritti delle donne!”.
“Comprare a suon di milioni di euro la realizzazione di uno dei maggiori appuntamenti calcistici italiani – dicono da +Europa – e il silenzio sui diritti civili violati in Arabia Saudita non è ammissibile. Il comportamento di accondiscendenza della Lega calcio e dei due club interessati, Juventus e Milan è da stigmatizzare profondamente. Chiediamo che in zona Cesarini ci sia un sussulto dignità e la richiesta ufficiale che non si ponga alcuna limitazione alla partecipazione delle spettatrici donne”.
Anche Giorgia Meloni insorge e su Facebook scrive: “Supercoppa italiana Juve-Milan in Arabia Saudita. Le donne possono andare solo accompagnate nel settore famiglie, da sole no, perchè l’Islam non lo ammette. Quindi una donna italiana che volesse comprarsi il biglietto per vedere la partita da sola o con un gruppo di amiche, non può farlo. Ma che schifo è? abbiamo venduto secoli di civiltà europea e di battaglie per i diritti delle donne ai soldi dei sauditi? la Federcalcio blocchi subito questa vergogna assoluta e porti la Supercoppa in una nazione che non discrimina le nostre donne e i nostri valori”.
Alle polemiche replica la Lega Calcio con un lettera ai “tifosi” del presidente Gaetano Miccichè che rilancia la palla alla politica.
“Il caso Khashoggi – si legge nella lettera – avvenuto lo scorso ottobre, dunque mesi dopo la definizione dell’accordo, ha posto la scelta dell’Arabia Saudita sotto i riflettori e doverosamente la Lega Serie A si è interrogata su cosa fosse giusto fare. Il calcio fa parte del sistema culturale ed economico italiano e non può avere logiche, soprattutto nelle relazioni internazionali, diverse da quelle del Paese a cui appartiene”.
“L’Arabia Saudita – scrive Miccichè – è il maggior partner commerciale italiano nell’area mediorientale grazie a decine di importanti aziende italiane che esportano e operano in loco, con nostri connazionali che lavorano in Arabia e nessuno di tali rapporti è stato interrotto. Il sistema calcio non può assurgere ad autorità sui temi di politica internazionale, nè può fare scelte che non rispettino il sistema Paese. Al contrario, è un fondamentale supporto alla promozione del made in Italy e dei suoi valori. Il calcio non fa politica, ma ha un ruolo sociale, in questo caso di veicolo di unione e comunanza tra popoli che non ha uguali in nessun altro settore. In poche ore di prevendita la Supercoppa a Jeddah ha registrato il sold out, un evento di una portata internazionale atteso con grande entusiasmo dai tifosi locali. Con il benestare di Fifa, Uefa e Confederazione asiatica stiamo andando a disputare una gara di calcio ufficiale in un Paese con proprie leggi sedimentate da anni, dove tradizioni locali impongono vincoli che non possono essere cambiati dal giorno alla notte”.
E poi aggiunge: “L’Arabia Saudita da molto tempo non concedeva visti turistici: il calcio ha sorpassato anche questi vincoli, e chi vorrà potrà venire dall’estero a vedere il match grazie a un permesso legato al biglietto della partita. Ogni cambiamento richiede tempo, pazienza e volontà di confronto con mondi distanti. Fino allo scorso anno le donne non potevano assistere ad alcun evento sportivo, da pochi mesi hanno accesso ad ampi settori dello stadio, che hanno iniziato a frequentare con entusiasmo, e noi stiamo lavorando per far sì che nelle prossime edizioni che giocheremo in quel Paese possano accedere in tutti i posti dello stadio. E voglio precisare che le donne potranno entrare da sole alla partita senza nessun accompagnatore uomo, come scritto erroneamente da chi vuole strumentalizzare il tema: la nostra Supercoppa sarà ricordata dalla storia come la prima competizione ufficiale internazionale a cui le donne saudite potranno assistere dal vivo”.
(da agenzie)
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