SANATORIA BADANTI, TUTTI PRIGIONIERI DELLA BUROCRAZIA: CI VORRA’ UN ANNO PER SMALTIRE LE PRATICHE
SE IL DATORE DI LAVORO NEL FRATTEMPO LICENZIA, RISCHIA IL REATO DI FAVOREGGIAMENTO DELLA CLANDESTINITA’…LE BADANTI NON POTRANNO LASCIARE L’ITALIA…..CENTINAIA DI MIGLIAIA DI DOMANDE E POCHI IMPIEGATI A ESAMINARLE
La Prefettura di Genova comincerà a vagliare le pratiche all’inizio di dicembre, a seguito delle prime lettere di convocazione per datori di lavoro, colf e badanti in partenza in questi giorni.
Sono 4.063 le richieste di sanatoria presentate a Genova e provincia e che attendono ovviamente un riscontro.
Centinaia di migliaia lecolf e le badanti in tutta Italia che hanno fatto regolare domanda di essere messe in regola e a cui si sarebbe presunto che la macchina burocratica dello Stato sapesse dare una risposta efficiente.
Non è così: siamo di fronte a una situazione paradossale, considerato che la legge era stata varata proprio per risolvere in tempi brevi il problema di tanti stranieri inseriti a pieno titolo nel tessuto economico e sociale, ma privi di documenti.
Ma chi saranno ad occuparsi delle pratiche e dei fascicoli della sanatoria?
Gli impiegati delle Prefettura di sempre.
Il caso di Genova è solo un esempio: uffici aperti dal lunedi al venerdi, dalle 9 alle 13.
Già hanno stimato che, se va bene, riusciranno ad esaminare non più di 10 pratiche al giorno, 50 alla settimana.
Essendo le domande 4.063, se tutto funzionasse, ci vorranno 81 settimane, ovvero un anno e sette mesi (ferie escluse) per smaltirle.
Sono stati forse assegnati rinforzi alle prefetture? No.
E meno male che la sanatoria è stata un mezzo flop: a Genova ci si aspettava 15.000 richieste di permesso, con questa organizzazione ci sarebbero voluti 6 anni di attesa.
Dal 30 novembre i richiedenti si presenteranno nelle Prefetture per firmare il “contratto di soggiorno”, un modulo che contiene i dati dei protagonisti e la qualifica del rapporto di lavoro.
Poi inizieranno ulteriori verifiche: Inps, Asl, condizioni igieniche dei luoghi di residenza, centro per l’impiego e altro passaggio in Questura.
Nel frattempo cosa accadrà alle parti, ovvero badanti e datore di lavoro?
Tutti prigionieri della nostra burocrazia: gli extracomunitari non potranno lasciare l’Italia e inviare denaro al paese di origine.
Il datore di lavoro , se volesse interrompere il rapporto professionale, rischierebbe una denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, se non dimostra una causa di forza maggiore.
In pratica si è voluta fotografare una situazione senza poi riuscire a darne uno sbocco legale ufficiale in tempi brevi.
Si creano illusioni e poi non abbiamo neanche previsto il carico di lavoro per smaltire le pratiche.
Si marcia a Genova a 10 pratiche al giorno e si chiude l’ufficio alle 13, con i soliti impiegati.
Ottimo segnale della nuova organizzazione della Pubblica Amministrazione: in Italia non cambia mai nulla.
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