LA SANTANCHE’ PER CONQUISTARE IL VIDEO METTE A RISCHIO I NOSTRI MILITARI IN AFGHANISTAN
RABBIA E DISAPPUNTO TRA I MILITARI ITALIANI A KABUL DOPO LA PROVOCAZIONE IN TV SU MAOMETTO….”ORA RISCHIAMO DI FARCI AMMAZZARE DA QUALCHE FANATICO”….. LA POLITICA SPETTACOLO METTE A REPENTAGLIO LA VITA DEI NOSTRI SOLDATI
In politica è giusto che si possano e si debbano esprimere le proprie opinioni, possibilmente mantenendo uan coerenza di fondo e senza recare offesa al prossimo.
Il percorso politico di Daniela Santanchè l’ha portata in tre anni a stare in An, poi a uscirne, quindi a entrare ne “la Destra”, poi a dimettersi, quindi a creare un movimento suo, poi ad entrare nel Pdl.
La logica direbbe che tanto valeva stare nel partito di Fini, visto che poi è confluito nel Pdl, ma alla logica sfugge che ognuno di questi passaggi è stato accompagnato da fragorose dichiarazioni, spazi sui media, polemiche a non finire.
Fino a poco tempo fa Berlusconi era quello che “le donne le voleva solo orizzontali” e ora la Daniela si è inchinata al gran sultano, fino alle elezioni politiche il Pdl era un partito azienda e ora anche lei ostenta il pass.
Siamo tra i pochi ad aver sostenuto in tempi non sospetti che la Daniela era stata “prestata” dal premier a Storace e a fine prestito è infatti rientrata alla “casa madre”.
Soffrendo di protagonismo e godendo di supporti mediatici, uniti a una sua indubbia capacità recitativa e comunicativa, la Daniela coglie ogni occasione per trasformare la sua presenza in Tv per un avvenimento, solo Sgarbi è pagato per ottenere un risultato superiore.
La sua ultima comparsata a “Domenica Cinque”, con dichiarazioni studiate e mirate, nel corso del dibattito sul crocefisso nelle scuole, per farne la Giovanna d’Arco del cristianesimo contro il “Maometto poligamo e pedofilo” sono solo una forma di esibizionismo di pessima qualità .
Non essendo più giovane per mostrare grazie che altre colleghe del Pdl possono ancora ostentare, la Daniela si vuole ritagliare uno spazio di “martire crociata”, unendo delle considerazioni condivisibili a provocazioni di basso livello, miscelando pericolosamente legittimi discorsi di tutela della donna araba a insulti contro l’Islam fuori da ogni binario razionale.
Questo in un contesto politico perlomeno ipocrita e contraddittorio: puttanieri che baciano le pile ai vescovi, razzisti che vanno a genuflettersi in Vaticano, cortigiane che difendono il crocifisso.
Ma la ricerca della visibilità personale non è sempre un fatto individuale, certe volte ha dei riflessi internazionali non indifferenti che dovrebbero indurre a un senso di responsabilità istituzionale.
Nel caso specifico, le parole della Santanchè e le offese gratuite ai musulmani sono state accolte con rabbia e preoccupazione dai nostri militari impegnati nella missione in Afghanistan.
“Dire che Maometto era un pedofilo significa creare le condizioni per un rischio aggiuntivo. Una sola frase può farci ammazzare” ha commentato un nostro caporalmaggiore.
E la rabbia è trasversale, tra ufficiali e truppa, indipendentemente dalle idee politiche.
Dopo le tensioni elettorali e gli attentati contro i militari italiani, il clima si stava rasserenando e questa proprio non ci voleva.
“Un fanatico che voglia vendicarsi dell’offesa a Maometto, qua si incontra facilmente. Ringraziamo la signora anche a nome delle nostre famiglie che già vivono nella preoccupazione” ha dichiarato un giovane che fa parte dell’equipaggio di un “Lince”.
Da un lato i nostri soldati che cercano il dialogo e la comprensione ogni giorno con la popolazione musulmana, dall’altro un’esponente politica del Pdl che esce con dichiarazioni che fanno rischiare la vita ai nostri ragazzi.
Si predica “il massimo rispetto delle culture, degli usi, delle tradizioni locali” e poi si fornisce agli integralisti islamici il pretesto di attaccarci per aver insultato la loro religione.
Salvo poi sgomitare per accapparrasi la prima fila quando rientrano le salme dei nostri ragazzi.
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