SAVONA, ALLARME DELLE AZIENDE: “NON TROVIAMO OPERAI, I GIOVANI RINUNCIANO”
“NEI COLLOQUI DI LAVORO CI CHIEDONO SE ABBIAMO POSTI DA INFLUENCER O DA MANAGER”
Nei sogni delle giovani savonesi c’è un futuro da influencer come Chiara Ferragni, mentre un lavoro da impiegate è guardato con sufficienza e difficilmente “digerito”.
Lo stesso per gli uomini: se si chiede loro quale lavoro vorrebbero intraprendere la risposta è «quello di Fedez», giusto per restare in zona.
Sempre se non si pretende di fare i manager appena usciti dal liceo.
Pochi invece prendono in considerazione la possibilità di guadagnarsi uno stipendio come operai, così le aziende faticano a trovare personale e sono costrette ad andare a cercare candidati direttamente negli istituti scolastici.
Il paradosso emerge nella provincia riconosciuta come area di crisi industriale complessa. Da un lato ci sono fabbriche in difficoltà e un esercito di disoccupati, dall’altro alcune imprese in crescita vorrebbero assumere, ma non trovano personale.
Lo conferma Matteo Ferraiuolo, imprenditore quarantenne a capo dei marchi Quidam e Vitrum & Glass di Cairo, specializzate nella lavorazione vetraria per l’edilizia e l’arredamento.
«Non giudico, ma è un dato di fatto che si incontrino difficoltà a trovare candidati che abbiano come ambizione il lavoro nell’industria. Cercano occupazioni più creative. Però, se le giovani donne pensano che lavorare significhi farsi fotografare con una borsa, non è un traguardo realistico».
Con un fatturato di circa dieci milioni e una cinquantina di dipendenti suddivisi fra i due marchi, il gruppo valbormidese sta aumentando il proprio giro di affari. E ha bisogno di personale che fatica a trovare.
«La criticità — spiega Ferraiuolo – è individuare candidati under 30 con un profilo adatto alle nostre esigenze. Operiamo in un settore tecnico, una realtà che va verso una dimensione industriale per tecnologia di produzione, ma su un mercato che richiede un approccio artigianale, con differenziazione dei prodotti, varietà delle lavorazioni e cura del particolare».
Dal mondo della scuola a quello del lavoro il salto è abissale. E allora è l’azienda ad andare verso la scuola.
Dal 2016 sono iniziati i contatti con il Campus di Savona, l’Università di Genova e alcune scuole superiori come l’Itis. I tecnici valbormidesi hanno svolto alcune docenze, seguito dalle visite degli studenti in azienda.
«Da qualche anno — commenta Ferraiuolo – cerchiamo di favorire gli inserimenti nella nostra realtà . Abbiamo bisogno di tecnici, impiegati amministrativi e commerciali. Tramite agenzie interinali abbiamo organizzato due corsi di formazione. Il primo nell’ottobre scorso: sei persone hanno seguito lezioni su tecnica, relazioni interne ed esterne, sicurezza sul lavoro. Una parte teorica ha riguardato materie prime e la filiera di produzione, e abbiamo organizzato anche incontri con i sindacalisti. La parte pratica si è svolta in produzione, con l’affiancamento passivo e poi con interventi effettivi. Alla conclusione sono stati firmati tre contratti di apprendistato. A marzo abbiamo ripetuto l’iniziativa in un altro reparto e altre tre persone sono state portate in azienda. Terminato l’apprendistato, il nostro obiettivo è sempre di inserire definitivamente in organico i giovani».
(da “il Secolo XIX”)
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