“SE IL REATO E’ MINISTERIALE LO DECIDE IL GIUDICE”
SENTENZA DELLA CASSAZIONE: NESSUN OBBLIGO DI INFORMARE IL PARLAMENTO…I FINIANI CHIEDERANNO AL PDL IL DIETROFRONT SULLA RICHIESTA DI SOLLEVARE IL CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE
«Rientra nelle attribuzioni dell’autorità giudiziaria verificare i presupposti della propria competenza».
Due righe della Cassazione gelano chi, nel Pdl, è convinto che spetti «solo ed esclusivamente» alle Camere stabilire se un reato commesso da un ministro è, oppure no, “ministeriale”.
I supremi giudici non la pensano così perchè, scrivono, non solo spetta al magistrato stabilire i confini della sua effettiva competenza e decidere di che natura è il delitto di cui si sta occupando.
Una volta stabilito, la toga «non ha alcun dovere di informare la Camera di appartenenza dell’interessato».
Cassazione, sesta sezione penale, in ballo il caso di Clemente Mastella, l’ex Guardasigilli imputato a Napoli di concussione.
Reato giudicato comune, Camere non avvisate, ricorso degli avvocati nel processo e conflitto di attribuzioni sollevato dal Senato (la Consulta decide sull’ammissibilità il 9 marzo).
Ma la Suprema corte si pronuncia.
Il Sole-24 ore trova e pubblica la decisione e si riaccende lo scontro sul conflitto di attribuzioni che i capigruppo Pdl, con una lettera, hanno chiesto a Fini di proporre per contrastare il Rubygate.
Nino Lo Presti, componente futurista della giunta per le autorizzazioni, sfrutta subito la decisione di piazza Cavour: «Avevamo visto giusto. Il conflitto è prematuro. Bisogna attendere che il tribunale di Milano prima e la Cassazione poi si pronuncino sulla competenza. Con una questione preliminare proporrò che l’esame della richiesta dei capigruppo sia sospeso».
All’opposto, il capogruppo del Pdl in giunta Maurizio Paniz parla di una decisione che «non sorprende» e che «non va strumentalizzata».
Sta di fatto però che la Cassazione mette un paletto ben rigido quando riafferma l’assoluto potere del giudice di pronunciarsi sulla ministerialità del reato, «senza avvisare la Camera».
Tant’è che il ricorso di Mastella – dov’è scritto che sarebbe stato «abnorme» non compiere questo passo – viene respinto.
Del pari, i pm di Milano si sono comportati correttamente quando hanno deciso quale fosse la natura del reato commesso da Berlusconi e altrettanto bene ha fatto il gip quando ha trattato la richiesta del rito immediato senza rilevare vizi di competenza.
Tutto questo senza sentirsi in dovere di avvisare la Camera di quanto stava avvenendo.
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