SEAWATCH: “NOI A LAMPEDUSA NON E’ UNA NOVITA’, ANCHE LA GUARDIA COSTIERA CI CHIEDE SUPPORTO QUANDO SIAMO LI'”
“LE MISSIONI NON SI ADATTANO ALL’AGENDA DI QUESTO O QUEL POLITICO”
“Le missioni in mare richiedono settimane se non mesi di preparativi. Di sicuro non possono seguire l’agenda di questo o quel politico”. Non si fa attendere Sea Watch.
Alle squallide accuse del ministro degli Esteri Antonio Tajani, reduce dal duro faccia a faccia con la Germania sul ruolo delle navi ong nel futuro patto europeo su migrazione e asilo e sui finanziamenti stanziati dal governo tedesco in favore di alcune di loro, la veterana delle ong tedesche attive nel soccorso in mare risponde immediatamente.
“La notizia di sette navi di ong, alcune battenti bandiera tedesca, altre no, che vanno verso Lampedusa conferma la nostra preoccupazione” ha detto il ministro.
“Aurora Sar – ribattono dall’ong tedesca- è l’assetto veloce di Sea-Watch e non può considerarsi una novità che faccia base a Lampedusa, visto che la sua funzione è proprio quella di partire dal punto più vicino ai possibili casi di emergenza”.
Lo sanno le autorità italiane – si ricorda – che lì l’hanno bloccata per ben due volte, o che da lì le hanno chiesto di intervenire in supporto alla Guardia Costiera sopraffatta dalle troppe richieste di aiuto che in quei giorni arrivavano dal canale di mare fra Sfax e Lampedusa e incapace di rispondere a tutti in tempi utili.
“Nell’ultima missione siamo stati coordinati dalle autorità italiane che in quei giorni erano oberate, ad esempio”, ricordano da Sea Watch. Succedeva poco più di due settimane fa: nel corso di due diverse operazioni di salvataggio, l’equipaggio di Aurora ha soccorso prima 34 persone da un barchino di legno, poi altre 48 da un guscio di latta. In dodici sono state poi trasbordate su una motovedetta e accompagnate a Lampedusa per permettere alla piccola nave ong di raggiungere in sicurezza il porto assegnato di Catania. Lo stesso è successo con altre navi e velieri ong, a partire da Nadir di Resqship.
“Su 76.683 persone salvate in mare – dichiarava l’inquilino del Viminale a fine agosto – quelle prese a bordo dalle ong sono 4.769”. Poco più del 6 per cento. Numeri che Sea Watch ricorda e mette in fila. “Vale la pena ricordare – sottolineano dall’on tedesca – che le navi di soccorso della società civile hanno soccorso e fatto sbarcare solo una piccola percentuale delle persone arrivate in Italia nel 2023. Circa il 94 per cento è stato soccorso dalle autorità italiane o è arrivato autonomamente”
(da agenzie)
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