SFIDA TRA ITALIANI PER LA PRESIDENZA DEL PARLAMENTO EUROPEO, MA POTREBBE ESSERE DECISIVA MARINE LE PEN
TAJANI FAVORITO NEI CONFRONTI DI PITTELLA, SI DECIDERA’ TUTTO DOMANI SERA AL QUARTO SCRUTINIO
Dire che sarà lei a decidere chi sarà il nuovo presidente del Parlamento Europeo è forse esagerato. Ma alla vigilia di un’elezione ‘al buio’, la prima nella storia senza un accordo tra i partiti, a Strasburgo la grande incognita è lei: cosa farà Marine Le Pen e i suoi 19 eurodeputati alla quarta votazione, cioè quella decisiva tra i candidati dei due gruppi più grandi, Pse e Ppe, Gianni Pittella e Antonio Tajani?
Ufficialmente la leader del Front National si tiene lontano dalla mischia. €
Con gli altri 21 del gruppo Enf, dove ci sono anche i cinque della Lega con Matteo Salvini, Le Pen voterà il rumeno LaurenÅ£iu Rebega ai primi tre scrutini, quelli per cui è necessaria la maggioranza assoluta che nessuno dei sette candidati raggiungerà .
Ma la votazione utile è la quarta, arriverà solo intorno alle 22 di domani, dopo una giornata di voti che serviranno solo a contare le forze in campo ma non ad eleggere il successore di Martin Schulz.
Fiato sospeso.
Sulla carta ha la meglio Tajani, che in quarta votazione potrebbe ottenere i voti di quasi tutto l’emiciclo di destra. Mentre Pittella finora è sicuro di avere solo i 189 voti socialisti, che sono pochi, rispetto anche ai soli voti dei Popolari (217).
Sul candidato socialista potrebbe confluire metà gruppo dell’Alde (68), i reduci del fallito accordo tra Guy Verhofstadt e il M5s; una parte del Gue, che ai primi tre voti hanno la loro candidata, l’italiana Eleonora Forenza; i Verdi, che per i primi tre scrutini schierano Jean Lambert.
La grande incognita resta la Le Pen con i suoi 19 voti: in tutto, il gruppo Enf ha 40 eurodeputati.
Cosa faranno le forze di destra anti-europee? Salvini lascia trapelare di non voler regalare i suoi 5 voti al candidato berlusconiano. La leader del Front National non si espone. Tajani continua a glissare sulle domande circa i voti che potrebbe avere dalle forze xenofobe.
Ma se Le Pen non dice, Nigel Farage invece si sbilancia a favore di Tajani pur specificando che la sua non è una dichiarazione di voto.
L’europarlamentare dell’Ukip dice: “Credo che Tajani vincerà , è il più pragmatico”. Farage e i suoi 20 eurodeputati sono nello stesso gruppo dei pentastellati, che erano 17, sono diventati 15 per l’addio di due eletti dopo l’affare Verhofstadt e ora sono rimasti nel gruppo ‘Europa della Libertà e della democrazia diretta’. In tutto 42 europarlamentari.
“Per gli euroscettici è una scelta molto difficile”, continua Farage: il suo gruppo non ha un candidato per i primi tre scrutinii, dopo il ritiro dell’italiano Piernicola Pedicini. “Ma credo che Tajani abbia dimostrato di essere un po’ più pragmatico. Anche se supporta l’Ue e noi no, il fatto è che il ruolo del presidente del Parlamento europeo sta diventando più importante”. A chi gli chiedeva se quindi avrebbe votato per Tajani, Farage risponde ridendo: “Non ho detto questo”.
Non è escluso che si riaprano i giochi tra il secondo e il terzo scrutinio.
A Strasburgo riscuote molta attenzione la candidatura di Helga Stevens, da parte del gruppo dei conservatori e riformisti: 74 eurodeputati. Sordomuta, fiamminga, di destra ma in prima fila nella campagna per il Remain contro la Brexit, Stevens farà confluire i suoi voti su Tajani in quarta votazione.
A meno che i socialisti non puntino su di lei per sfilare la poltrona al candidato berlusconiano. Se così fosse, sarebbe la terza presidente donna in tutta la storia del Parlamento europeo dopo le francesi Simone Veil e Nicole Fontaine.
Scenari che per ora non hanno riscontro. Nulla è detto in queste elezioni all’ultimo respiro.
Inizio domani alle 9. Verdetto solo intorno alle 22.
(da “Huffingtonpost“)
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