SI CHIUDE UN’EPOCA: A NATALE GIANNI LETTA SI È CONGEDATO DA FORZA ITALIA. A 89 ANNI, CON DUE LETTERE, UNA PER GLI AMICI, L’ALTRA PER MARINA E PIERSILVIO
‘UNA DECISIONE CHE SI ACCOMPAGNA ALLA VOLONTA’ DI PIERSILVIO DI PRENDERE LA GUIDA DEL PARTITO, SEMPRE CHE ALLE ELEZIONI EUROPEE FORZA ITALIA NON CROLLASSE SOTTO L’8%
In prossimità delle festività natalizie, Gianni Letta ha preso carta e penna e ha scritto di suo pugno due lettere, forse le più difficili della sua lunga carriera di ‘‘giornalista provvisoriamente prestato al berlusconismo”.
La prima missiva era destinata a una cinquantina di cari amici, vicini e lontani: un accorato messaggio con il quale, rievocando con una certa amarezza prima i postumi del long Covid e poi la perdita dell’amato Silvio Berlusconi, “l’Eminenza Azzurrina” annunciava un dolce congedo dal lavoro quotidiano per Forza Italia.
L’avvocato mancato che ai tempi dell’università aveva lavorato nello zuccherificio della nativa Avezzano, prima di sbarcare definitivamente a Roma, giornalista de “Il Tempo” di Renato Angiolillo e infine, dal 1992, al fianco della avventura politica di Silvio Berlusconi, ha poi inviato una seconda lettera a Marina e Pier Silvio.
Una autentica mozione d’affetto verso “la Famiglia”, in cui ha profuso parole sentite di affetto e di stima per la persona del Cavaliere di Arcore, snocciolando ricordi sui molti anni passati al suo fianco e sulle tante peripezie affrontate spalla a spalla tra Palazzo Grazioli e Palazzo Chigi.
Letta è stato perno e motore fondamentale del berlusconismo: a lui si deve infatti la “costruzione” della figura di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio come fulcro dell’incontro tra politica e Deep state, in particolare dal 2001 al 2006, periodo in cui ricopre la carica con una continuità rara nella Repubblica.
Nelle due lettere, Gianni Letta ha chiuso un’epoca formalizzando il suo passo indietro rispetto al partito, congedo che, come ha scritto oggi Simone Canettieri sul “Foglio”, sarà “ufficializzato” venerdì, all’iniziativa di commemorazione dei 30 anni dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi.
La decisione di abbandonare il suo “servizio” tra gli azzurri è maturata non solo per ovvie ragioni anagrafiche (Letta il 15 aprile compirà 89 anni), ma anche per una questione di opportunità: continua ad aleggiare, infatti, tra la magione di Portofino e l’ufficio di Cologno, l’idea di Pier Silvio di entrare in politica.
Un progetto che né Gianni Letta né Marina approvano, anzi: entrambi l’hanno fortemente sconsigliato, al pari di una follia. Il secondogenito del Cav, però, è tentato di raccogliere l’eredità paterna alla guida di Forza Italia, sempre che alle elezioni europee gli azzurri non dovessero collassare sotto l’8 per cento.
L’unico dubbio di “Pier Dudi”, e ostacolo al fatal passo, è ovviamente il destino di Mediaset: a chi lasciare la guida dell’impero mediatico, nell’eventualità di una discesa in campo in politica? Il Biscione ha bisogno di una guida salda e affidabile, considerando che il suo stesso presidente, cioè Fedele Confalonieri, non è più un giovincello (va per le 87 primavere).
Inoltre, al pari del padre, anche il rampollo si troverebbe davanti il solito colossale conflitto di interessi. Ma l’argomento che fa più breccia tra coloro che sconsigliano l’avventura politica è questo: non è scontato che il carisma, la leadership, la capacità di catalizzare consenso e gestire un partito, qualità che Silvio Berlusconi ha sempre mostrato in abbondanza, siano ereditabili per Dna.
Il marito di Silvia Toffanin, accompagnato dal suo consigliere principe, Niccolò Querci, dovrebbe misurarsi con la politica e le sue trappole. Uno scenario che infatti terrorizza Marina, che vorrebbe tenere la famiglia quanto più lontana possibile da un coinvolgimento diretto nell’agone politico.
I più smaliziati hanno visto nel messaggio di auguri di Natale di Pier Silvio, diffuso dalle reti Mediaset, un primo “test” della capacità comunicativa ed empatica del secondogenito del Cav. Il risultato? Eccolo…
(da Dagoreport)
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