SICILIA-PIEMONTE, 1.500 KM PER UN INCARICO: IL REVISORE CONTABILE
PER I CONTI DELL’OSPEDALE DI ALESSANDRIA SCELTO UN COMMERCIALISTA CHE VIVE AD AVOLA
«Tagli? Macchè, sono sprechi evitati». Diceva così la ministra Beatrice Lorenzin. Illustrava il nuovo piano di spesa sanitaria: 10 miliardi in meno in 5 anni. Ma niente paura, va via il superfluo.
Diceva così e intanto procedeva in direzione opposta, perchè proprio nelle stesse ore dal suo ministero partiva la nomina, quale revisore dei conti dell’azienda ospedaliera di Alessandria, in Piemonte, non già di un valente e disponibile professionista scelto secondo il criterio solitamente valorizzato della prossimità , ma di Luca Cannata.
E chi è Cannata? È anche, se non soprattutto, il sindaco di Avola, in Sicilia.
È un commercialista, certo, ma ha pur deciso, riuscendoci, di dedicarsi all’amministrazione del suo piccolo seppur noto Comune.
Chi, anche tra i sobri, non ha mai sentito parlare del Nero d’Avola?
Ma una cosa è il vino, la sua promozione come risorsa locale, un’altra è il controllo della spesa pubblica. Si può far tutto, contemporaneamente, e bene?
Alfredo Monaco, il puntiglioso consigliere regionale del Piemonte che ha sollevato il caso, ha fatto qualche calcolo geo-amministrativo.
Avola dista da Alessandra 1.500 chilometri. E di mezzo c’è anche il mare.
Un viaggio in auto, andata e ritorno, con annesso attraversamento dello Stretto, può durare anche 30 ore, e tra le spese bisogna calcolare almeno 110 litri di carburante e 200 euro di pedaggi autostradali.
Un biglietto aereo, invece, costa 550 euro, ma da Catania a Genova, Torino o Milano, poi bisogna calcolare le prime e le ultime miglia, quelle da e per gli aeroporti. Insomma, perchè tutto questo giro d’Italia?
Anche a voler pensar male, e cioè a uno scambio elettorale o a un favore ricambiato, non si poteva trovare una soluzione meno «movimentata»?
La Sanità regionale, dalla ministra di recente censurata in polemica con l’ex assessore Borsellino, non necessita di bravi revisori?
«Sprechi evitati», dice il ministro. Come no.
Marco Demarco
(da “il Corriere della Sera“)
Leave a Reply