SMASCHERATA LA BUFALA: IL MIGRANTE NON HA UCCISO IL GATTO MA L’HA TROVATO MORTO
L’EPISODIO DI CAMPIGLIA CHE HA DATO ADITO ALLE SPECULAZIONI SOVRANISTE SI SGONFIA… I SOVRANISTI POTREBBERO DEDICARSI A QUEI DELINQUENTI ITALIANI CHE UCCIDONO PER DILETTO I GATTI E SPARGONO BOCCONI AVVELENATI PER I CANI
L’uomo di 21 anni finito nel mirino dei razzisti per aver ‘ucciso e arrostito un gatto per strada’ è stato rilasciato, dopo essere stato denunciato a piede libero.
L’uomo ha infatti dichiarato ai carabinieri di aver trovato l’animale già ucciso e di averlo cucinato per poterlo mangiare.
Il codice penale, in Italia, non prevede pene per chi uccide animali “per necessità ”. L’uomo, che è originario della Costa d’Avorio, è in attesa del risultato del ricorso presentato al Tribunale di Firenze dopo la negazione dello status di rifugiato
“Dubbi” sono stati sollevati sull’autenticità , non tanto del video, quanto della scena, anche dal sindaco di Campiglia, Alberta Tacciati: “è evidente che ci sono diverse incongruenze. Il dubbio sorge spontaneo. L’imputazione a suo carico è un po’ più leggera rispetto a quella immaginata inizialmente. Per questo non è scattato l’arresto, ma solo la denuncia. Con le autorità ci siamo confrontati stanno portando avanti le indagini”.
Sull’argomento torna anche il sito specializzato bufale.net
“A distanza di due giorni dall’apparizione sui social del video che ha fatto tanto rumore qui in Italia, ci sono nuove importanti novità che dobbiamo prendere in considerazione a proposito dell’immigrato che cucina e mangia un gatto arrostito.
Nel video ci sono una serie di incongruenze: il gatto risulta essere già carbonizzato e il fuoco che avrebbe dovuto ridurlo in quello stato è una fiammella, decisamente troppo debole perchè si abbia sul corpo del gatto l’effetto che si vede in video.
Insomma, le indagini, come confermato dal sindaco di Campiglia Marittima, richiedono per forza di cose un passo indietro da parte di coloro che hanno accusato l’immigrato di aver ucciso il gatto arrostito. Con tutto quello che ne consegue anche dal punto di vista giuridico e penale per il ragazzo che è in attesa di un nuovo verdetto sul suo status da irregolare.
Qualora l’animale non fosse stato ucciso e premesso che per sopravvivenza non si tratterebbe di un reato nemmeno in quel caso, la strumentalizzazione politica dei fatti perderebbe sicuramente vigore. Fermo restando la gravità dei fatti da un punto di vista prettamente etico
(da agenzie)
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