SONDAGGIO GHISLERI: DUE ITALIANI SU TRE SONO A FAVORE DEL SALARIO MINIMO
BEN IL 44,2% DEGLI INTERVISTATI NON È A CONOSCENZA CHE QUANDO SI PARLA DEI 9 EURO COME SOGLIA PER UN SALARIO MINIMO SI INTENDE UNA PAGA ORARIA LORDA… ALLE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE DEL 2024, IL SALARIO MINIMO POTREBBE RAPPRESENTARE UNA SPINTA PER L’INDICAZIONE DEL VOTO PER IL 6-7% DEI PARTECIPANTI AL VOTO E IL 3-4% DEGLI AVENTI DIRITTO”
Il 57% dei cittadini italiani maggiorenni si dichiara oggi pessimista rispetto alla situazione economica propria e della sua famiglia. Un dato che rimane stabile rispetto alla rilevazione dello scorso mese. Del resto nel ranking delle priorità rilevate da Euromedia Research nel mese di luglio sul podio spicca, sempre in crescita, l’inflazione e il caro prezzi (55,0%, +0,9 rispetto al mese di giugno).
Dai dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps nei primi quattro mesi del 2023 sono stati attivati 2.650.621 nuovi contratti di lavoro e le attivazioni a tempo indeterminato risultano in lieve calo (-3,7%). Da questo bilancio […] si argomenta l’esigenza di offrire delle risposte alla popolazione in tema di adeguamento delle retribuzioni. Su questa linea le opposizioni si sono coalizzate presentando una proposta di legge sul cosiddetto “salario minimo” che risulta condivisa dal 71,5% degli italiani.
L’analisi del sondaggio evidenzia alcune sfumature in cui, tra coloro che approvano senza riserva l’intenzione, si distingue un 25,6% che sicuramente trova corretta la proposta solo se unita a incentivi alle imprese; in questa screziatura si ritrovano la maggior parte dei sostenitori dei partiti della maggioranza di governo.
Gli elettori del Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si ancorano principalmente ad una scelta obbligata in cui la proposta del salario minimo deve essere accettata in qualsiasi caso con apici che superano il 70,0% nell’approvazione del progetto. Più freddi risultano i sostenitori di Azione rilevati insieme a quelli di Italia Viva (54.7%),
La richiesta presentata dai principali partiti delle opposizioni immagina che al lavoratore di ogni settore economico potrà essere riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali e che in generale sembrerebbe coinvolgere, secondo il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, il benessere di più di 3 milioni di cittadini.
È bene sottolineare che, pur esprimendosi nel merito, ben il 44,2% degli intervistati non è a conoscenza che quando si parla dei 9 euro come soglia per un salario minimo si intende una paga oraria lorda. E, dato ancora più clamoroso, tra coloro che si sono dichiarati a favore del progetto, 7 su 10 sono convinti che si parli di una cifra netta sul peso della tassazione. Dai dati Inps pubblicati lo scorso 10 luglio risulta che, se non si conteggiano il Trattamento di fine rapporto (Tfr) e la tredicesima, i lavoratori interessati sarebbero 4,6 milioni, mentre calcolando tutti i vantaggi dell’assunzione coloro che ne godrebbero sarebbero 1,9 milioni.
Protagonisti di questo dibattito oggi potrebbero essere proprio quelle generazioni che si sentono escluse dalla discussione politica e che comprendono anche le categorie più giovani della società. Facendo un semplice conto e calcolando una possibile affluenza tra il 55% e il 60% alle prossime elezioni europee del 2024 – alle scorse elezioni del 2019 aveva votato il 56% degli aventi diritto – il salario minimo potrebbe rappresentare una spinta per l’indicazione del voto per il 6% – 7% dei partecipanti al voto e il 3% – 4% degli aventi diritto. In questo ultimo periodo abbondante è il tempo riservato a questo tema, un po’ come accadde per il Reddito di cittadinanza nella campagna elettorale che portò alle elezioni politiche del 2018.
In questo momento il tema dell’inflazione e del caro vita è sempre in cima alla graduatoria delle priorità della gente, ed è particolarmente sentito dai più giovani (59%, +4% rispetto al dato del totale campione). Il tema vero è che il cittadino non vuole essere lasciato solo di fronte alla possibilità di sentirsi rispettato nei suoi diritti.
Alessandra Ghisleri
(da “la Stampa”)
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