STRAGE DI TAJOURA, LE GUARDIE LIBICHE DEL GOVERNO CHE L’ITALIA FINANZIA HANNO SPARATO SUI PROFUGHI CHE CERCAVANO DI SCAPPARE DAL BOMBARDAMENTO
QUESTI SONO I CRIMINALI CHE RICEVIAMO CON TUTTI GLI ONORI
E’ di almeno 53 morti, di cui 6 erano bambini, il bilancio del bombardamento del centro di detenzione di migranti a Tajoura, a est di Tripoli, in Libia, martedì notte secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari. I feriti sono 130.
Il bilancio contrasta con quello della Mezzaluna rossa libica, che aveva parlato di almeno 60 morti nel raid dell’aviazione che sostiene il generale Haftar ma sottolinea ancora una volta la gravità di quanto accaduto.
Sempre secondo l’Onu, dopo che il centro di detenzione migranti è stato colpito per la prima volta, le persone hanno tentato di fuggire: ma le guardie, fedeli al governo di Tripoli del presidente Serraj, hanno sparato contro di loro.
L’agenzia sottolinea anche che il centro era già stato colpito in precedenza, a causa della vicinanza con una base militare: “Nonostante ciò – scrive – le autorità hanno continuato a trasferire migranti e rifugiati nel centro”, e “circa 600, tra cui donne e bambini, erano trattenuti contro la loro volontà al momento dell’attacco”.
Onu conclude sottolineando che “il fatto che oltre 3mila profughi e migranti intercettati in mare siano stati riportati in Libia nel 2019 è profondamente preoccupante. Questo è accaduto nonostante il chiaro fatto che, come il segretario generale dell’Onu Guterres ha sottolineato in una dichiarazione il 4 aprile 2019, ‘Nessuno può affermare che la Libia sia un porto di sbarco sicuro a questo punto”.
La strage di migranti ha fatto il giro del mondo, finendo sulla prima pagina dei princiapli giornali e siti di informazioni
(da agenzie)
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