STRASBURGO BACCHETTA L’ITALIA: “CARCERI ITALIANE SOVRAFFOLLATE, TROPPI MALTRATTAMENTI”
LE AUTORITA’ ITALIANE INVITATE A RICHIAMARE FORMALMENTE LE FORZE DELL’ORDINE
“Le carceri italiane sono ancora troppo sovraffollate”. A bacchettare il nostro Paese, da Strasburgo, è il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa.
Nel rapporto sull’Italia stilato dopo i sopralluoghi dell’aprile del 2016, si spiega che “il problema non è stato risolto perchè molti istituti di pena operano ancora al di sopra dell proprie capacità “.
Nel documento il Cpt ribadisce anche che l’Italia deve rispettare gli standard che il comitato ha fissato per lo spazio che ogni detenuto deve avere a sua disposizione in cella: 6 metri per due di spazio vitale, esclusi i sanitari, in cella singola, e 4 metri per due in una cella condivisa con altri detenuti.
Dopo la condanna del 2013 della Corte di Strasburgo, il Comitato segnala tuttavia che nel primi 6 mesi del 2016 la popolazione carceraria è aumentata da 52.164 a 54.072 detenuti, e che questo aumento non si è arrestato.
La preoccupazione cresce perchè, secondo il governo italiano, al 26 marzo 2017 sono state 56.181 le persone in carcere.
Le autorità italiane hanno spiegato che stanno prendendo misure al riguardo. Una è quella di permettere ai detenuti stranieri di scontare la pena nei loro paesi, l’altra è di ricorrere con maggiore frequenza alle misure alternative alla detenzione.
Si denunciano, inoltre, numerosi casi di maltrattamenti.
Il Comitato ha espresso preoccupazione “per le accuse di maltrattamenti fisici inflitti a persone private della libertà dalle forze dell’ordine o detenute in carcere”.
Nel testo si specifica che “le persone in custodia non sempre godono delle garanzie previste dalla legge”.
Le autorità italiane sono dunque state invitate a fare “una comunicazione formale alle forze dell’ordine, ricordando loro che i diritti delle persone in loro custodia devono essere rispettati e che il maltrattamento di tali persone sarà perseguito e sanzionato di conseguenza”.
Il rapporto cita come casi di maltrattamenti rilevati “pugni, calci e colpi con manganelli al momento del fermo (e dopo che la persona era stata messa sotto controllo) e, in alcune occasioni, durante la custodia”.
E si tratta di un fenomeno da arginare perchè “se l’emergere di informazioni che indicano maltrattamenti non è seguita da risposta pronta ed efficace, coloro che sono propensi a maltrattare crederanno di poterlo fare senza essere puniti”.
Tra le associazioni che si occupano dei diritti dei detenuti, Antigone auspica la ripresa del percorso della riforma del sistema carcerario italiano.
“Il rapporto del Consiglio d’Europa – ha detto il presidente Patrizio Gonnella – offre un quadro preoccupante. Ad agosto il numero dei detenuti ha superato le 57mila unità . Su alcuni punti – ha proseguito – si deve intervenire attraverso la ripresa delle riforme, partendo da quella dell’ordinamento penitenziario il cui lavoro è ora in mano ad alcune commissioni di esperti, nominate dal ministro della Giustizia, con le quali abbiamo voluto dialogare attraverso venti nostre proposte che vanno dall’isolamento, alla formazione dello staff penitenziario, dalla salute ai diritti delle persone detenute”.
Ma ci sono anche degli aspetti positivi. Antigone sottolinea come il rapporto metta in evidenza alcuni elementi positivi, tra cui il regime della sorveglianza dinamica (che si applica ormai in molte carceri nei reparti di media sicurezza) e la nomina del Garante Nazionale delle persone private della Libertà personale.
Anche la riforma della sanità con il passaggio alle Asl è vista con favore dagli esperti del Comitato. Infine è stato apprezzato il miglioramento della condizione degli detenuti dopo il passaggio dagli opg alle rems.
(da agenzie)
Leave a Reply