STUPRO PALERMO, SI METTE MALE PER I SETTE DELINQUENTI, ONLINE LE FOTO DEGLI STUPRATORI: “VI CERCHEREMO IN TUTTA PALERMO, SIETE FINITI”
“DA GENITORE FAREI GIUSTIZIA CON LE MIE MANI”… MINACCE DI MORTE ANCHE ALLE FAMIGLIE DEGLI STUPRATORI E INVITI A PASSARE ALL’AZIONE
La prima sentenza ad arrivare è quella sui social, dove i sette giovani arrestati per lo stupro sul lungomare del Foro Italico di Palermo, da giorni, vengono ricoperti di insulti, mentre le loro foto sono state diffuse con inviti all’azione.
Minacce di morte e accuse vengono rivolte anche ai loro parenti ed è partito il passaparola per rendere pubblici gli indirizzi di casa e organizzare azioni punitive.
La parola “stupro” è stata per 24 ore al primo posto nei trend di X (l’ex Twitter), e anche su TikTok e Instagram i post più condivisi e visualizzati sono quelli che contengono i nomi e i cognomi, insieme alle fotografie, degli aggressori.
Gli stessi aggressori che, vantandosi dopo avere violentato in sette una diciannovenne, hanno diffuso via chat il video degli abusi, commentando con frasi agghiaccianti: «Eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l’avevo vista solo nei video porno». Dopo avere lasciato la vittima riversa in terra, in lacrime e ferita, invece di chiamare un’ambulanza come lei aveva supplicato di fare, sono andati a fare uno spuntino in rosticceria.
Adesso, mentre Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Christian Maronia, Samuele La Grassa e Elio Arnao sono finiti in carcere insieme a un minorenne, sui social è partito il processo parallelo a quello che si svolgerà in tribunale.
Tanti utenti si scagliano contro la madre di uno degli arrestati che nelle intercettazioni si riferiva alla vittima definendola «una poco di buono».
Commenta una ragazza: «È tutto racchiuso in questa frase, tutto. Come fai a proteggere tuo figlio dopo che ha stuprato in massa?».
Mentre i commenti più pesanti sono nelle pagine TikTok di alcuni indagati. C’è chi invoca la «pena di morte», chi scrive «da genitore farei giustizia con le mie mani», «ti lascerei una pallottola in mezzo agli occhi», «questo è il primo dei sette che fanno fuori». E chi minaccia: «Vi stiamo cercando per tutta Palermo, siete finiti».
All’orrore dello stupro, avvenuto lo scorso 7 luglio, si è aggiunto un altro orrore. «In un gruppo Telegram con più di 10mila membri si chiede se sia disponibile il video dello stupro di Palermo», denuncia un utente Instagram, pubblicando gli screenshot delle richieste: «Chi ha il video di Palermo? Scambio bene», scrive un ragazzo.
A Palermo, ancora sotto choc per la vicenda, i cittadini si sono mobilitati: sabato sera si è svolto un corteo per le stesse strade del centro storico percorse dalla vittima e dagli indagati tra l’indifferenza delle persone presenti.
(da il Messaggero)
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