SU MARINE ALEGGIA L’INCUBO JOSPIN: LE CERTEZZE SVANITE DELLA LE PEN
EROSA LA SICUREZZA DEL FRONT NATIONAL, BALLOTTAGGIO DA SICURO A RISCHIO
La conclusione della campagna di Marine Le Pen ha l’effetto di un fulmine a ciel sereno.
Da due anni la leader del Front National è nominata tra i favoriti nelle intenzioni di voto al primo turno delle presidenziali. E viene sistematicamente data per sconfitta al secondo, chiunque sia l’avversario.
Una doppia posizione, quella di favorita e di grande sconfitta, che l’ha spinta a puntare tutto su una strategia di compromesso, per unire un’ipotetica maggioranza la sera del 7 maggio.
C’è solo un problema: nulla è andato come previsto.
Marine Le Pen sognava una “partita di ritorno” contro Sarkozy e Franà§ois Hollande? Entrambi eliminati, volenti o nolenti.
Lo scandalo che ha colpito Fillon, lungi dal fargli ottenere nuovi elettori, ha portato alla ribalta Emmannuel Macron, evidenziando anche le mancanze giudiziarie della candidata.
Lei, che puntava su un testa a testa contro un “candidato del sistema”, si ritrova in un match a quattro che include anche l’inclassificabile Jean-Luc Mèlenchon.
Così l’ascesa della figlia di Jean-Marie Le Pen, che ha sfiorato il 30%, è andata gradualmente rallentando, portandola dal primo al decimo posto a meno di tre punti dai suoi principali avversari, come spiega il nostro sondaggista.
“Anche se è probabile che riesca a superare il punteggio più alto di un candidato del Fn alle presidenziali, e perfino il record storico di voti ottenuti dal Front National alle elezioni, c’è un’erosione nei consensi. A febbraio era ancora al 28%, e oggi si aggira intorno al 22-23% secondo i sondaggi. Tutto questo indica che Marine Le Pen non ha saputo sviluppare una dinamica intorno alla sua campagna”, spiega Yves-Marie Cann direttore degli studi politici presso Elabe.
A destra, improvvisazione e inversioni di rotta.
Marine Le Pen sarà la Lionel Jospin del 2002, eliminato al primo turno nello stupore generale, per aver preso sotto gamba la sua campagna? Anche se questo scenario non è il più plausibile, è ormai matematicamente possibile e continua ad affacciarsi nella mente degli esponenti di destra.
Per evitare che, da una perdita, si passi ad un’emorragia nel rush finale, la candidata ha effettuato una decisa inversione di rotta negli ultimi dieci giorni e si è mostrata ansiosa di consolidare la sua base elettorale al primo turno, riaffermando i principi fondamentali del Front National: identità e lotta all’immigrazione. Una svolta manifestata chiaramente nel corso del grande comizio di Marsiglia.
Segnale inequivocabile, Marion Marèchal Le Pen, incarnazione dell’area storica del Front National e a lungo messa da parte durante la campagna, ha preso la parola prima di sua zia.
Obiettivo: accaparrarsi a tutti i costi il favore dell’estrema destra già corteggiata da Robert Mènard a Perpignan.
Ma ci sono altri segnali d’inasprimento ideologico, tra cui due nuove misure non previste dal programma: una moratoria immediata sull’immigrazione legale e la chiamata all’ordine dei militari riservisti in vista di un ripristino delle frontiere
Provocazioni destinate a scuotere gli animi.
Intanto, Marine Le Pen ha svestito i panni di candidata “moderata” per rituffarsi in discorsi infiammati, provocatori e destinati a ri-mobilitare il suo elettorato.
Dopo la polemica sul rastrellamento al Velodromo d’Inverno, la candidata del Front National ha ripreso gli slogan controversi del 2012, che legano immigrazione e terrorismo.
“Con me, non ci sarebbe stato Mohammed Merah… Non ci sarebbero stati i terroristi immigrati del Bataclan e dello Stade de France a novembre 2015”, ha insinuato durante l’acceso meeting allo Zenith di Parigi. Un collegamento che la candidata si è affrettata a ribadire dopo l’arresto di due persone sospettate di pianificare un attentato contro i candidati delle presidenziali.
“La colonizzazione ha giovato molto all’Algeria, dato che ne stiamo parlando: ospedali, strade, scuole. Gli stessi algerini in buona fede sono i primi ad ammetterlo”, ha dichiarato a BFMTV, dopo aver convinto il canale TF1 a ritirare la bandiera europea durante un’intervista. Obiettivo: lasciare il segno in un momento di cristallizzazione nei sondaggi.
“La sua base elettorale è molto solida e non è diminuita, ma la candidata non è riuscita a conquistare nuovi voti”, avverte il sondaggista Yves-Marie Cann.
“Da un po’ di tempo a questa parte i vecchi elettori di Sarkozy nel 2012, che finora non avevano espresso intenzioni di voto, iniziano ad esprimersi a favore di Fillon. Problema: Marine Le Pen non recupera”. Un avvertimento, dato che un quarto dei francesi non ha ancora deciso per chi votare domenica prossima.
(da “Huffingtonpost“)
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