INTERVISTA A TRUDEAU: “ACCOGLIENZA E SOLIDARIETA’, COSI’ SFIDIAMO IL TERRORISMO”
IL PREMIER LIBERALE CANADESE: “PIU’ TASSE AI RICCHI PER AIUTARE LA CLASSE MEDIA. LA NOSTRA ECONOMIA E’ PIU’ SOLIDA PERCHE’ INTEGRIAMO GLI STRANIERI”
«La maniera migliore per combattere il terrorismo è unirci in una società dove tutte le persone vengano ascoltate».
Il premier canadese Justin Trudeau è il fenomeno politico del momento, leader in controtendenza del movimento progressista. In occasione della visita del collega Gentiloni, ha accettato di rispondere alle domande della Stampa.
Quali temi ha discusso col premier Gentiloni, in vista del G7?
«Prima di tutto abbiamo parlato di come estendere le opportunità per canadesi e italiani, per creare posti di lavoro ben retribuiti per la classe media su entrambe le sponde dell’Atlantico».
Lei è l’unico leader progressista del G7 che ha vinto di recente le elezioni, mentre altri Paesi occidentali, a partire dagli Usa, rifiutavano questa agenda. Perchè il movimento progressista è in crisi, a parte il Canada, e quale programma dovrebbe adottare, in Europa e America, per riconquistare la fiducia degli elettori?
«Nelle ultime elezioni è stato incredibilmente incoraggiante vedere come i canadesi non abbiano risposto alla politica della divisione, la negatività e l’esclusione, ma ad una visione che diceva: “Uniamoci e lavoriamo duro insieme sulle sfide che abbiamo davanti, affinchè tutti possano avere successo”. Al cuore del nostro successo c’è stato riconoscere che le persone guardano con ansia al futuro e cercano leader che offrano soluzioni reali per sostenerle in questi tempi incerti. La rabbia e l’ansia dei popoli sono reali. Molte persone sono preoccupate per cosa potrebbe riservare il futuro: che la globalizzazione e i cambiamenti tecnologici le lascino indietro, e i loro figli non abbiano le stesse opportunità dei genitori. Questo è il motivo per cui il nostro governo, entro un mese dall’entrata in carica, ha aumentato le tasse per l’1% dei più ricchi e le ha tagliate per milioni di canadesi della classe media. Abbiamo migliorato i pagamenti per i sussidi familiari in un unico Canada Child Benefit mensile ed esentasse. Questo cambiamento ha dato a 9 famiglie su 10 più soldi per aiutarle a fronteggiare i costi crescenti di allevare i figli, e ci ha messi in condizione di ridurre la povertà infantile del 40%. Il nostro governo ha fatto anche investimenti significativi nell’addestramento professionale, affinchè più canadesi ricevano l’istruzione e l’esperienza di cui hanno bisogno, e siano preparati per i lavori di oggi e di domani. In tutto il mondo abbiamo bisogno che la classe media si senta più sicura riguardo le sue prospettive e il suo futuro. Dobbiamo sostenere la gente in un’economia che cambia e un mondo sempre più globalizzato».
La minaccia del terrorismo, che ha appena colpito Parigi e a gennaio Quèbec City, è uno dei fattori che contribuiscono allo scontento. Che politiche deve adottare il movimento progressista, per combattere il terrorismo senza rinunciare ai propri valori?
«Lo scorso gennaio il Canada ha pianto la perdita di sei vite innocenti, prese di mira semplicemente perchè praticavano la loro religione. È stato un attacco contro la comunità islamica e tutti i canadesi, che ha colpito una delle nostre libertà più care: praticare la propria fede senza paura. L’attacco cercava di instillare paura e dividere i canadesi tra loro. Invece, i canadesi si sono uniti. Un movimento di solidarietà si è rapidamente formato nel Paese, mentre i canadesi si univano per condannare l’attacco, favorire il dialogo, e combattere paura e odio con messaggi positivi e speranza. I leader di tutti i livelli governativi e di tutti i partiti sono andati a Quèbec City per schierarsi con la comunità musulmana, e piangere con coloro che avevano perso i loro cari. La diversità e l’apertura verso il mondo sono una fonte di forza, e hanno reso il Canada non solo più prospero come Paese, ma anche più sicuro e unito. Noi continueremo a mostrare solidarietà e sostenere le comunità che sono state afflitte dagli atti di terrore. Sappiamo che la maniera migliore di difendere i canadesi e combattere il terrorismo è unirci in una società compassionevole, dove tutte le persone vengono ascoltate, ricevono assistenza, aiuto, e sono là gli uni per gli altri».
Quando Trump ha proposto il bando per i migranti, lei si è impegnato ad accogliere più rifugiati in Canada. Perchè?
«La diversità è al cuore del successo del Canada. È ciò che siamo e facciamo. Noi abbiamo provato che un Paese può essere costruito, e definito, dai valori condivisi. Non religione, lingua o etnia, ma i valori comuni. In Canada, qualunque sia la tua fede, chi ami, o da dove vieni, puoi lavorare duro, avere successo, e costruire un futuro migliore per te e i tuoi figli. I canadesi capiscono che quando ci uniamo per dare il benvenuto e integrare i nuovi arrivati, ciò rafforza le nostre comunità e aiuta a costruire la nostra società ed economia su basi durevoli. Siamo orgogliosi della tradizione di aprire le braccia ai bisognosi, dai rifugiati ungheresi negli anni ’50, ai boat people vietnamiti negli anni ’80, a più di 40.000 siriani oggi. Continueremo ad accogliere i rifugiati, e svolgere un ruolo di leadership per risistemarli».
Dopo la Brexit, il futuro della Ue è in gioco nelle elezioni in arrivo in diversi Paesi. Lei vede la possibile fine dell’Unione come un’opportunità o una minaccia per il Canada?
«Canada e Ue si giovano di un rapporto robusto, che è diventato più forte con la recente firma dell’accordo Ceta. Insieme, Canada e Ue hanno creato un accordo gold-standard, che servirà da modello per le relazioni commerciali rinvigorite in tutto il mondo. Ceta risponde all’ansia crescente che il sistema attuale benefici solo una piccola èlite, mettendo la classe media canadese ed europea davanti a tutto. La storia ha dimostrato che le politiche aperte di commercio e i mercati sono la maniera migliore per creare posti di lavoro buoni e ben retribuiti per la classe media, aiutare le aziende a diventare più competitive, e guidare la crescita economica. Ceta fa proprio questo. Metterà cibo sulle tavole delle famiglie, renderà più facile e meno costoso competere per le imprese, e creerà buoni posti di lavoro per la classe media su entrambe le sponde dell’Atlantico. Insieme alla Ue, continueremo ad essere i campioni degli accordi commerciali progressisti, che mostrano i benefici di un mondo più aperto e interconnesso, e creano opportunità migliori per la classe media».
(da “La Stampa”)
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