TONINELLI RIACCENDE IL BRACIERE OLIMPICO: IL M5S CAMBIA ANCORA IDEA SULLE OLIMPIADI 2026
ORA PER IL MINISTRO LA SCELTA MIGLIORE E’ CANDIDARE TORINO DA SOLA (E SENZA SOLDI)
Lo slalom speciale dei 5 Stelle sui Giochi Olimpici porta a un nuovo traguardo. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ora sostiene la corsa di Torino per le Olimpiadi 2026. Da sola, senza Milano e Cortina. E senza soldi. “Rimango personalmente dell’idea che quella di Torino sia la scelta migliore da tutti i punti di vista, anche da quello della convenienza economica e strutturale vista l’esperienza di altre Olimpiadi”, ha affermato il ministro a margine di un evento nel capoluogo piemontese.
La candidatura a tre, per Toninelli, non è sostenibile: “Ritengo che l’idea di tre città sia quantomeno caotica e difficilmente percorribile e anche la più costosa in termini di soldi pubblici”, ha aggiunto.
Chiunque sia il candidato e comunque vada a finire la corsa, secondo il ministro, il tutto dovrebbe svolgersi senza finanziamenti da parte dello Stato, Toninelli ha infatti sottolineato di essere d’accordo con Luigi Di Maio “quando dice che lo Stato non deve mettere soldi sulle Olimpiadi perchè dobbiamo mettere in sicurezza migliaia e migliaia di ponti e strade, viadotti e gallerie che i precedenti governi hanno abbandonato e mi sembra più giusto mettere lì i soldi’.
La Lega, però, ha un’altra opinione. Ma il ministro è fiducioso: “So che la Lega fa ragionamenti diversi – ha concluso il ministro – faremo un giusto Consiglio dei ministri e troveremo, come in tutte le altre questioni, una soluzione condivisa”.
Le esternazioni di Toninelli costituiscono solo l’ultimo dei capitoli di una vicenda che si fa sempre più complessa. Il 18 settembre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, aveva sentenziato: “Per il governo la proposta della candidatura è morta qui”, spiegando di aver notato una mancanza di “una condivisione di spirito ed entusiasmo” tra i sindaci di Cortina, Milano e Torino.
Immediata era arrivata la replica di Zaia e Fontana che avevano proposto una candidatura a due: “Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà , che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto”, avevano affermato.
Ma Giorgetti aveva frenato subito gli entusiasmi: “Se vogliono andare avanti da sole la garanzia del governo non ci sarà “, aveva chiosato.
Salvo, poi, tornare sui suoi passi due giorni dopo: “Sarei l’uomo più felice del mondo se potessi riunire le tre città attorno allo stesso tavolo per riprendere il discorso sulle Olimpiadi – ha detto il 20 settembre – ma questo può accadere solo se Torino, Milano e Cortina accettano la bozza di protocollo inviata la scorsa settimana sulla loro candidatura unitaria. Ogni altra strada che volesse l’appoggio del governo non è percorribile”.
A Torino, però, la politica continua ad essere divisa: mentre la sindaca Chiara Appendino sembra non cedere ad alcun pressing e ribadisce che, se il governo non finanzia nulla, “è da irresponsabili andare avanti alla cieca”, il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, pare determinato a non lasciarsi sfuggire questa occasione: “Si riconvochi un tavolo a tre, anche il sindaco del Sestriere è d’accordo: è Giorgetti che lo ha fatto saltare ma ci sono ancora margini”, ha sostenuto.
Il governatore ha sottolineato che nel caso in cui si dovesse convocare un tavolo a Roma, lui sarebbe il primo ad andarci, e spera che anche l’Appendino faccia lo stesso.
(da “Huffingtonpost”)
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