TOTI A SPINELLI: «TI VENGO A TROVARE PRIMA DELLE ELEZIONI TI CHIEDO UN PO’ DI ROBE»
TOTI AVEVA SEMPRE BISOGNO DI SOLDI PER LE CAMPAGNE ELETTORALI… IL FIGLIO DI SPINELLI: “BASTA DARE SOLDI, C’E’ IL RISCHIO CORRUZIONE”
Ha costantemente bisogno di soldi per mandare avanti nelle varie elezioni il suo piccolo movimento personale con il quale ha conquistato per ben due volte la Liguria. La politica costa, e quando non ce la fa Giovanni Toti batte cassa con il suo finanziatore Aldo Spinelli che trova sempre disponibile, ma solo se è sicuro di aver in tasca l’atto pubblico che gli serve. E mentre in tre anni il gruppo Spinelli raggiunge il valore di «un miliardo», Toti e i suoi Comitati incassano appena 74 mila euro che ora gli costano pure l’arresto per corruzione.
Il 3 maggio 2020, come succede troppo di frequente, Spinelli e Toti si sentono al telefono. Il primo si lamenta perché potrebbe lavorare di più se avesse più spazio ed invece l’Autorità portuale non farebbe niente per mettere a disposizione delle imprese della logistica le aree del porto inutilizzate: «Siamo strangolati, non sappiamo più dove mettere il lavoro! C’è la fortuna che c’è lavoro, per tutti. È una cosa vergognosa!».
«Però sta andando bene, dai! Il porto sta crescendo», rivendica il governatore con un pizzico di orgoglio, e poi si farà la diga foranea che aumenterà il volume dei traffici. «Ma speriamo. Ma vediamoci un po’! Voi adesso, vabbé, pensate alle elezioni», risponde Spinelli lanciando un gancio che Toti non può farsi sfuggire: «Ti vengo a trovare! Ti vengo a trovare, ché non sono ancora venuto prima delle elezioni. Ora organizziamo». Il 25 maggio Spinelli gli versa 15 mila euro.
Sia Spinelli che Toti esigono che i finanziamenti siano regolarmente dichiarati secondo la legge. «Mandi alla segreteria di Spinelli i documenti dove vogliamo che faccia un versamento, che lo fa normale come tutti gli altri», ordina all’assistente il primo settembre il governatore.
Nei giorni in cui si discute la cruciale (per Spinelli) proroga delle Rinfuse, entrambi sembrano non rendersi conto che un finanziamento regolare in cambio di un provvedimento è comunque una tangente.
Ci vorranno mesi prima che Rinfuse raggiunga il capolinea agli inizi di dicembre, quando Spinelli verserà al Comitato Giovanni Toti-Liguria i 40 mila euro «più volte sollecitati da Giovanni Toti», scrive la Guardia di Finanza.
L’imprenditore, però, non fa mistero che il figlio Roberto (indagato) lo rimprovera: «Non vuole che faccio i finanziamenti ai partiti, ma io li devo fare».
Anche una manager del fondo che in quel momento detiene il 45% di Spinelli srl è piuttosto preoccupata. «È un problema reputazionale perché i partiti politici fanno parte delle varie istituzioni e quindi possono essere sempre un po’ visti come corruzione», gli dice papale papale.
Spinelli, «un po’ avvilito», annotano le Fiamme Gialle, risponde che è importante «supportare a livello locale». «Quando me la fai vedere ‘sta barca? Quando ci vediamo, ché ti devo chiedere un po’ di robe come al solito di questi tempi?», dice Toti ammiccando al telefono con Spinelli che ha appena comprato un nuovo yacht da 9 milioni.
Ci sono le politiche all’orizzonte — vincerà il centrodestra — e come sempre le casse sono vuote. Qualche giorno prima, il 10 agosto 2022, mentre pianificava la campagna elettorale, una collaboratrice gli aveva dovuto dire che la pubblicità sugli autobus di Genova non potevano permettersela: «Più avanti, sennò non ce la facciamo economicamente». L’8 settembre, visitata la barca, arrivano 15 mila euro dal re della logistica.
Qualche mese dopo, altro fine settimana a Monaco, lascia un messaggio a Briatore: «Flavio, sono Spinelli. Confermato l’appuntamento a dieci alle 4, Hotel de Paris. Arrivo col Presidente del Porto. Mi raccomando. Grazie. Ciao». «Tanto che mi fanno?» Non teme le conseguenze della sua spregiudicatezza Spinelli, anche quando i suoi mezzi occupano abusivamente un tratto del porto. A Signorini, dal quale evidentemente si sente protetto, confida candidamente che «tanto a 83 anni cosa mi possono fare? Un ca…». Chiosa la Gdf: «Il Presidente non obiettava nulla».
(da Il Corriere della Sera)
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