TRAVAGLIO ALL’ATTACCO DI DI MAIO: “STA SBAGLIANDO TUTTO”
IL DIRETTORE DEL FATTO CRITICA IL CANDIDATO PREMIER M5S PER IL REFERENDUM SULL’EURO E LO INVITA A CERCARE UN’INTESA CON GRASSO
Marco Travaglio sul Fatto stamattina se la prende con Luigi Di Maio per come il candidato premier del MoVimento 5 Stelle sta conducendo la sua campagna elettorale: secondo il direttore del FQ Di Maio sta sbagliando gli argomenti su cui puntare per guadagnare voti e si sta infilando in un cul de sac, specialmente a causa del referendum sull’euro:
Cos’ha da dire Luigi Di Maio a questi milioni di italiani di centrosinistra che fino all’altro ieri mai avrebbero immaginato di sperare nei 5Stelle e ora vi si vedono costretti da un’evoluzione politica così rapida e inaspettata? Il suo tour nel Lombardo-Veneto ha dato segnali contraddittori e talvolta preoccupanti. Almeno nella proiezione mediatica, che poi è l’unica che conta, perchè è quella che si vede a occhio nudo.
Prima la promessa di non cancellare gli 80 euro del governo Renzi — misura demagogica e ben poco produttiva in rapporto ai suoi altissimi costi — in totale contraddizione con anni di campagne contrarie. Poi il gran casino sui tagli alle “pensioni d’oro”, cioè superiori ai 2.500 euro netti al mese. Infine l’apoteosi della confusione sul referendum pro o contro l’euro: un giorno si fa, un altro non si fa più, oggi si usa per minacciare l’Europa e riportarla a più miti consigli (sai che paura), domani magari si fa e Di Maio vota per l’Italexit.
Secondo Travaglio, uno scenario plausibile per il dopo voto è l’alleanza del M5S con Liberi e Uguali. Ma per perseguirla, Di Maio deve lavorare di più su alcune proposte e lasciarne perdere altre
Noi continuiamo a pensare che l’interlocutore naturale del M5S sia la sinistra di Grasso & C. (a patto che abbia voti e seggi a sufficienza): sia per la disponibilità espressa da Bersani, sia per le sintonie già emerse su diversi punti, a partire dalle politiche sociali e del lavoro. Se poi Di Maio uscisse finalmente dalla lunga ambiguità pentastellata su temi cruciali come l’evasione fiscale e l’economia in nero, roba da 200 miliardi al l’anno, e dicesse qualcosa di chiaro su nodi irrisolti dei conflitti d’interessi e dei rapporti politica-affari (che stanno dannando pure i Renzi boys), potrebbe parlare credibilmente non solo con Grasso e Bersani, ma anche con i tanti elettori pronti a tutto pur di non farsi governare da B., anche a votare 5Stelle.
Se quella che ora pare una mission impossible diventerà possibile dipenderà in gran parte da Di Maio: se metterà giù una lista di dieci cose concrete e fattibili, affidando al libro dei sogni (o degli incubi) quelle impraticabili (il referendum sul l’euro, se è consultivo, non serve a nulla e attira solo speculazione sull’Italia; se è effettivo, è vietato dalla Costituzione). Per conquistare astenuti e pidini in fuga, non c’è bisogno di indossare il doppiopetto e andare in giro a rassicurare l’establishment rinunciando al proprio bagaglio di idee e proposte “anti- sistema”.
(da “NextQuotidiano“)
Leave a Reply