UMBERTO CROPPI: “FLI NON ESISTE PIU’, MA C’E’ CHI GUARDA AL TESORETTO DI AN”
“FLI DOVEVA ESSERE UNA FASE PER NUOVE AGGREGAZIONI, NON UN PARTITO”… “FINI DOVEVA INDICARE LA ROTTA, NON LASCIARE LA GESTIONE AI COLONNELLI”…”400 MILIONI DI IMMOBILI E 80 MILIONI DI LIQUIDI: IL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE AN SONO CONGELATI DALLE DIVISIONI INTERNE: QUALCUNO ORA SPERA DI AVERE VOCE IN CAPITOLO NELLA SPARTIZIONE”
Dopo aver lasciato il posto di assessore alla Cultura nella giunta Alemanno, Umberto Croppi è stato uno dei più accesi sostenitori della terza via finiana, di un nuovo contenitore che andasse oltre le appartenenze tradizionali.
Il fallimento di Futuro e Libertà e l’appoggio al sindaco uscente al ballottaggio annunciato da Roberto Menia, dunque, non possono averlo lasciato indifferente. Intervistato da Intelligo, Croppi non si mostra sorpreso dagli ultimi sviluppi e, sul tentativo di ricomposizione della destra italiana, ha una teoria che farà discutere.
Cosa pensa dell’appoggio di Fli ad Alemanno per il ballottaggio?
«Fli non c’è più, ammesso che ci sia mai stato. Mi fa solo sorridere la cosa. L’ho scritto anche quando ne ero un dirigente: la metafora del Fli era una esigenza di fase, che Fini aveva anche un po’subito, ma nessuno, Fini soprattutto, aveva mai immaginato che potesse diventare un partito».
In che senso?
«Già prima del risultato elettorale, si era dimostrato che la consistenza politica di Futuro e Libertà era inesistente. Dopo si è sostanzialmente sciolto, con l’abbandono di Fini. Fli non c’è più. La dichiarazione di un ex parlamentare, che aveva una carica in questo partito, senza una espressione diretta di chi a Roma aveva costituito Fli, non ha proprio nessun valore».
E allora che senso ha questo endorsement?
«È un’uscita che si giustifica alla luce di un altro motivo. Io non ho mai aderito ad An o al Pdl, quindi non faccio parte di questa storia, ma è in atto un tentativo di ricomposizione di un nucleo di vertice di ex esponenti di Alleanza Nazionale legato alla pura speranza di avere voce in capitolo sul patrimonio della Fondazione An, costituito da 400 milioni di immobili e 80 milioni di liquidi, oggi congelati dalla magistratura proprio a seguito delle divisioni che si erano verificate nel Cda».
I tre anni di vita di Fli, anche alla luce di questo epilogo, sono stati del tutto inutili?
«Sì, perchè Fini ha svolto un altro ruolo. Doveva diventare il coagulo di una aggregazione di tipo nuovo, più vasto, con altri protagonisti. La costituzione di un partito, che lui stesso ha subito, tant’è vero che più volte ha parlato di un superamento di Fli, era una necessità di passaggio molto limitante, che conteneva già nella sua nascita tutti gli elementi che l’hanno poi portato a diventare un frammento».
Qualche responsabilità Fini ce l’ha?
«Certo, è chiaro. Lui aveva tutta la forza per indicare la rotta Invece lo ha fatto nel modo in cui aveva gestito An, cioè immaginando che i colonnelli potessero sgravarlo da responsabilità ».
Ma secondo lei questa “cosa” di destra nascerà ?
«Guardi, non mi riguarda».
Domenico Naso
(da “Intelligo news“)
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