UNIVERSITA’: CROLLO DI ISCRIZIONI… E SCUOLE SENZA FONDI
A GENOVA QUASI 900 MATRICOLE IN MENO, FLESSIONE IN TUTTE LE FACOLTA’…. NELLE SCUOLE CITTADINE E’ DI 4 MILIONI DI EURO IL DEBITO DEL MINISTERO: GLI ISTITUTI ANTICIPANO, MA ORMAI SI TAGLIANO ORE, PROGETTI, SOSTITUZIONI…. SE ARRIVA L’INFLUENZA CI SARA’ IL TRACOLLO
Il fenomeno riguarda tutta l’Italia, anche se i dati sono riferiti alla città di Genova, in quanto la tendenza è nazionale e frutto di molteplici fattori.
La riduzione delle spese e i tagli operati dal Ministero non poteva d’altronde non avere poi un pensante impatto locale, anche se le varie Regioni cercano di intervenire con propri fondi per ridurre gli effetti delle nuove disposizioni e della cronica mancanza di fondi in cui operano molti istituti.
Diamo un’occhiata a un fenomeno molto accentuato che si sta presentando all’Università di Genova, il quinto ateneo italiano per “virtuosità “, secondo la scala Gelmini, e uno dei primi in Italia nelle varie classifiche nazionali degli istituti di ricerca.
Pur essendo in molti settori non certo una Università carente o dissestata, ma anzi da “prendere ad esempio”, sulla base dei dati parziali che mettono a confronto le immatricolazioni, a parità di data tra 17 settembre 2009 e lo stesso giorno del 2008, risultano iscritti al primo anno solo 2.594 studenti contro i 3.477 dell’anno scorso.
Sono dati parziali, mancano ancora alcuni giorni, ma il dato “meno 883” è segnale di una tendenza omogenea nelle varie facoltà : 190 iscritti in meno a Economia, 120 a Ingegneria, 116 a Scienza della Formazione (dato definitivo), 89 a Scienze, 70 a Giurisprudenza, 71 a Scienze politiche e Lettere.
Ad Architettura il dato più forte: solo 5 nuovi iscritti contro i 92 dello scorso anno.
Globalmente un calo sensibile, dalle 70 alle 200 unità per facoltà , gli stessi operatori che lavorano al Salone dell’immatricolazione si erano accorti del numero minore di aspiranti studenti rispetto al 2008.
Al di là dei pochi studenti che magari hanno tentato il test d’ingresso presso altre Università , la causa è da ricercarsi principalmente come un palese effetto della crisi economica.
Forse comincia a passare l’idea che un pezzo di carta non assicura lavoro e al tempo stesso richiede un costante impegno economico alle famiglie per 5 lunghi anni. E non tutti se la sentono.
Diversa emergenza invece per la scuola, alle prese con il rischio influenza e supplenze.
Le scuole elementari non hanno un euro per le supplenti, aspettano da gennaio i soldi del Ministero per l’ordinaria amministrazione e per ripianare parzialmente un debito pregresso che risale al 2006. Solo a Genova mancano 4 milioni di euro dalle casse delle scuole: gli istituti anticipano il denaro, tagliano progetti, ore, iniziative, ma ora non ci saranno neanche più gli insegnati in compresenza da utilizzare come “sostituti” per le emergenze e la situazione rischia di diventare esplosiva.
Un dirigente scolastico ha recentemente dichiarato alla stampa: “Non ci sono nemmeno i soldi per comprare il sapone, le salviette e il materiale igienico, figuriamoci se saremo in grado di pagare i sostituti di chi starà a casa per l’influenza. Siamo già in rosso di 6.000 euro e per la prima volta abbiamo dovuto chiedere un contributo alle famiglie. Indebolire la scuola in questo modo, dal punto di vista finanziario, significa inficiare il diritto allo studio”.
Altre scuole già annunciano che dovranno cancellare uscite culturali e naturalistiche sul territorio, i laboratori e i progetti, diventati ormai “un lusso”.
Perchè la Gelmini quando sui media parla di “scuola del merito” e della sua grande innovativa riforma del grembiule, non dedica magari un piccolo minuto a spiegare perchè ai singoli istituti non arriva da tempo un euro?
Non qualche euro in più, ma neanche quelli di cui per normativa avrebbero diritto.
Troppo comodo, Mariastella, spacciare i tagli per riforma e non dare mai spiegazioni.
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