“ORA BERLUSCONI HA PAURA DI FINIRE IN CARCERE†(E PER QUESTO TACE)
PER ADESSO EVADE DA PALAZZO GRAZIOLI E PASSA L’INTERA GIORNATA NELLA SEDE DI FORZA ITALIA… I FALCHI: “SE FINISCE DENTRO, IL COLLE PER PAURA DEL BOOM ELETTORALE LO SALVA”
“È pazzesco”. Silvio Berlusconi scorre il corposo faldone delle motivazioni e serra i denti in un ghigno di rabbia.
Batte il pugno sulla scrivania mentre tenta di leggere qualche brano del nuovo mattone contro di lui.
Il Condannato è disperato e rassegnato. Ripete: “È pazzesco”.
Aggiunge, intontito: “Mi convinco sempre di più che finirò in galera, solo così si fermeranno”.
Le motivazioni della sentenza Ruby investono come un ciclone Palazzo Grazioli, a meno di una settimana dal voto sulla decadenza di B. al Senato.
Nella Capitale il tempo è pazzo, anzi pazzesco. Alterna grandine e sole nel giro di cinque minuti.
Inseguito dall’incubo di nuove inchieste, da Milano (Ruby ter per corruzione di testimoni) e da Napoli (il filone Lavitola sugli appalti a Panama), atterrito dalla prospettiva di perdere seggio e libertà il prossimo 27 novembre, il Cavaliere alle quattro e mezzo del pomeriggio esce da Palazzo Grazioli e va alla sede di Forza Italia, in piazza san Lorenzo in Lucina.
Per il secondo giorno consecutivo. Mai accaduto sinora. Casa sua è sempre stata la vera base del partito carismatico.
È come se B. volesse evadere (questo il verbo giusto) dall’abitazione che condivide con la fidanzata Francesco Pascale.
Nella nuova sede, con lui, ci sono Denis Verdini, Raffaele Fitto, Saverio Romano.
Si fa vivo anche Marcello Dell’Utri. Una riunione fiume sull’organizzazione dei club Forza Silvio in tutta italia.
Esce la data dell’otto dicembre, l’Immacolata: una grande manifestazione di questi club a Milano, nell’illusione di oscurare le primarie del Pd, che decreteranno il trionfo di Matteo Renzi.
Il conto alla rovescia procede spietamente (ieri il Pd ha sentenziato: “Si vota il 27 e basta”) e il Condannato si dedica ai club, anzi cloeb, nella sua pronuncia.
Dettaglio che agli occhi sgranati dei suoi fedelissimi fanno pensare: “Che cos’ha in testa il presidente?”. Forse niente. È solo la speranza nelle sue presunte virtù taumaturgiche.
I “fuochi d’artificio”, altra espressione circolata ieri nel cerchio magico di B., verranno solo dopo il 27.
Uno strano, pazzesco pomeriggio. Tra la furia e la rimozione. Gli avvocati parlamentari, Longo e Ghedini, stendono la solita nota: “Sentenza surreale”. Ma di surreale c’è solo la lucida disperazione del Condannato che rimane in silenzio, ipnotizzato dall’eloquio dellutriano che gli illustra la strategia su come ringiovanire la rinata Forza Italia.
Daniela Santanchè parla di “femminicidio giudiziario”: “Donne magistrato che bollano a vita giovani donne come prostitute per avere chiesto o accettato regali da un uomo. Questa sentenza, oltre che falsa, è odiosa perchè usa la fragilità di donna e le uccide socialmente con l’unico intento di colpire per di più ingiustamente un uomo”. Gianfranco Rotondi, ex ministro del Pdl rimasto berlusconiano, allude al peggio: “Le motivazioni preparano la mossa finale”.
Il Cavaliere in galera. A bassa voce, lo ripetono tutti i falchi rimastigli vicini e che gridano al fango e alla volgarità : “Finirà in carcere”.
Il che, cinicamente, può essere anche un’opportunità elettorale: “Berlusconi martire in prigione ci farà volare”.
Tutto questo però partorisce un paradosso incredibile, a detta di due lealisti: “Napolitano non consentirà mai che il presidente finisca in carcere, proprio perchè teme un boom elettorale”.
Scenari da un bunker che vive la vigilia del “patibolo” di mercoledì prossimo senza dare l’impressione di combattere.
I falchi non si capacitano del silenzio berlusconiano.
Per un motivo: “Gianni Letta gli sta vendendo ancora la teoria alfaniana del rinvio del voto. È merce avariata, ma lui ci crede”. O fa finta di crederci.
Ieri, almeno fino a sera, Alfano non ha detto una parola sulle motivazioni.
Da qui al 27 non sono ancora in programma incursioni televisive. Porta a Porta per esempio, lunedì, che è il primo giorno utile a questo punto, ha previsto già una puntata dedicata al Pd.
Restano le tv di casa, ma non c’è nulla di certo. Unici punti fissi sono: il no alla legge di stabilità (sotto forma di astensione, forse, che al Senato vale come un voto contrario), il discorso da pronunciare in aule (e le fatidiche carte americane che lo scagionerebbero sulla frode fiscale Mediaset), il sit-in che stanno organizzando i fedelissimi per il 27 attorno a Palazzo Madama.
Manca il guizzo del Condannato, la pennellata che dà colore alla lotta e alla resistenza. Quella non c’è, per il momento.
C’è l’immagine triste del Satiro del Bunga Bunga che non convoca più le riunioni a Palazzo Grazioli e rimane fuori casa per tutto il giorno, come un qualunque marito insofferente.
Ieri, nel giorno in cui si sono conosciute le motivazioni della sua condanna per prostituzione minorile, il Cavaliere si è concesso una cena, sempre a san Lorenzo in Lucina, coi giovani del movimento azzurro guidato da Annagrazia Calabria.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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