Marzo 5th, 2011 Riccardo Fucile
LA GUARDIA DI FINANZA VERIFICA NELLA NOTTE LA CASA DI GABRIELE MORATTI: 500 METRI QUADRI A MILANO, ACCATASTATI COME LABORATORIO, POI PASSATI A UNITA’ COMMERCIALI, MA IN REALTA’ TRASFORMATI IN ABITAZIONE DI LUSSO, CON PISCINA DI ACUQA SALTA, POLIGONO DI TIRO, BAGNO TURCO E IMMENSE CAMERE DA LETTO
Mezzo migliaio di metri quadri ristrutturati, cinque capannoni trasformati sulla carta in «laboratorio» ma di fatto in una specie di reggia residenziale abusiva, magari con la garanzia di regolarizzarla senza problemi grazie al nuovo Piano del territorio appena approvato dal Comune: è questo il sospetto che ha fatto finire sotto inchiesta il 32enne Gabriele Moratti, figlio del sindaco milanese Letizia, con l’ipotesi di violazione edilizia.
Sospetti – appunto – di cui non solo si parlava ma erano anche già finiti sui giornali da tempo, salvo prendere improvvisamente corpo formale nel pomeriggio di ieri allorchè i militari della Finanza si sono presentati all’ingresso dell’edificio in questione con un mandato per entrare, fotografarlo, compiere tutti i rilievi del caso e acquisire i relativi documenti.
Di lì a poco, sulla base del loro rapporto, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo ha valutato che l’iscrizione di Moratti Jr. nel registro degli indagati non fosse rinviabile neppure di un giorno.
I cinque (ex) capannoni che oggi hanno comunque l’aspetto di un unico complesso da 447 metri quadri stanno al numero 30 di via Ajraghi, appena fuori dal centro storico di Milano in direzione nord-ovest: ristrutturati nel 2009, fin da subito oggetto di polemica in consiglio comunale, accatastati come laboratori.
Senonchè l’architetto Gian Matteo Pavanello, artefice del progetto, contestualmente a una lite giudiziaria tra lui e i Moratti sul mancato pagamento dei lavori pubblica un libro per dire che non di laboratorio si trattava bensì di magione «in stile Batman» con «bagno turco, piscina salata, camere da letto immense» e persino «poligono di tiro» sotterraneo.
Nel 2010, con 102mila euro di oneri, l’accatastamento si trasforma in commerciale.
Mai in abitativo, anche se l’architetto accusava già allora il giovane Gabriele di «averci abitato».
I tentativi di ispezione fatti in passato si erano fermati contro una porta chiusa: ma le foto scattate ieri dalla Finanza potrebbero finalmente aiutare a capire come stanno veramente le cose.
Nel frattempo l’ultimo capitolo – di questi giorni – è che l’approvazione del Piano generale del territorio consentirebbe comunque di regolarizzare tutto quanto con un semplice timbro.
Esplosa mentre ancora è ben vivo a Milano il rumore sulle case degli enti a vip e affini – il cui fascicolo è in mano allo stesso Robledo – la vicenda ha ovviamente mandato la politica locale in ulteriore fibrillazione.
Il Pd ha chiesto inutilmente al sindaco Letizia Moratti di presentarsi in Consiglio: «Se i sospetti fossero confermati – dice il capogruppo Pierfrancesco Majorino – la Moratti non dovrebbe presentarsi alle elezioni». «Ben venga la chiarezza ma così come le colpe dei padri non ricadono sui figli – ha replicato Giulio Gallera per il Pdl – al sindaco non possiamo certo imputare niente».
Sulla stessa linea il capogruppo della Lega, l’europarlamentare Matteo Salvini.
Nessun commento dal candidato del centrosinistra, Giuliano Pisapia.
Paolo Foschini
Rossella Verga
(da “Il Corriere della Sera“)
argomento: Comune, denuncia, elezioni, Milano, PdL, Politica, radici e valori | Commenta »
Marzo 5th, 2011 Riccardo Fucile
PER TRAVAGLIO “FINI E’ IL PRIMO POLITICO DELLA STORIA CHE ABBIA OSATO METTERE IN DUBBIO LA IMPARZIALITA’ DI BRUNO VESPA”… MA I RAPPORTI DI VESPA, DI SUA MOGLIE E DI SUO FRATELLO CON IL PREMIER INDUCONO A PENSARE CHE IL FEELING SIA IN CORSO DA TEMPO
Spero che a nessuno sfugga il dramma di Bruno Vespa. 
Già nervosetto per la fine prematura del “giallo di Brembate”, su cui aveva programmato un centinaio di puntate e commissionato un paio di plastici ad hoc, l’altra sera s’è ritrovato in studio il primo politico della storia che abbia osato mettere in dubbio la sua imparzialità : non, naturalmente, uno del Pd (quelli anzi lo adorano: ultima new entry il rottamatore rottamato Renzi), ma Fini.
Ogni volta che il presidente della Camera criticava B., Vespa lo difendeva con tutto l’amore che solo lui (e Fede e Minzolingua e un tempo Bondi) ancora gli porta.
Quando poi Fini gli ha ricordato “lei è molto informato su quello che fa Berlusconi, visto che lo frequenta”, l’altro ha ribattuto scuro in volto: “Non frequento Berlusconi”.
A questo punto si apre un caso umano di dimensioni inaudite.
B. pubblica i libri di Vespa tramite la Mondadori, ma Vespa non lo frequenta. B. presenta ogni libro di Vespa anche due o tre volte, ma Vespa non lo frequenta.
B., negli ultimi due mesi prima dell’uscita dei libri di Vespa, smette di parlare in pubblico e dice tutto in esclusiva a Vespa che lo gira subito alle agenzie per fare pubblicità al libro che ancora non c’è, ma Vespa non lo frequenta. Sempre tramite Mondadori, B. pubblica Panorama, che ogni settimana vanta una rubrica di Vespa, si spera ben retribuita dalla famiglia B., ma Vespa non lo frequenta.
Sempre tramite Mondadori, B. pubblica il femminile Grazia, che vanta una rubrica di Vespa, si spera ben retribuita dalla famiglia B., ma Vespa non lo frequenta.
Sempre a Panorama lavora Stefano Vespa, fratello di Bruno, stipendiato dalla famiglia B., ma Bruno non lo frequenta.
B. ha nominato i vertici Rai che hanno regalato al pensionato Vespa un contratto di collaborazione da 2 milioni di euro l’anno, ma Vespa non lo frequenta.
Vespa ha allestito per B. memorabili set a Porta a Porta: tipo la scrivania in ciliegio per il “Contratto con gli italiani” e la cartina dell’Europa su cui B. tracciò a pennarello le Grandi Opere prossime venture (compresa la linea ferroviaria Roma-Mosca che “sto trattando con la Russia dell’amico Putin per aprire un corridoio negli Urali e collegarci all’Oceano Pacifico”), ma Vespa non lo frequenta.
L’estate scorsa Vespa organizza a casa sua una cena col cardinal Bertone, il governatore Draghi, il finanziere Geronzi, il ciambellano Letta e i piccioncini Berlusconi e Casini per farli tornare insieme, ma Vespa non lo frequenta. Nel 1993 la gip Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa, si astiene sulla richiesta di arresto per Letta e Galliani, coinvolti nello scandalo delle mazzette Fininvest per la legge Mammì, perchè “sono amici di famiglia”, ma Vespa non lo frequenta.
Il secondo governo B. ha assunto come dirigente al ministero della Giustizia la giudice Iannini, moglie di Vespa, poi confermata dal secondo governo Prodi grazie a Mastella e dal terzo governo B. grazie ad Alfano, che l’ha addirittura promossa a capo dell’ufficio legislativo di via Arenula, ma Vespa non lo frequenta.
Vespa dà del tu anche nei suoi libri all’ex avvocato di B., Cesare Previti, noto corruttore di giudici fra i quali l’ex capo dei gip Renato Squillante, amicone della signora Iannini, che ogni domenica s’intratteneva con lui in amabili colazioni al bar Tombini, ma Vespa non lo frequenta.
Di recente la signora Iannini ha reso visita un paio di volte a B. a Palazzo Grazioli, al seguito del ministro Alfano, partecipando a riunioni con gli avvocati di B. sui processi a B., ma Vespa non lo frequenta.
A questo punto la questione diventa umanitaria: non si può lasciare un insetto in queste condizioni.
Se ci tiene tanto a conoscere B., va accontentato. Ruby ha il cellulare di B. e lui no?
Chi può, per favore, organizzi un incontro fra i due: che so, una cenettina a lume di candela.
Magari non si piacciono e la cosa finisce lì.
O forse, chissà , scocca la scintilla e da cosa nasce cosa.
Marco Travaglio
(da “Il Fatto Quotidiano”)
argomento: Berlusconi, governo, la casta, PdL, Politica, radici e valori, RAI | Commenta »
Marzo 5th, 2011 Riccardo Fucile
FAGGIOLI IN FUGA DAL PREMIER: “FINALMENTE UNA VACANZA MIA DOPO SEI ESTATI, SEI CAPODANNI E SEI COMPLEANNI”…NELLE INTERCETTAZIONI SUL CASO RUBY ANCHE GLI SFOGHI DI TANTE RAGAZZE PREOCCUPATE PER LA CARRIERA
Sei feste di capodanno col premier, ma l’irresistibile voglia di togliersi da una situazione ormai scomoda.
E’ quello che Barbara Faggioli, una delle ragazze del bunga bunga, racconta al telefono all’amica e valletta molto nota negli ambienti televisivi di Cologno Monzese, Elenoire Casalegno.
‘Sii furba e basta, prenditi quello che ti devi prendere e poi levati dai c…., fine”. E’ questo il consiglio che la Casalegno dà alla Faggioli, la showgirl ospite alle feste ad Arcore, a proposito del suo rapporto di conoscenza con Silvio Berlusconi.
E’ un passaggio di una delle intercettazioni sul caso Ruby depositate dai pm di Milano insieme alla richiesta di giudizio immediato per il premier.
Lo scorso 8 gennaio le due al telefono parlano della scelta della Faggioli di cambiare vita: “Ti dico — afferma la Casalegno — io son ben felice se tu oggi decidi di svoltare e di cambiare. Son felice, ma sono felice per te perchè ti voglio bene, e penso che per il bene del tuo futuro, è positivo, questa cosa, questa scelta, però nello stesso tempo ti dico non buttare da, da imprenditrice ti dico, non buttare mica via sei anni”.
E della sua frequentazione col capo del governo lunga sei anni Faggioli ne parla anche il giorno prima durante una telefonata con Aris Espinosa, un’altra delle ragazze presenti alle serate a Villa San Martino.
La Faggioli è appena ritornata da un viaggio e confida all’amica: “Amore mio è il primo anno dopo sei anni che non passo un capodanno con lui e me ne vado a fare una vacanza mia dopo sei estati, sei capodanni, sei compleanni, uno ci sta”. La showgirl, per cui era stato ventilato anche un progetto nel mondo della politica, dice anche di aver da poco “chiamato a casa sua ma non me l’hanno passato” e di essere indecisa se andare da lui.
Michelle Conceicao, la brasiliana che la notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi chiamò Berlusconi per dirgli che Ruby si trovava in Questura a Milano per via di un furto aveva “parlato mille volte” a Lele Mora, avvisandolo che Ruby “va a fare un casino” ma non è stata creduta.
E’ quanto scrive la donna, ritenuta dagli inquirenti una escort, in un sms inviato a Marysyhell Polanco e che si trova tra gli atti.
Michelle, il 15 gennaio scorso, il giorno dopo le perquisizioni alla ragazze ospiti ad Arcore, scrive alla modella dominicana in un italiano sgrammaticato: “Vorrei dirte che io non ho mai parlato di te e Nicole (Minetti ndr) perchè lo so que tu e lei non centra nulla. Però se ti ricordi ho parlato mille volte a Lele che Ruby va fare un casino. Ma vuoi non me anno greduti…”. “Io quello che poso fare sto facendo quando sono della pm Boccassini”.
Sempre da quanto emerge dalle carte c’è stato anche il tentativo da parte della Polanco di avvisare Berlusconi subito dopo le perquisizioni alle giovani coinvolte nel caso Ruby: lo stesso giorno, la ragazza cerca di mettersi in contatto con il Capo del governo.
Attorno alle 19.45, quando ormai l’operazione della polizia è più o meno terminata e le ragazze sono state ascoltate dagli investigatori, Marysthell chiama Alfredo Pezzotti, stretto collaboratore di Berlusconi: “Ho un’urgenza di parlare con il presidente”, dice la showgirl.
E alla risposta che in quel momento ” è impegnato però lascio la chiamata e poi vediamo cosa può fare”, Marysthell spiega: “Eee perchè è urgente devo dirgli questo, per quello che è successo a Milano, non so se lui lo sa”.
Alfredo: “Si, si eh, lo sa, lo sa, lo sa”.
Quello stesso giorno la Procura aveva inviato al premier l’invito a comparire accusandolo di concussione e prostituzione minorile e alla camera la richiesta di poter perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli.
”Mi devono veramente baciare ilc… che non sono finiti tutti dentro”.
E’ quel che dice invece Caterina Pasquino, la giovane che denunciò Ruby di furto facendola finire in Questura la notte tra il 27 e il 28 maggio scorso, all’ex calciatore del Livorno Fabio Galante, in una conversazione intercettata e ora tra gli atti allegati alla richiesta di giudizio immediato avanzata dai pm di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi.
Pasquino lo scorso 9 gennaio, al telefono con Galante, spiega che “Lele Mora le deve moltissimi soldi ma si nega al telefono” e aggiunge “di non aver mai lavorato per lui e la sua agenzia, ma di avergli solo fatto una cortesia”.
“Ci lavoro in questo ambiente da 14 anni — dice la Pasquino a Galante — (…) conosco il mondo dello spettacolo, ho fatto piccole cose, pubblicità , queste cose eccetera”.
La ragazza, a proposito di “come funziona il mondo dello spettacolo”, ha sottolineato di non essere mai riuscita a “stare a letto con un uomo se non mi piace (…)” e quindi di non essere “una così perchè devo avere successo e quindi non sono mai riuscita, però (…) mi fa un pò paura questa situazione”.
Poi la cubista confida all’amico: “Adesso mi stanno chiamando tanti registi come Leonardo Pieraccioni cioè, tramite amicizie, amici di Massimo Matta, ha voluto il mio contatto e mi ha chiamato lui che vuole che faccio una parte con lui”.
Dopo di che aggiunge: “Ho detto guarda che io non ho mai lavorato per quell’agenzia con Lele, ho fatto solo una cortesia a lui”.
E più avanti: “Fabio, veramente mi devono baciare il c… che non sono finiti tutti dentro”.
Caterina Pasquino continua a parlare dell’ambiente legato al talent scout “Io neanche li conosco amore, io non ho a che fare con quella gente (…). Una volta sono stata a mangiare a casa di Lele, ma mai confidenza più di un ciao. Non frequento quella gente lì”.
I due parlano poi di Barbara Guerra e la Pasquino dice: “No, lei non guarda in faccia se è vecchio o giovane (…) l’importante è che guadagna”.
Racconta inoltre di “una sera a casa di Lele (Mora ndr): non ci andrò mai più perchè mi sentivo imbarazzata perchè vedevo cioè gente che se ne andava, le ragazze che erano lì a tavola con gente vecchia, il vomito”.
E’ preoccupata invece per la sua ‘carriera’ Alesandra Sorcinelli.
L’ex meterorina teme che essere stata perquisita ed essere una delle ragazze finite al centro del caso Ruby per le serate ad Arcore, possa crearle dei problemi con la selezione per partecipare all’Isola dei Famosi.
La sera del 14 gennaio scorso, dopo le perquisizioni e in piena bufera, la Sorcinelli si precipita a chiamare Lele Mora raccontandogli di quel che è accaduto, compreso l’interrogatorio come testimone in questura.
La giovane dice al talent scout: “Chiaramente sì sono pazzi, sono totalmente pazzi e poi ti volevo dire anche un’altra cosa che era quella dell’isola, ma a sto punto io non, cioè non, siccome ero in ballo (…) ero in ballo per l’isola”. Mora: “Ah sì beh, ma tanto non tiii, se eri in ballo per l’isola problemi non ce ne sono, in ballo sei e in ballo resti”. Alessandra: “In ballo resto, dici?”. Mora: “Ma certo tesoro”.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: Berlusconi, Costume, denuncia, governo, Parlamento, PdL, Politica, radici e valori | Commenta »
Marzo 5th, 2011 Riccardo Fucile
L’ANNUNCIA L’EX DIRETTORE FILIPPO ROSSI SU FACEBOOK: IN POCHE ORE IL LINK CONDIVISO DA 1.000 PERSONE… “CONTINUEREMO A FARE FUTURO. SAREMO ANCORA PIU’ LIBERI, INDIPENDENTI E SCONVOLGENTI, CONTRO CHI CI VUOLE NORMALIZZATI”
L’ex direttore Filippo Rossi annuncia sulla propria pagina Facebook, la nascita di una nuova
testata on line.
In meno di due ore, il link alla pagina del nuovo magazine viene condiviso da circa mille persone
“Non ci priveremo della possibilità di avere altri mezzi di informazione”.
Il leader Fli Gianfranco Fini lo aveva preannunciato ieri a Porta a Porta: “La speranza è che il Secolo d’Italia venga preservato nella sua autonomia, ma il fronte della comunicazione politica non resterà sguarnito qualora il nuovo Cda intendesse chiudere la ‘fase Perina’”, aveva specificato il presidente della Camera.
La chiusura della testata ‘Ffwebmagazine’ da parte della Fondazione FareFuturo, però, ha privato i futuristi di una punta di lancia nel dibattito quotidiano, politico e culturale.
E oggi, l’ex direttore Filippo Rossi annuncia, anche sulla propria pagina Facebook, la nascita di una nuova testata on line “Il Futurista”.
“Continueremo a fare futuro”.
Filippo Rossi lo aveva annunciato su Facebook martedì, poche ore dopo la chiusura della sua creatura e lasciando intuire che qualcosa già bolliva in pentola.
Anche sul suo blog sul fattoquotidiano.it Rossi aveva detto: “Possono chiudere un contenitore, ma non far tacere chi ha la forza di pensare!”.
E oggi, sempre su Facebook, ecco l’annuncio: sta arrivando Il Futurista.
In meno di due ore, il link alla pagina del nuovo webmagazine viene condiviso da circa mille persone.
E, a quanto si apprende, entro una settimana, dieci giorni, Il Futurista sarà on line.
“Sarà un nuovo contenitore online — spiega Rossi, presentando la sua nuova testata — in cui porteremo lo spirito corsaro che ha sempre caratterizzato Ffwebmagazine. Ma questa volta saremo ancora più liberi, ancora più indipendenti, ancora più sconvolgenti…”.
Il Futurista continua Rossi, sarà dunque “una piattaforma su cui porteremo avanti, con rinnovata energia, la nostra battaglia culturale. E lo faremo con gli strumenti e le modalità proprie dell’età di Internet: partecipazione e condivisione, osmosi culturale e superamento dei vecchi steccati”.
“Contro tutte le burocrazie, contro chi non ci mette la faccia, contro chi ci vuole ‘normalizzati’, uno schiaffo all’Italia che non ci piace”, scrive Rossi sulla sua bacheca.
E aggiunge: “In fondo, si tratta di una sfida che è innanzitutto generazionale. E che proprio per questo è ‘futurista fino al midollo…”.
argomento: Fini, Futuro e Libertà, Politica, radici e valori | Commenta »
Marzo 5th, 2011 Riccardo Fucile
LA DEPUTATA ELVIRA SAVINO ACCUSATA DOPO LE RETATE ANTIMAFIA A BARI NEL 2009…AVREBBE FATTO DA PRESTANOME AL CLAN PARISI, RICICLANDO DENARO SPORCO… AMICA DI SABINA BEGAN, L’APE REGINA DEL PREMIER, HA FATTO UNA RAPIDA CARRIERA
Tutte le strade portano a Bari. Dove sesso, politica e affari sono i pilastri di un sistema di potere vincente.
Lo usava Giampaolo Tarantini, piazzando escort nel lettone di palazzo Grazioli e nelle ville dei padroni della sanità pugliese.
Lo usano ancora oggi altri imprenditori senza scrupoli che riforniscono di allegra compagnia chi arbitra gli appalti.
Ma prima di loro c’è stato un imprenditore, spregiudicato negli affari e nelle conquiste galanti, che è riuscito a creare una scuderia vincente.
E a metterla al servizio del più feroce boss della mafia pugliese.
Il cervello di queste operazioni che mette insieme piacere, corruzione e riciclaggio è Michele Labellarte, un bancarottiere morto a 48 anni nel settembre 2009, passato dagli investimenti nella new economy a quelli nel mestiere più antico del mondo.
Il suo fascino di playboy gli ha permesso scoperte che poi si sono imposte alla corte di Silvio Berlusconi.
A partire da due ragazze che a Roma si sono fatte valere: Elvira Savino, oggi deputata del Pdl, e Sabina Began, una modella slavo-tedesca, famosa come “l’ape regina” intorno a cui ronzavano le ragazze che hanno allietato tante nottate del premier.
Un tempo le due vivevano insieme, dividendo una camera in affitto nella capitale.
Poi come in una favola, Elvira ha conosciuto il Cavaliere e nel 2008 è stata eletta in Parlamento. “Non è però stata Sabina a presentarmi Berlusconi. Il fatto che vivessimo entrambe lì è solo un caso”, assicura l’onorevole Savino.
In Puglia però ha lasciato pessimi ricordi, peccati di gioventù che rischiano di avere una pesante rilevanza penale.
In questi giorni nel Tribunale di Bari si è aperto il processo contro di lei per riciclaggio.
L’accusa è semplice: avrebbe fatto da prestanome al clan Parisi, intestandosi uno dei conti usati per ripulire i guadagni della famiglia mafiosa.
Nel 2009, quando una maxiretata decimò la cosca cittadina, la neoparlamentare sembrava intenzionata a farsi interrogare dal pm Elisabetta Pugliese per chiarire la sua posizione.
Poi ha preferito tacere e affidarsi a una nota difensiva in cui respinge ogni accusa.
Tutta colpa di Labellarte. Uno che si era lanciato nella bolla informatica di inizio millennio, tra party, società web e pacchi di fatture gonfiate per frodare il fisco. Poi l’arresto e l’amicizia in cella con il padrino più temuto e più ricco di Puglia, che gli affiderà il suo tesoro.
I boss, spiega il pm Elisabetta Pugliese ai giudici, “avevano ben capito che dovevano investire il denaro”, creando “legami che con il tempo si sono consolidati col mondo imprenditoriale, delle professioni, delle banche, della pubblica amministrazione, insinuandosi nella società civile e inquinandola”.
La mafia pugliese, dunque, “non è più una questione tra gruppi malavitosi”.
E il pubblico ministero accusa: “È una questione che coinvolge tutti noi e che deve farci interrogare su quello che possiamo e dobbiamo fare, salvo diventare complici se non tecnicamente almeno moralmente”.
A fare breccia nella borghesia provvedeva Labellarte, che tutti conosce e tutto riesce ad ottenere.
Ma l’imprenditore dalla tripla vita non può aprire conti a suo nome e così arruola le sue amiche più care.
Come Sabina Began, che si sarebbe messa a disposizione per l’intestazione di un altro deposito bancario.
Poi lei si trasferisce a Roma, dove incontra Berlusconi e diventa di casa a palazzo Grazioli, dove introduce aspiranti veline, cubiste e accompagnatrici.
È con lei che Silvio festeggia la vittoria del 2008 che lo ha riportato a Palazzo Chigi: stando alle cronache, la teneva sulle ginocchia cantando “Malafemmina”. Ed esclamava divertito: “Se qualcuno mi facesse ora una foto, varrebbe 100 mila euro”.
Un anno dopo “il Tempo” scrive: “Sabina Began sfoggia un nuovo tatuaggio sulla caviglia.
Una farfalla circondata dalla frase: “L’incontro che ha cambiato la mia vita: S. B.”. Che sono le sue iniziali, ma non solo”.
Sono le due bellezze venute dal Sud a presentare al Cavaliere amici poco raccomandabili.
La Began gli fa conoscere Giampy Tarantini, invitandolo a villa Certosa: l’inizio di un feeling tra l’industriale barese e il capo del governo, testimoniato da decine di telefonate e da schiere di escort convogliate da Bari fino alla capitale.
Il matrimonio della Savino, con il premier testimone della sposa, è l’occasione che il brillante riciclatore Labellarte sfrutta per avvicinare il presidente del Consiglio e – secondo alcune testimonianze – conversare a lungo con lui.
Questa capacità di infilarsi ovunque è la forza di Labellarte.
Che aveva fornito al clan le relazioni per concretizzare un’operazione senza precedenti: costruire il più grande campus universitario d’Italia, un megaprogetto nel comune barese di Valenzano.
L’opera – stando all’inchiesta – sarebbe stata lanciata grazie all’intercessione dell’onorevole Savino.
Il suo intervento si rivela prezioso soprattutto per ottenere le “manifestazioni d’interesse” di due ministeri, Istruzione e Sviluppo economico.
Di fatto l’inchiesta è come un ascensore in continuo movimento dai sotterranei del crimine ai tetti più alti del potere.
Da una telefonata a un incontro, da un prestanome a un nuovo affare, un unico filo finisce per collegare i criminali agli avvocati, i boss ai colletti bianchi, i soldi sporchi alla politica.
Come in un domino impazzito, le mosse dei mafiosi provocano ripercussioni che arrivano fino alle stanze del governo, con il ministro Mariastella Gelmini che si trova a raccomandare un maxi-campus segnalato dall’onorevole amica del riciclatore.
O dell’opposizione, con il senatore Nicola Latorre del Pd citato da Labellarte come possibile terminale di uno scambio tra “voti” e “accordini”.
La morte dell’imprenditore, stroncato da una malattia, tra la paura del boss di vedere sfumare i suoi investimenti, non ha ostacolato le indagini della procura. C’è un filone dell’inchiesta che continua ad andare avanti e a ricostruire i rapporti di potere sotterranei nella capitale della Puglia.
Nel mirino ci sono affari benedetti da politici di sinistra.
Nel troncone originario restano ancora indagati gli avvocati Gianni Di Cagno, ex componente del Consiglio superiore della magistratura ed ex vicepresidente della provincia di Bari, e Onofrio Sisto: due nomi notissimi in città , entrambi considerati vicini politicamente a Massimo D’Alema.
E nella nuova inchiesta di Bari salta fuori ancora una volta il “metodo Tarantini”: oltre alle mazzette in denaro c’erano le escort, pronte ad ammorbidire gli uomini di partito.
Lirio Abbate
(da “L’Espresso”)
argomento: Berlusconi, Costume, criminalità, denuncia, Giustizia, governo, Parlamento, PdL, Politica, radici e valori | Commenta »
Marzo 5th, 2011 Riccardo Fucile
DENUNCIATA DALL’ORDINE DEI PSICOLOGI E’ ORA SOTTO INCHIESTA IN PROCURA: QUANDO E’ STATA SCOPERTA HA CANCELLATO DAL SUO SITO IL CURRICULUM MEDICO… NOMINATA DALLA LEGA ASSESSORE ALLA REGIONE LOMBARDIA PER AVER AIUTATO RENZO BOSSI NELLA CAMPAGNA ELETTORALE A BRESCIA
L’assessore regionale della Lombardia Monica Rizzi probabilmente avrà
sorriso leggendo del ministro tedesco Guttenberg, che si è dimesso perchè accusato di plagio: avrebbe copiato la tesi con cui ha ottenuto il dottorato di ricerca.
Cosa avrà pensato Monica Rizzi?
Lei che, secondo la denuncia dell’ordine degli psicologi che ha portato all’apertura di un fascicolo in procura a Milano, per anni ha partecipato a convegni e accettato consulenze in veste di psicanalista?
Quando è stata “scoperta” ha cancellato dal suo sito il curriculum medico, sino ad allora costantemente aggiornato.
Il problema per Monica Rizzi non è stato valutare se dimettersi o meno ma come poter comunque approdare in consiglio regionale.
Così è stato. Diventando assessore allo sport.
I meriti? Anche quello di aver seguito, cresciuto, guidato per mano Renzo Bossi alla sua prima campagna elettorale a Brescia.
A smascherare Monica Rizzi, lo scorso maggio, era stato il Fatto Quotidiano. Raccontando che nel curriculum dell’allora candidata alle regionali figurava il titolo di “psicologa e psicoterapeuta infantile”.
Specializzata nel recupero dei bambini vittime di abusi.
Rizzi dichiarava di aver lavorato “per una decina d’anni nel campo specifico del recupero dei minori abusati”.
E risulta che abbia addirittura collaborato con il Tribunale dei minori di Brescia. E qui cominciano i guai.
Perchè il suo nome, nell’albo regionale dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, non c’è; e non c’è in nessun albo d’Italia.
Non è solo un problema formale: perchè per dirsi psicologi è necessario avere una laurea, aver fatto un anno di tirocinio, aver superato l’esame di Stato e quindi essere iscritti all’Ordine.
Altrimenti, esercitare la professione di psicologo, o anche solo fregiarsi di quel titolo, è un reato penale.
Roba da procura della Repubblica.
Come dirsi medico senza averne i titoli.
E infatti la Procura di Milano, su esposto dell’ordine lombardo, ha aperto un’indagine a carico dell’assessore. Che non sembra preoccuparsene.
Non come il ministro tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg.
Il barone bavarese di 39 anni si è dimesso perchè accusato di plagio: avrebbe copiato il settanta per cento della tesi con cui ha ottenuto un dottorato di ricerca dall’università di Bayreuth.
Lui ha immediatamente rinunciato a usare il titolo di dottore e l’ateneo ha ritirato il PhD che Guttenberg aveva conseguito nel 2007.
Due giorni fa, infine, quello che era tra i più apprezzati ministri del gabinetto di Angela Merkel, ha rassegnato le proprie dimissioni.
Con queste parole: “È la decisione più dolorosa della mia vita ma è mio dovere fare questo passo. È un diritto dei cittadini, e in particolare dei soldati che rischiano la vita per compiere il proprio compito, avere piena fiducia in chi ha le massime responsabilità politiche. Quando questa fiducia si incrina a un ministro della Difesa non resta che dimettersi”.
Monica Rizzi del resto non è un ministro.
E’ “solo” un assessore (dodicimila euro al mese più varie ed eventuali) della Regione Lombardia.
Posto conquistato sul campo aiutando il Trota.
Il rapporto di “piena fiducia” con la Lega è stato onorato: Renzo Bossi è stato eletto a Brescia anche grazie al suo aiuto.
La laurea in psicologia? Chi ne parla viene querelato.
Come l’ex portavoce Marco Marsili. Rimosso dopo aver pubblicato un libro dedicato al caso Ruby, si è scagliato contro l’assessore dicendo che dovrebbe “preoccuparsi dell’indagine della Procura della Repubblica di Brescia circa la sua laurea in psicologia”.
Rizzi ha dato mandato al suo legale per querelare Marsili.
L’avvocato Alessandro Diddi sostiene che non ci sono guai in arrivo per Rizzi anche se l’assessore effettivamente non è laureato.
“L’assessore Rizzi — chiarisce il legale — non ha alcuna laurea in psicologia e, dunque, non ha da temere per titoli che non ha mai conseguito e nemmeno mai esibito. Non ha da temere alcuna indagine perchè non le consta che la stessa sia esistente e, anche lo fosse, sarebbe pronta in ogni momento a spiegare con serenità qualunque contestazione”.
Insomma, in Germania per un presunto plagio un ministro si dimette, in Padania per una laurea finta un assessore querela.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: Bossi, Costume, denuncia, governo, la casta, LegaNord, Politica, radici e valori | Commenta »
Marzo 5th, 2011 Riccardo Fucile
SALTA L’INTESA DI DICEMBRE IN TEMA DI TRASPORTO PUBBLICO E DI TAGLI PREVISTI DALLA MANOVRA…SOLO QUATTRO REGIONI FAVOREVOLI AL NUCLEARE…IL PROBLEMA DEI TG REGIONALI
«Al governo abbiamo detto che, dal momento che non ha onorato i contenuti dell’accordi siglato nel dicembre scorso, l’intesa sul federalismo regionale per noi non c’è».
A dirlo è stato il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani, al termine della conferenza Stato-Regioni.
«Le Regioni vanno a questo incontro con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, con la piena disponibilità a costruire un quadro concertato di azioni che impegni tutta la Repubblica italiana» ha detto Errani, al termine della conferenza Stato-Regioni e poco prima dell’inizio dell’incontro con Maroni sull’emergenza Libia.
«Ascolteremo cosa il ministro avrà da dirci – ha concluso Errani – e poi faremo le nostre valutazioni».
L’accordo con il governo siglato a dicembre, che ha portato le regioni a dare l’intesa sul decreto di attuazione del federalismo che le riguarda, deve essere concretizzato «rapidissimamente».
Si tratta «di un punto molto importante. La situazione è molto critica».
Vasco Errani, torna sull’accordo siglato il 16 dicembre scorso con il ministro della Semplificazione, Calderoli, per il finanziamento del trasporto pubblico locale e per i tagli previsti dalla manovra.
A margine della Stato-regioni, ai giornalisti Errani spiega: «Visto che il governo non ha ancora onorato l’accordo di dicembre, che comprendeva anche il federalismo regionale, per noi quell’accordo non c’è. Ciò significa che il governo deve rapidissimamente deve far fronte agli impegni che abbiamo condiviso».
Le autonomie hanno anche espresso il loro parere sul decreto relativo ai criteri per la localizzazione degli impianti nucleari. «La maggioranza delle regioni ha espresso un parere negativo. Solo 4 regioni ossia Piemonte, Lombardia, Campania e Veneto – ha detto Errani – hanno espresso un parere favorevole mentre le altre hanno espresso un parere contrario».
«Abbiamo rappresentato alla commissione di Vigilanza Rai – ha aggiunto poi Errani – la necessità di sensibilizzare i vertici Rai rispetto alla prospettata cancellazione della edizione serale dei telegiornali regionali», ha dichiarato Vasco Errani.
«Su questo tema abbiamo riscontrato interesse e sensibilità da parte di tutti i commissari. Si tratta di garantire il diritto all’informazione e in questo momento in cui si discute sulle necessità di un processo federalista si dovrebbe prevedere valorizzare e ampliare i notiziari regionali».
argomento: denuncia, economia, emergenza, Energia, federalismo, governo, PdL, Politica, Regione | Commenta »