Marzo 29th, 2011 Riccardo Fucile
PASSA UN EMENDAMENTO DEL PD, DECISIVE LE ASSENZE DEI RESPONSABILI …VOGLIONO FAR PESARE IL LORO SOSTEGNO AL GOVERNO E RICATTANO OGNI VOLTA L’ESECUTIVO CHIEDENDO POLTRONE… BERLUSCONI VITTIMA DEI SUOI SISTEMI
Governo battuto in aula alla Camera sulla disciplina dell’attività di costruttore edile: l’assemblea di Montecitorio ha approvato, contro il parere dell’esecutivo, un emendamento del Pd al testo: 259 i sì e 250 no. Determinanti le assenze nei banchi della maggioranza.
Nelle file del Pdl mancavano infatti 51 deputati (32 in missione e 19 assenti). Nove le assenze della Lega (sei in missione e tre assenti).
Dieci i deputati di Iniziativa responsabile che non hanno partecipato al voto: quattro in missione e sei assenti.
Sui banchi dell’opposizione erano presenti il 90,7 per cento dei rappresentanti del Partito democratico e il 59% di quelli dell’Italia dei valori.
Per il governo è stata la sconfitta numero 70 dall’inizio della legislatura. L’emendamento approvato, spiega la parlamentare del Pd Chiara Braga, “esplicita meglio il contenuto dell’articolo ed evita il rischio di problemi interpretativi della norma in fase attuativa”.
“L’approvazione – aggiunge – va nell’ottica di evitare un appesantimento burocratico visto che le imprese sono già in crisi mentre è necessario qualificarle.”
Vista la conta della presenze, a decidere le sorti della votazione sembrano essere state le assenze dei Responsabili.
Banchi vuoti non a caso, ma per far ‘pesare’ la loro presenza in aula per condizionare le sorti del governo e accelerare i nuovi incarichi governativi.
argomento: Berlusconi, Bossi, Costume, denuncia, governo, LegaNord, Parlamento, PD, PdL, Politica | Commenta »
Marzo 29th, 2011 Riccardo Fucile
ORMAI IL GOVERNO E’ NEL CAOS: I MIGRANTI SONO 6.200 E PER IL RELITTO UMANO BOSSI LA SOLUZIONE E’ “FUORI DALLE BALLE”… LOMBARDO: “BOSSI SI DOVREBBE VERGOGNARE”…MENIA: “IL GOVERNO DICA COSA INTENDE FARE”…FINI PREOCCUPATO CHIEDE GARANZIE PER I MINORI
A Lampedusa è caos immigrati.
Gli sbarchi proseguono, l’isola è allo stremo e alla vigilia del Consiglio dei ministri straordinario sulla questione, la politica si interroga su come affrontare l’emergenza.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parla di «situazione inaccettabile» e fa appello a tutte le Regioni affinchè aiutino Lampedusa accogliendo gran parte degli immigrati sbarcati nei giorni scorsi in nome «di un spirito di coesione e solidarietà ».
Il capo dello Stato è convinto che sull’isola si debba intensificare «come già si sarebbe dovuto fare nei giorni scorsi, l’afflusso dei mezzi necessari per portare via gran parte delle persone sbarcate nei giorni scorsi».
Per Napolitano «l’Italia, le singole Regioni italiane, non possono dare uno spettacolo di incertezza e divisioni come si rischia di dare. Non ci può essere una Regione che accetta di accogliere una parte degli immigrati e un’altra regione che dice di no».
La convinzione che emerge da più parti è che il problema non sia solo italiano e che per questo servono «politiche univoche sia sull’immigrazione che sull’asilo politico».
«Speriamo che tutto ciò» sia possibile nelle prossime settimane, è l’auspicio del capo dello Stato.
«L’Unione Europea deve intervenire presto» ha detto anche Umberto Bossi, usando però una espressione dialettale lombarda poco felice per rispondere ai cronisti a Montecitorio che gli chiedevano quale possa essere davvero la soluzione per Lampedusa.
«Foeura di ball» ha detto il Senatùr.
Parole che hanno immediatamente sollevato polemiche.
«Maroni dice alle Regioni “prendeteli”, Bossi dice “foeura di ball”, adesso il governo si metta d’accordo», ammonisce il segretario Pd Pier Luigi Bersani a margine della presentazione di un libro a Roma.
Per la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro, le dichiarazioni di Bossi sono «non degne di un ministro» e «dietro le sparate propagandistiche si nasconde solo l’incapacità del governo Berlusconi ad affrontare, con la legge voluta e votata dalla destra, un’emergenza».
««Bossi si dovrebbe vergognare – attacca il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo -. Se avesse visto quello che accade a Lampedusa, così come lo abbiamo visto noi, si sarebbe dovuto vergognare delle sue affermazioni».
Roberto Menia, coordinatore nazionale di Fli, chiede al numero uno del Carroccio e al titolare del Viminale Roberto Maroni «di sapere quali siano realmente le opinioni, le prospettive e le soluzioni che si delineano da Palazzo Chigi» per affrontare l’emergenza migranti.
«Non c’è spazio per scherzare o per fare battute, il governo deve risolvere i problemi e questo è un problema epocale, una migrazione straordinaria rispetto alla quale anche l’opposizione deve aiutare» tuona il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini commentando le parole di Bossi sugli immigrati.
In giornata, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ricevuto a Montecitorio il direttore generale di «Save the Children» Italia, Valerio Neri. Nel corso dell’incontro Neri ha espresso la preoccupazione della Ong per la mancata predisposizione, ad oggi, di un piano per il trasferimento e l’accoglienza dei minori immigrati a Lampedusa.
Fini dal canto suo si è detto disponibile ad informarsi presso le competenti autorità sullo stato di attuazione del piano per i minori e sulle relative garanzie che esso dovrà contenere.
argomento: Bossi, denuncia, emergenza, Fini, governo, Immigrazione, LegaNord, Napolitano, Parlamento, PdL, Politica, povertà, radici e valori | Commenta »
Marzo 29th, 2011 Riccardo Fucile
GLI ISPETTORI DI FAZIO: “L’ISOLA VA SVUOTATA, LA SITUAZIONE E’ CRITICA, A BREVE POTREBBE ESSERE SANITARIAMENTE FUORI CONTROLLO”…SONO 6.200 GLI IMMIGRATI SULL’ISOLA: OGGI TRASFERITI IN 1.350, MA STANOTTE NE SONO ARRIVATI 454
“E’ necessario ‘svuotare’ Lampedusa immediatamente, trasferendo gli immigrati presenti, o la situazione sanitaria sull’isola, a brevissimo, potrebbe non essere più sotto controllo”.
E’ questa la prima valutazione fatta dal responsabile scientifico della sede siciliana dell’Istituto per la salute delle popolazioni migranti (Inmp), Tullio Prestileo, uno degli ispettori giunti ieri sera a Lampedusa per un monitoraggio della situazione nell’isola.
Prestileo, incaricato dall’assessore alla Sanità della Regione Sicilia, ha affermato che a Lampedusa si sta determinando in queste ore una “situazione complessa, con un equilibrio precario”.
Al momento, ha aggiunto l’ispettore Inmp, “non ci sono segni di epidemie, ma se non si procede a ‘svuotare’ l’isola immediatamente, la situazione sanitaria potrebbe a breve non essere più sotto controllo”.
Il sindaco dell’isola Bernardino de Rubeis annuncia che nella giornata di oggi sono previsti sei ponti aerei per trasferire 550 extracomunitari e una nave civile che dovrebbe trasportarne alti 800.
Sono 6.200 gli immigrati presenti oggi a Lampedusa.
Di questi, 1.500 sono ancora ospitati nel centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola, 450 nella ex base Loran, 420 nelle strutture messe a disposizione dalla Chiesa e il resto, circa 4.000 mila, nella stazione marittima.
Gli abitanti di Lampedusa hanno occupato l’aula del consiglio comunale.
Si sentono soli di fronte all’emergenza sbarchi e per questo anche oggi proseguono le proteste dopo i blocchi al porto di ieri.
I lampedusani chiedono il trasferimento in altri posti dei cinquemila migranti presenti nell’isola e hanno affisso striscioni di contestazione al governo. “Non è razzismo, ma sopravvivenza” c’è scritto in un grande manifesto sopra la tribuna del consiglio comunale.
In un altro si legge “State distruggendo il nostro futuro” mentre in uno striscione all’ingresso del municipio è disegnato un barcone con la scritta: “governo” e poi “arrivera???”.
Nell’aula è in corso un’assemblea con decine di studenti che non sono andati a scuola.
Alcune madri propongono la chiusura del polo didattico, preoccupate per i migranti che bivaccano nella zona.
Una donna ha raccontato che davanti la sua abitazione, vicino la Casa della Fraternità , ci sono circa 500 extracomunitari che usano la strada per i loro bisogni fisici.
Sono 454 i migranti sbarcati dopo il tramontO.
I primi 190 sono approdati poco prima della mezzanotte: si tratta per lo più di eritrei, tra cui molte donne e bambini, soccorsi dalle motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza, coordinate dalla Capitaneria di porto.
Si è sfiorata la tragedia. Sono stati salvati perchè il loro barcone era affondato a 30 miglia dell’isola.
Tra loro c’è anche una donna incinta di sette mesi, trasferita nel poliambulatorio di Lampedusa.
Nel barcone anche diversi bambini, tra cui cinque neonati, il più piccolo di due mesi.
Dal secondo barcone sono arrivati 149 tunisini, scortati in porto da un guardacoste, altri 115 sono sono stati soccorsi, da due motovedette e sono giunti in porto alle 3.25.
Intanto il governatore parla di “blocchi” dei flussi di immigrazione clandestina. “Bisogna non consentire che a Lampedusa sbarchi una sola persona, dopo che le navi avranno portato via i migranti presenti nell’isola”, ha detto questa mattina Raffaele Lombardo.
Mercoledì pomeriggio sei navi, con una capienza complessiva di 10 mila posti, saranno a Lampedusa per trasferire tutti i migranti ospitati sull’isola.
Nello stesso tempo, il governo sta predisponendo in tutto il territorio nazionale la realizzazione di alcune tendopoli e la ristrutturazione di alcune caserme per ospitare i migranti.
Un’operazione che, se si fosse fatta solo che un mese fa, non avrebbe determinato lo sfascio e il caos che attualmente regnano nell’isola siciliana.
Sarebbe bastato un traghetto al giorno per smistare i profughi, invece si è voluto, per speculazione politica, alimentare la loro permanenza a Lampedusa per sfruttare il “pericolo immigrati” a uso elettorale.
argomento: Berlusconi, denuncia, emergenza, governo, Immigrazione, LegaNord, PdL, Politica | Commenta »
Marzo 29th, 2011 Riccardo Fucile
LA MAGGIORANZA PREPARA UNA MODIFICA AL REGOLAMENTO DELLA VIGILANZA IN VISTA DELLE ELEZIONI LOCALI DEL 15 MAGGIO: ANCHE I PROGRAMMI DI APPROFONDIMENTO DEVONO DIVENTARE TRIBUNE ELETTORALI…COME UN ANNO FA, LO SCOPO E’ QUELLO DI NON MANDARE IN ONDA BALLARO’, ANNO ZERO E PORTA A PORTA
Estendere i principi della disciplina delle tribune politiche a quelli dei talk show. E’ quanto prevede un emendamento della maggioranza alla bozza di regolamento in vista delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio, predisposta dal presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli.
L’intento della maggioranza sarebbe quindi garantire un’applicazione stringente della par condicio ai talk show in campagna elettorale, e avrebbe presentato poco meno di una decina di emendamenti, che intervengono in materia con gradualità .
Una norma di simile impostazione del regolamento della Vigilanza, che prevedeva proprio l’estensione delle regole delle tribune politiche ai programmi di informazione, fu alla base dello stop ai talk show deciso per le regionali dello scorso anno.
L’emendamento porta la firma di Pdl, Lega Nord e Responsabili e sarà oggetto di confronto in commissione, chiamata nel giro di pochi giorni a predisporre il regolamento definitivo.
Secondo le indiscrezioni, l’orizzonte dell’emendamento va oltre le amministrative: la maggioranza vorrebbe ‘trasferire’ in chiave nazionale l’intera materia.
L’idea di base starebbe nel dare uguale spazio ad ogni candidato, di fatto rendendo impossibile la realizzazione del programma.
E questo si tradurrebbe nel silenziamento dei talk show, così come accaduto un anno fa.
Un’ipotesi che l’opposizione appare determinata a combattere, ricordando che il Tar si è già pronunciato sulla legge 28 sulla par condicio.
Ovvero, la legge non permette di considerare le trasmissioni di approfondimento alla stregua di tribune elettorali.
Resta da vedere come l’emendamento procederà in sede di Vigilanza.
A prendere posizione contro le ambizioni del centrodestra è anche Michele Santoro. “Quelli che stanno per essere messi ai voti, su proposta della maggioranza, sono provvedimenti liberticidi che, qualora approvati, porterebbero nuovamente alla soppressione dei principali programmi di approfondimento informativo del servizio pubblico”, afferma il conduttore di Anno Zero.
Dal giornalista arriva quindi l’invito – “con tutte le mie forze” – al presidente Zavoli e all’opposizione “a fare di tutto per evitare che vengano messi al voto perchè violano lo spirito delle legge sulla par condicio, ribadito da sentenze della Corte Costituzionale e del Tar, che impone di distinguere tra comunicazione politica e informazione”. Santoro conclude annunciando che “noi reagiremo in tutti i modi” e “chi oggi fa finta di non vedere non può non essere ritenuto complice”.
Replica alle tentazioni della maggioranza anche Giovanni Floris. “Di nuovo? Errare – commenta il presentatore di Ballarò – è umano, perseverare è diabolico… Dopo l’esperienza dello scorso anno, quando un regolamento ingestibile portò alla chiusura dei talk show, il Tar ha stabilito che i programmi di informazione non possono essere equiparati alle tribune elettorali.
Se la commissione varasse un regolamento del genere bisognerebbe dare per scontato un ricorso da parte della Rai o di chiunque ne abbia il diritto, ricorso che porterebbe immediatamente all’annullamento del regolamento stesso”.
argomento: Berlusconi, Costume, denuncia, elezioni, emergenza, governo, LegaNord, PdL, Politica, radici e valori, RAI, televisione | Commenta »
Marzo 29th, 2011 Riccardo Fucile
CLAMOROSA SVOLTA A ROMA: “INDEBITE PRESSIONI SU AGCOM E MASI”… PER ARRIVARE AL DIBATTIMENTO SERVIRA’ PERO’ LA SOLITA AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE DELLE CAMERE PER L’INVIO DELLA PRATICA AL TRIBUNALE DEI MINISTRI…QUINDI SI SA GIA’ COME ANDRA’ A FINIRE, IN QUESTO STATO “LIBERALE”
La Procura di Roma è intenzionata a chiedere il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi per concussione e minacce per le pressioni esercitate su Giancarlo Innocenzi, ex commissario Agcom, e su Mauro Masi, direttore generale Rai, con l’obiettivo di far sospendere la trasmissione di Michele Santoro “Annozero”.
Il procuratore capo Giovanni Ferrara potrebbe spedire oggi le proprie motivazioni al Tribunale dei Ministri cui spetta di chiedere o meno alle Camere l’autorizzazione a procedere nei confronti del presidente del Consiglio.
La Procura di Roma vuole andare avanti.
Un iter lungo e difficile, dunque, sul quale i magistrati romani non hanno alcun dubbio: su quella vicenda Berlusconi deve essere processato.
Come hanno spiegato ai colleghi che si occupano dei reati degli esponenti del governo.
La questione va avanti da alcuni mesi.
Da quando gli atti sulle pressioni esercitate dal premier sono arrivati da Trani a Roma per competenza.
I pm pugliesi indagavano sull’uso illecito di alcune carte di credito e l’inchiesta aveva portato ad intercettare il premier.
Erano stati loro i primi ad iscriverlo per corruzione e minacce dopo aver ascoltato le sue conversazioni telefoniche con Innocenzi e tra quest’ultimo e Masi (entrambi sono parte offesa nell’inchiesta).
Imputazioni che sono rimaste invariate anche a Roma dove gli atti sono stati trasmessi prima dell’estate: è infatti nella capitale che si sarebbero consumati i reati.
I pm capitolini che se ne stanno occupando, già a luglio hanno chiesto al Tribunale dei Ministri ulteriori accertamenti: acquisizioni al Garante per le Comunicazioni e la trascrizione delle intercettazioni, ritenute essenziali per approfondire la posizione del premier.
È iniziata così una lunga trafila di botta e risposta che si è conclusa, il 9 marzo scorso, con il no del Tribunale dei Ministri ad utilizzare le conversazioni del presidente del Consiglio.
Decisione motivata legge alla mano: è l’articolo 270 del codice di procedura penale a vietare l’utilizzo delle intercettazioni disposte in un procedimento nell’ambito di una seconda inchiesta.
E quindi, concludono i magistrati che si occupano dei reati degli esponenti del governo, le intercettazioni che proverebbero la concussione e le minacce ad opera di Berlusconi non possono essere utilizzate a Roma perchè disposte nell’ambito dell’inchiesta di Trani.
Peccato che le cose non stiano così per i magistrati romani, l’aggiunto Alberto Caperna e i sostituti Roberto Felici e Caterina Caputo, titolari del fascicolo.
Che, insieme al procuratore della Repubblica, insisteranno sulla possibilità di utilizzare quei riscontri.
Forti di una decina di sentenze della Cassazione che derogano al principio dell’articolo 270 del codice di procedura, stabilendo che, in alcuni casi, è consentito l’uso di telefonate anche in un secondo processo.
E del fatto che le conversazioni con cui Silvio Berlusconi ha cercato di bloccare la messa in onda dello show di Santoro, non sono un mezzo di prova, ma sono esse stesse un reato.
Diverso da quello per cui si procedeva in Puglia.
E quindi possono essere oggetto di un’inchiesta che nulla ha a che vedere con quella sulle carte di credito da cui era nato il fascicolo di Trani.
Maria Elena Vincenzi
(da “La Repubblica“)
argomento: Berlusconi, Costume, denuncia, emergenza, Giustizia, governo, PdL, Politica, radici e valori, RAI, televisione | Commenta »
Marzo 29th, 2011 Riccardo Fucile
PER RISOLVERE I PROBLEMI GIUDIZIARI DI BERLUSCONI LA CAMERA MARCIA A RITMO SPEDITO…RESPONSABILITA’ CIVILE DEI GIUDICI E PROCESSO BREVE CON PRESCRIZIONE BREVE IN DIRITTURA D’ARRIVO…COSI’ IL PROCESSO MILLS DECADRA’ A MAGGIO
Nel caos della guerra, degli sbarchi selvaggi e con il terrore nucleare, in un’aula della Camera semi deserta hanno fatto il loro ingresso trionfale il processo breve “salva Silvio” e la legge comunitaria con annessa norma per la responsabilità civile dei giudici.
Una giornata, insomma, nel segno delle leggi “ad personam” in un Parlamento che oramai, per dirla con il presidente della Consulta, Ugo De Siervo, “non fa più leggi” tranne, ovviamente, quelle che servono al Caimano.
Ma al Pdl non piace che lo si dica.
Infatti, eccole qua.
La prima a finire ieri in discussione è stata quella che contiene la responsabilità civile per i giudici (Comunitaria) sulla quale qualche ripensamento, in verità , è ancora in corso e la stessa maggioranza presenterà delle modifiche per renderla solo un po’ meno punitiva per i magistrati.
Ma solo un po’: si parla di inserire la previsione che il magistrato sia sempre responsabile “per dolo o colpa grave” o per “la violazione manifesta del diritto”.
Sul far pesare o meno l’“errata interpretazione della norma” il dibattito è ancora in corso, ma sarà breve: il voto è previsto in settimana.
Dove, invece, non c’è davvero più dialogo è sul processo breve con prescrizione breve.
La maggioranza vuole arrivare a chiudere i giochi entro giovedì (nonostante i 270 emendamenti presentati dall’opposizione e le pregiudiziale di costituzionalità mandata avanti da Pd, Idv e Udc, oltre alla richiesta di una sospensione per due anni), al massimo entro martedì prossimo, considerando il passaggio al Senato “solo una pura formalità ” , sintetizzava ieri proprio il relatore Pdl, Maurizio Paniz. I numeri ci sono — e sono ampi — e appena passerà alla Camera per Berlusconi si spalancheranno di fatto le porte dell’impunità sui processi Mediaset, Mediatrade e, soprattutto, Mills.
Per chiarire: il processo Mills chiuderà i battenti entro fine maggio, gli altri due all’alba del 2012; per Ruby ci vorranno, invece, almeno tre anni, ma su quello la macchina del conflitto d’attribuzione è a pieno regime.
Oggi la giunta per il regolamento darà il proprio parere (forse negativo) all’ufficio di presidenza della Camera che si esprimerà mercoledì sul voto dell’aula. Nonostante l’opposizione sia in vantaggio numerico (più uno in entrambi gli organismi) è più che probabile che il via libera per il voto di Montecitorio ci sia comunque (Fini non si opporrà ).
Una volta sollevato il conflitto, tutto sarebbe nelle mani della Corte costituzionale che — sono convinti nel Pdl — entro 8 mesi darà parere positivo al ritorno del processo davanti al Tribunale dei ministri.
E anche sul Ruby gate, in sostanza, calerebbe il sipario.
Non è scontato, ma il rischio che possa anche andare così c’è.
Considerati tutti questi elementi, non si sbaglia a dire che i prossimi dieci giorni saranno fondamentali per la salvaguardia giudiziaria di B. per gli anni a venire; salvo nuove inchieste, i processi incardinati a Milano hanno la sorte segnata dalle sue nuove leggi ad personam.
Certo, l’opposizione darà battaglia, ma i numeri della maggioranza parlano chiaro e i Responsabili, a quanto si apprende, non faranno mancare il loro fondamentale apporto per porter ulteriormente ricattare il Cavaliere sul fronte, a loro caro, dell’allargamento della maggioranza e del rimpasto di governo.
Non è un caso se subito dopo l’approvazione del processo breve e della responsabilità civile dei magistrati (per quanto edulcorato), il governo manderà subito avanti una leggina per superare la Bassanini sui numeri dell’Esecutivo. Sarà una norma costituita da due soli articoli che andrà a incidere solo sul numero delle poltrone, spacchettando alcuni ministeri.
Con questa prospettiva davanti, chi mai mancherà all’appello per salvare il premier dai giudici?
Nessuno, par di capire.
Sara Nicoli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
argomento: Berlusconi, Costume, denuncia, Giustizia, governo, la casta, LegaNord, PdL, Politica, radici e valori | Commenta »
Marzo 29th, 2011 Riccardo Fucile
SULLA MISSIONE LIBICA, TELECONFERENZA TRA USA, GRAN BRETAGNA, FRANCIA E GERMANIA…A DIMOSTRAZIONE CHE IL GOVERNO BERLUSCONI NON CONTA NULLA, QUALORA CI FOSSE STATO BISOGNO DI ULTERIORE CONFERMA
Obama, Sarkozy, Cameron e Merkel: i quattro si sono ritrovati ieri pomeriggio in videoconferenza per capire quali possono essere le soluzioni politiche della crisi alla vigilia della conferenza della coalizione che si apre oggi a Londra. Berlusconi non è stato invitato a partecipare all’incontro.
Una conferma che l’Italia non è considerato un interlocutore credibile per gestire l’uscita di scena del suo ex alleato di Tripoli.
Ieri, mentre il premier turco Erdogan si proponeva come mediatore tra il regime di Gheddafi e gli insorti, Sarkozy e Cameron, come promesso, hanno espresso una posizione comune sulla necessità di trovare una via di uscita politica dal conflitto, fondata sul riconoscimento del Consiglio di Transizione come l’organismo che dovrebbe sovrintendere al passaggio verso elezioni e alla formazione di un governo democratico in una Libia unita.
Il governo italiano, aveva preannunciato una posizione comune con la Germania, ma da Roma e Berlino non è uscito nessun comunicato.
Anche perchè la Merkel sta ormai da tempo parlando con americani, francesi e tedeschi per cercare di riportare la Germania nella cabina di regia della crisi.
Il ministro degli Esteri Frattini si è provato a spiegare che la videoconferenza quadripartita «non sta decidendo niente», e che comunque «l’Italia non sente la sindrome dell’esclusione».
Ma fonti vicine al premier raccontano di un Berlusconi infuriato.
Un malumore di cui si fa portavoce Osvaldo Napoli, vicecapogruppo Pdl alla Camera: «Berlusconi dovrebbe utilizzare il metodo Sigonella e sospendere subito l’utilizzo delle basi. Non esiste che noi ci carichiamo tutti gli immigrati mentre i cosiddetti alleati fanno i furbi».
«No a patti separati, le telefonate di questo tipo non portano a nulla, a formati singolari l’Italia risponde con i fatti», rincarano fonti diplomatiche. Precedentemente, Frattini si era limitato a dire che per la Libia «occorre trovare una soluzione condivisa», e ad augurarsi che «Paesi africani» possano «offrire ospitalità » a Gheddafi, contro cui è in corso un’inchiesta del Tribunale penale internazionale per crimini contro l’umanità .
Il ministro italiano è anche tornato a insistere sulla necessità di aprire un dialogo con le tribù libiche.
Più articolata, anche se comunque ancora necessariamente vaga in attesa della conferenza di oggi, la posizione comune espressa da Sarkozy e Cameron. Francia e Gran Bretagna, che appaiono sempre più saldamente al comando della gestione politica della crisi, hanno ribadito l’invito ai partigiani di Gheddafi perchè depongano le armi «prima che sia troppo tardi». «L’azione militare non e’ un obiettivo in se stesso – scrivono i due leader – Una soluzione duratura può essere solo politica e decisa dal popolo libico. Ecco perchè il processo che comincia domani a Londra è importante». Questo processo, che sarà tenuto a battesimo dalla Conferenza cui partecipano i ministri degli esteri e i rappresentanti di una quarantina di Paesi e di organizzazioni internazionali, si articola attorno al Consiglio nazionale di Transizione di Bengasi, a cui viene riconosciuto un «ruolo di pioniere».
Ad esso spetterà il compito di organizzare elezioni che portino alla formazione di un governo democratico.
E non a caso ieri il Qatar è stato il primo dei Paesi arabi a riconoscere il Consiglio di Transizione come «l’unico rappresentante del popolo libico».
Un passo che fino ad ora era stato compiuto solo dalla Francia e dal Parlamento europeo.
C’è attesa intanto per il discorso sulla Libia che il presidente Obama dovrebbe pronunciare nella notte.
Ma le anticipazioni lasciano intendere che, con il passaggio definitivo del comando delle operazioni militari all’Alleanza Atlantica, la Casa Bianca intenda caratterizzare il ruolo degli Stati Uniti come una azione «di supporto» delle missioni Nato, rinunciando volentieri alla leadership politica della gestione della crisi.
«L’impegno dell’America sarà limitato nel tempo e negli obiettivi», ha fatto sapere il presidente.
argomento: Berlusconi, denuncia, emergenza, Esteri, Europa, governo, Libia, Politica, Sarkozy | Commenta »
Marzo 29th, 2011 Riccardo Fucile
INVECE CHE LAMENTARSI SEMPRE DELL’EUROPA, SI DIA IL BUON ESEMPIO: SE SI AGGIUNGESSE ANCHE LA DISPONIBILITA’ DELLE CASERME E DEGLI EDIFICI PUBBLICI DISMESSI, A LAMPEDUSA NON CI SAREBBE PIU’ NESSUN PROFUGO
Sarebbe bello che le istituzioni religiose aprissero almeno una parte delle proprie strutture per dare un’ospitalità decente alle migliaia di immigrati, in primis ai minori non accompagnati, che arrivano a Lampedusa in fuga dall’incertezza e dai pericoli dei loro paesi in conflitto.
Sarebbe non solo una doverosa compartecipazione all’azione di solidarietà collettiva cui tutti siamo chiamati a fronte di questa emergenza umanitaria, ma un atto di restituzione di un mancato introito per il bilancio pubblico (stimato in 70-80 milioni di euro) in un periodo di tagli alla spesa sociale che colpiscono soprattutto i cittadini più vulnerabili.
Soprattutto sarebbe una, sia pure temporanea, dimostrazione che effettivamente quelle strutture hanno finalità religiose e assistenziali e non commerciali e quindi la giustificazione formale del sostanzioso sconto Ici di cui beneficiano gli immobili destinati “esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive o per uso culturale” ha un effettivo fondamento.
Ricordo che, nonostante il parere contrario della Corte di giustizia Europea che giustamente ha parlato di trattamento di favore lesivo della concorrenza, il governo lo ha mantenuto e introdotto anche nel decreto sulla fiscalità municipale, anche se, specie per le “strutture ricettive”, è spesso davvero difficile non definirle commerciali.
Non basta la pur benemerita opera della Caritas, oggi in prima linea anche a Lampedusa, a giustificare perchè i vari conventi trasformati in strutture alberghiere a Roma come a Venezia e in altre città debbano pagare meno Ici di qualsiasi altro albergo, pensione o bed and breakfast, facendo anche concorrenza sleale.
Questo è il momento di dimostrare che sono innanzitutto dedicate allo svolgimento di attività assistenziali ed anche ricettive non commerciali.
Sarebbe anche opportuno che il governo ripensasse alla sua decisione di non avere un unico election day, buttando al vento centinaia di migliaia di euro.
E’ stata una scelta sconsiderata in sè, appunto in un periodo di tagli dolorosi, ma lo è tanto più ora, quando le immagini dei profughi ridotti in condizioni disumane non possono non lasciarci pieni di vergogna.
Lo scarto tra spreco e bisogno è letteralmente intollerabile.
Sarebbe infine bello che quest’anno lo Stato, a fronte di tagli alla spesa sociale e viceversa crescenti domande di sostegno in una situazione in cui una emergenza sociale non ne cancella un’altra, indicasse due-tre priorità sociali su cui si impegna a spendere l’8 per mille che gli verrà destinato nelle dichiarazioni dei redditi.
Offrirebbe ai cittadini una alternativa effettiva, invogliando una quota maggiore di contribuenti ad indicare il proprio destinatario di elezione: tra le diverse chiese e confessioni religiose e, appunto, lo Stato.
E’ bene ricordare, infatti, che solo una minoranza dei contribuenti indica un destinatario dell’8 per mille.
Chi non sceglie, è convinto che i soldi rimangano nel bilancio pubblico.
Ma non è così.
L’intero ammontare dell’8 per mille delle entrate è ripartito sulla base delle scelte effettuate.
Chi conquista la maggioranza della minoranza che sceglie, conquista perciò anche la maggioranza dell’intero ammontare.
Come nelle elezioni, chi si astiene di fatto è come se votasse con la maggioranza.
In una situazione di risorse scarse e bisogni gravi crescenti, mi sembra davvero non solo poco democratico, ma uno spreco non mettere i cittadini di fronte a possibilità di scelta effettiva sugli obiettivi concreti, in campo sociale, su cui distribuire l’8 per mille.
Sempre a proposito dell’emergenza profughi sarebbe opportuno che le tante caserme dismessi e gli edifici pubblici in disuso venissero messi a disposizione degli immigrati per il periodo necessario allo svolgimento delle loro pratiche eprima del rimpatrio di tanti di loro.
Un elenco di queste strutture di emergenza dovrebbe essere sempre a disposizione per queste evenienze, non che ogni volta si brancola nel buio, rimediando figure da cioccolatai.
Chiara Saraceno
argomento: Berlusconi, Bossi, Chiesa, Costume, denuncia, emergenza, governo, Immigrazione, LegaNord, PdL, Politica, povertà, radici e valori | Commenta »
Marzo 29th, 2011 Riccardo Fucile
IL TITOLARE DEL RESIDENCE “MANAGER’S” OFFRE OTTO DEI DIECI PIANI DEL SUO ALBERGO…NONOSTANTE I FAX ALLE AUTORITA’ COMPETENTI, SILENZIO TOTALE… MENTRE VERONA SI DICE DISPONIBILE AD ACCOGLIERE SOLO 30 PERSONA E IL VENETO SI TIRA INDIETRO
Ha la ‘benedizione’ di Confturismo e Federalberghi Veneto, ma a Verona sembra che nessuno voglia ascoltare l’appello di Giorgio Tedeschi, il titolare del residence Manager’s che ha offerto otto dei dieci piani del suo albergo per ospitare ‘200 profughi 200′ in fuga dalle rivolte che stanno investendo tutto il Nord Africa.
“Sono pronto a mettere a disposizione — spiega Tedeschi al quotidiano L’Arena – 96 stanze per circa 200 posti con relative colazioni e pasti, basta che qualcuno mi dica cosa devo fare”.
L’imprenditore rende nota la sua disponibilità alle autorità attraverso due fax. Il primo, datato 3 marzo, è indirizzato all’ufficio di gabinetto della Prefettura, il secondo, del 22 marzo, alla Provincia.
“Siamo a confermarvi — si legge — la disponibilità della struttura per ospitare eventuali profughi libici/tunisini per una capienza di circa 200 posti, con possibilità di somministrazione pasti“.
Le ricevute che confermano l’arrivo a destinazione delle missive ci sono. Mancano però le risposte.
“Mi sono fatto avanti ancora ai primi di marzo – spiega Tedeschi — in vista di richieste di alloggio a causa delle emergenze in Tunisia e Libia, ma non ho ricevuto risposta. E adesso leggo che c’è difficoltà a reperire posti letto per i profughi, anche a causa della stagione turistica alle porte. Sinceramente c’è qualcosa che mi sfugge. Con i giornalisti ammette di avere avuto l’idea dopo aver saputo che Verona avrebbe messo a disposizione al massimo 30 letti. “Mi disturbava — dice — far passare la nostra categoria come una sorta di lobby razzista”.
A difendere (con molte riserve) l’idea di Tedeschi entra in scena il presidente di Confturismo e Federalberghi Veneto Marco Michielli che giudica l’iniziativa giudica “molto positiva”.
“Non dobbiamo dimenticare — dice Michielli — che è un dovere accogliere chi fugge da un conflitto”.
Michielli precisa che l’accoglienza va fatta in luoghi adeguati e ben serviti, ma attenzione a non influenzare la regolarità della stagione turistica internazionale delle spiagge.
“Gli americani che accolgono migliaia di profughi — prosegue — non si sognano di alloggiarli a Miami o a Las Vegas. Da noi non possiamo immaginare donne musulmane a passeggiare tra stabilimenti dove il topless è di casa”.
Contrario alla proposta di Tedeschi il presidente degli albergatori Confcommercio di Verona Beppino Olivieri: “Non lo conosco — spiega Olivieri — e si tratta di un residence, non di un albergo. In ogni caso, come facciamo a dare camere avendo davanti Vinitaly che fa occupare tutte le camere? Le camere sono giù tutte occupate”.
Insomma, potrebbe sembrare solo un problema di ‘spazio’, se non fosse che, come dichiara lo stesso generoso albergatore , dalle (non) risposte ricevute “ho come la sensazione di dare fastidio”.
Tedeschi offre la disponibilità del suo residence nella zona della Genovesa quando scopre che Verona mette a disposizione, per l’emergenza Nordafrica, solo 30 posti letto all’interno del dormitorio Il Samaritano di via dell’Artigliere gestito dalla Caritas e utilizzato per l’assistenza ai senzatetto.
L’annuncio era arrivato al termine della riunione in Prefettura del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico.
L’incontro era stato convocato in seguito alla richiesta del ministro dell’Interno Roberto Maroni che aveva chiesto maggior coinvolgimento per fronteggiare la crisi, in primis la situazione ormai al collasso di Lampedusa.
L’esiguità dell’offerta scaligera era stata motivata con il fatto che “tra pochi giorni inizia la stagione turistica ed è estremamente difficile trovare alberghi disponibili ad ospitare i profughi”.
Ma il responsabile del Manager’s residence non si tira indietro. “Da parte nostra — assicura Tedeschi — non c’è indisponibilità e siamo pronti ad affrontare qualsiasi evenienza: con le nostre 96 stanze possiamo ospitare senza problemi duecento persone e siamo in grado di garantire i pasti. Inoltre siamo vicini al casello di Verona sud, alle tangenziali e all’aeroporto, meglio di così. Dopo i fax ho provato anche a telefonare, vorrei sbagliarmi ma ho come la sensazione che la mia disponibilità non sia gradita…».
E pensare che Verona è finora l’unica città veneta a offrire un minimo di disponibilità .
Rispettando il principio di 1.000 profughi ogni milione di abitanti emerso nel vertice con le Regioni a Roma, in Veneto potrebbero giungere fino a 4-5.000 immigrati, ma ora si contano solo i ‘no’ e i ‘distinguo’.
Sulla linea dell’”accoglienza”, oltre a Tosi, sono il sindaco di Padova Flavio Zanonato e il primo cittadino di Belluno Antonio Prade.
Disposto a “valutare” l’ipotesi quello di Vicenza Achille Variati.
Netto rifiuto da parte del sindaco leghista di Treviso Gianpaolo Gobbo: “La nostra città non ha a disposizione alcun sito”, dice seccamente.
argomento: Costume, denuncia, governo, Immigrazione, LegaNord, Libia, Politica, radici e valori | Commenta »