Destra di Popolo.net

IL POLITOLOGO MOROZOV ATTACCA LA RETORICA WEB DEL M5S: “SONO SCATOLE OSCURE, NON DEMOCRAZIA”

Marzo 7th, 2013 Riccardo Fucile

L’AUTORE DEL BEST-SELLER “L’INGENUITA’ DELLA RETE” ANALIZZA L’ASCESA DEI GRILLINI: “INTERNET? UN TRUCCO PER LEGITTIMARE UN MOVIMENTO DI DILETTANTI”

Con il suo The Net Delusion (L’ingenuità  della Rete, Codice Edizioni) due anni fa Evgeny Morozov scuoteva l’establishment intellettual-tecnofilo americano e internazionale con tesi provocatorie e appassionate contro la retorica che ci voleva all’alba di una nuova democrazia globale scaturita grazie alla Rete.
Una sorta di batteria di fuoco di controinformazione sparata sulla tesi di una Rete salvifica, potenziale sostituto delle pratiche politiche, associative, comunitarie “tradizionali” e piramidali in favore di una distribuzione egualitaria dei mezzi di partecipazione grazie agli strumenti offerti da Internet.
Tesi smontata pezzo a pezzo, con un’approfondita analisi degli interessi economici e di potere che giocano (soprattutto in Europa dell’Est, da cui proviene il bielorusso Morozov, ma non solo) dietro questa retorica, ma che cela anche una grande passione: la Rete è uno strumento eccezionale, ma bisogna scoprirla e saperla usare per non esserne strumentalizzati.
Lo stesso filone che il giovane (nato nel 1984) politologo, blogger e ricercatore all’Università  di Stanford, svilupperà  nel suo prossimo libro (“To save everything, click here”).
Il suo è dunque un punto di vista radicale sulla “retorica digitale” che – sostiene – è stato il principale ingrediente dello straordinario successo del Movimento 5 Stelle: “Rischiate che il vuoto politico si riempia di totalitarismo o managerialismo”.
Ma che non è un fenomeno isolato, mentre negli Usa sta prendendo piede la politica-marketing: messaggi su misura per gli elettori, a scapito del messaggio calibrato sull’interesse collettivo.
Esistono precedenti nel mondo di un movimento nato e cresciuto sul web che raggiunga un successo elettorale di questo livello?
“Ci sono molti esempi di cittadini consultati su come governare o coinvolti in processi decisionali minori ma non mi risultano esempi simili in caso di elezioni politiche. Credo che i partiti Pirata in Svezia e Germania abbiano sperimentato metodi simili, anche se non su questa scala”.
Perchè è successo in Italia, perchè ora?
“Sarei cauto nell’attribuire un ruolo eccessivo alla cultura di Internet in tutto questo. Se parliamo di partiti nuovi nati dal nulla e che in tre anni diventano così popolari – allora sì, ce ne sono altri, e alcuni di questi esempi sono piuttosto orribili. Ora, non per aderire a strani determinismi – non sto dicendo che Internet non ha contato nulla – ma la risposta al perchè in Italia, perchè adesso ha a che fare con i problemi strutturali della politica e dell’economia italiane più che con le trasformazioni rivoluzionarie suscitate da Internet. Ovviamente, Grillo e i suoi luogotenenti non vogliono essere visti come un partito marginale con programmi ambigui: i paragoni storici, purtroppo, non giocano in loro favore e incuterebbero paura. Così preferiscono giocare la carta di Internet e pretendere di essere solo la naturale e inevitabile conseguenza dell'”era di Internet”. Ma io penso che tutto questo parlare di ‘era’ – lo Zeitgeist e lo spirito di Internet – sia in gran parte privo di senso”.
Il motto di funzionamento del movimento è “uno vale uno”: niente leader, consultazione diretta su ogni questione, nessuna identificazione destra/sinistra, capacità  professionali opposte a professionismo della politica. E’ un modello che può funzionare – considerando anche lo stato di deterioramento della credibilità  della politica italiana?
“Non vivo in Italia e quel che so della vostra politica mi viene dalla lettura di giornali americani, britannici e a volte tedeschi e da qualche amico italiano. Ma anche con queste mie limitate conoscenze, l’ultima volta che me ne sono occupato il M5S aveva un leader – anche piuttosto buffo – e anche un ufficio in una zona piuttosto costosa di Milano. Non è questa una sorta di gerarchia? Ci sono due modi di pensare al M5S: uno è che il loro tentativo di sfuggire alla politica – con i suoi leader e le sue gerarchie – non possa funzionare perchè il motivo per cui abbiamo bisogno di leader e gerarchie non sempre ha a che fare con i costi della comunicazione. Qual è il contributo di Internet? Che riduce i costi della comunicazione. Ma i leader e le gerarchie servono a creare carisma e dare un’idea di coesione e credibilità  in fase di negoziazione con gli altri partiti. Questo Internet non può cambiarlo: carisma e disciplina non si fanno con i byte. Qualcuno deve pur rispondere ai commenti al blog, non è che se ne vadano da soli.
“Il secondo punto di vista è che questo deliberato tentativo di sfuggire alle caratteristiche della politica – ideologia, negoziazione, prevaricazione occasionale e ipocrisia – può solo peggiorare le cose. Di fronte a una qualsiasi fluttuazione del sistema politico attuale (e il cielo sa quante ce ne possano essere in Italia), l’imperfezione è meglio di un’alternativa che in questo caso potrebbe essere l’eliminazione di ogni spazio di manovra e la sostituzione della politica con una qualche forma di managerialismo o di totalitarismo populista. L’eccellente libro del 1962 di Bernard Crick “In Defence of Politics” (“In difesa della politica”, ed. Il Mulino, 1969, ndr) dovrebbe essere distribuito ampiamente in Italia: è il miglior argomento del perchè i sogni populisti e tecnocratici di abbandono della politica siano sbagliati”.
Molti osservatori in Italia hanno messo in luce il problema dello stretto controllo esercitato da Grillo e da Gianroberto Casaleggio e la mancanza di trasparenza nelle scelte del Movimento, specialmente nel processo di selezione dei candidati e di votazione. Solo gli aderenti di lunga data possono accedere alle piattaforme di voto, mentre il blog di Grillo è lo spazio pubblico in cui il dibattito si svolge in maniera aperta. Qual è la sua opinione su questo modello?
“Non mi sorprende. Ci sono tutta una serie di miti su come funzionano le piattaforme online. Progetti come Wikipedia, Google e Facebook ci hanno insegnato – e anche condizionato – a pensare che funzionano in modo oggettivo, neutrale e del tutto evidente. Ovviamente non è vero: nel caso di un progetto come Wikipedia, sono molte poche le persone – tra loro c’è il suo fondatore Jimmy Wales – che capiscono come funziona davvero. Nessuno conosce tutte le regole che innescano il meccanismo Wikipedia: ce ne sono troppe. Lo stesso per Google: non sappiamo come funzionano i suoi algoritmi e loro hanno resistito a ogni sforzo di renderli esaminabili. Ed ecco cosa accade: abbiamo una serie di caratteristiche di progetti che pensiamo rappresentino “la Rete” e poi trasferiamo queste caratteristiche dentro la Rete stessa in modo che qualsiasi progetto scaturisca dalla Rete ci sembra avere le stesse caratteristiche. Non mi sorprende che il 5Stelle affermi di essere totalmente orizzontale, trasparente e basato sulla Rete nel momento in cui applica alcune di queste caratteristiche. E’ così che funziona la cultura di Internet: conoscono il suo linguaggio e i suoi trucchi retorici. Un altro esempio? Twitter. Tutti pensano che sia una piattaforma che permette a chiunque, dalla sua camera da letto, di essere altrettanto influente di un commentatore di grido a proposito del futuro della Rete. Ma anche questo è un mito: la maggior parte dei commentatori della Rete che si dicono ottimisti sul suo futuro compaiono nelle liste di “chi va seguito” – compilate dalla stessa azienda Twitter e che gli permettono di acquisire molti più follower di tutti noi. Per esempio, le persone con cui io ho i miei scontri intellettuali – come Clay Shirky o Jeff Jarvis – hanno molti più follower di me ma non perchè sono più divertenti (non lo sono!), ma perchè l’azienda Twitter amplifica deliberatamente il loro messaggio. Dunque cosa c’è di così democratico e orizzontale nell’ecosistema dei nuovi media?
“Secondo me molte delle piattaforme online usate per l’impegno politico funzionano più o meno come scatole nere che nessuno può aprire e scrutare. La gente ha l’illusione di partecipare al processo politico senza avere mai la piena certezza che le proprie azioni contano. Non è esattamente un buon modello per la ridefinizione della politica”.
L’Italia ha un grosso problema di infrastrutture digitali. Siamo agli ultimi posti in Europa per l’accesso alla banda larga. Questo è compatibile con l’aspirazione a una “democrazia digitale”?
“Non si può dare la colpa a un partito politico se non riesce a raggiungere tutti. Perciò va benissimo che si cerchi di utilizzare questi nuovi metodi adesso piuttosto che tra 15 anni, quando tutti saranno connessi. Il pericolo vero è che i processi amministrativi ed elettorali siano rivisti in modo da rendere impossibile la partecipazione alla politica senza tecnologie digitali. Non penso che possa accadere presto, ma è una possibilità . Ci sono tanti progetti digitali in questo spazio civico e politico e specialmente in questa prima fase esiste una specie di pericoloso discrimine di autoselezione: si organizzano importanti riunioni per decidere le regole con cui procedere e solo chi ci capisce di tecnologia (i geek) partecipano. E naturalmente se sono solo i geek a decidere le prime regole mi preoccupa l’esito di queste piattaforme e progetti”.
Come giudica i software open-source per i processi decisionali come Liquid Feedback – o i sistemi di voto elettronico come il metodo Schulze? Sono strumenti utili anche per partiti politici diciamo così, convenzionali?
“Nel mio nuovo libro (che negli Usa esce il 5 marzo) ho un lungo capitolo su Liquid Feedback. E’ un tema complesso. Come strumento per condurre focus group all’interno di un partito è uno strumento piuttosto efficace. Il rischio nasce quando piattaforme di questo tipo vengono lanciate come strumenti nuovi per far politica – tipo cittadini che delegano i loro voto ad altri cittadini su questioni di cui sanno poco. Non credo molto nella delega a questo livello. Nel libro in realtà  ricordo che alcune di queste aspirazioni esistevano già  negli anni Sessanta – almeno negli Usa, con la Rand Corporation – quando molti consiglieri politici tecnlogici pensavano che – attraverso il telefono e le tv via cavo – i cittadini sarebbero stati capaci di delegare i proprio voti a persone più competenti. Come ho già  detto, questa visione nasce dall’idea che il problema da risolvere siano i costi della comunicazione e si cerca nelle tecnologie il salvatore. Se invece non pensassimo che il motivo per cui la politica opera nel modo in cui opera è legato ai limiti della comunicazione, allora avremmo una visione più sensata di quel che la tecnologia può darci. Ora negli Usa abbiamo un grande problema di uso massiccio di big data e micro-targetting, specialmente sulla Rete, perchè i politici e i partiti presto saranno in grado di fare promesse ritagliate su misura dell’individuo a tutti noi – facendo leva sulle nostre paure e i nostri desideri più profondi – e ovviamente li voteremo più volentieri grazie a questa strategia. Non sono sicuro che valga la pena costruire una società  in cui gli elettori ricevono promesse personalizzate – che nessuno potrà  mai soddisfare. Eppure questa è la direzione. Una delle attrattive del vecchio e inefficace sistema dei media – in cui un partito doveva formulare un messaggio universale mirato a tutti coloro che lo ascoltassero – era che costringeva i politici a prendere sul serio le proprie ideologie. Dovevano suonare coerenti, assicurarsi che le proprie posizioni non si sfaldassero. In un mondo in cui nessuno può controllare i messaggi personalizzati che i politici inviano ai singoli elettori non c’è bisogno di essere coerenti o di sforzarsi di formulare un’idea. E’ pericoloso”.
L’Italia si trova anche al centro della grande crisi dell’eurozona, con potenziali forti impatti internazionali. Per la prima volta c’è un “movimento digitale” non assimilabile a un partito tradizionale che ha una grande forza in Parlamento. Questo pone una sfida anche alle controparti internazionali, in termini di approccio diplomatico, relazioni, linguaggio
“Di nuovo, io non vivo in Italia. Non so esattamente cosa significhi ‘movimento digitale’. Possiamo chiamarlo ‘movimento di dilettanti’? Posso capire perchè per esempio il partito Pirata in Germania venga chiamato ‘movimento digitale’ – non si occupano di altro che non sia la libertà  della Rete, la riforma del copyright ecc. Sono tutte questioni tecnologiche, da geek, che la maggior parte della gente chiamerebbe ‘digitali’. Se parliamo del M5S non è questo il caso: non so se abbiano posizioni su questioni digitali ma non è questo il motivo per cui   la gente ne è attirata. La Rete, nella loro retorica, gioca solo un ruolo di grande legittimatore del loro dilettantismo e della loro attitudine profondamente anti-politica. Dicono di manifestare ciò che un partito politico dovrebbe essere nell'”era della Rete” e ciò mi insospettisce molto perchè – di nuovo – non penso che il funzionamento dei partiti si possa spiegare solo in termini di costi della comunicazione.
“Ci sono buoni motivi per cui abbiamo bisogno di gerarchie e di leader che parlino il linguaggio della politica e giochino il gioco fino in fondo: le inefficenze della politica, per usare un linguaggio da computer, non sono un bug (un difetto) ma una feature (una funzione). Per me il test è semplice: dimentichiamoci per un momento che stiamo vivendo una “rivoluzione digitale” e cerchiamo di cimentarci sugli argomenti dei movimenti come il 5 Stelle, basandoci su quel che sappiamo di filosofia e teoria politica. Queste argomentazioni, secondo me, non reggerebbero un’ora di seria discussione in un rigoroso seminario di Scienze Politiche di base. L’unico motivo per cui passano per seri è perchè sono ammantati della retorica emancipatoria del sublime digitale. Quanto ai leader internazionali, beh ci sono moltissimi partitini in crescita in Europa: in Olanda, in Gran Bretagna, forse in Grecia. Non sono stati altrettanti bravi nell’utilizzo della retorica di Internet – forse non sono guidati da blogger – ma presto capiranno come fare. Basta guardare a Nigel Farage, tra i leader dell’Uk Independence Party e tra i maggiori euroscettici britannici nel Parlamento europeo. Un uomo che ha usato bene YouTube per le sue operazioni mediatiche e ora ha un seguito pan-europeo. Gli manca qualche ingrediente retorico – “democrazia della Rete” e “consultazioni online” – poi prenderà  il volo. Nelle recenti elezioni amministrative britanniche, l’Ukip ha preso rapidamente terreno, il che indica che stanno imparando questo gioco”.
In un paese a lungo dominato da un mogul della Tv, l’avvento di un movimento di cittadini informati che rifiutano ogni interazione con i media tradizionali può anche essere visto come un segno di cambiamento sano, l’indicazione di una nuova generazione pronta ad impegnarsi….
“Bè, l’Italia è un caso particolare, ne convengo. Non ho interesse particolare a difendere la Tv e certo non quella italiana – la maggior parte è orribile e renderla un attore meno rilevante nella sfera pubblica è di certo un bel cambiamento. Detto ciò, voi avete ancora buoni giornali, una buona industria editoriale (con un pubblico di lettori tra i più acuti d’Europa, l’accesso a forse il   maggior numero di lavori tradotti di tutti i paesi d’Europa) e una delle migliori culture di festival d’Europa. Per cui certo, la televisione non è il meglio ma avete un sacco di altre cose di cui essere orgogliosi. E Internet può mettere a repentaglio queste altre attività  e il loro patrimonio culturale e intellettuale? Temo di sì. Odio generalizzare su termini come ‘Internet’ – ci sono un sacco di risorse buone e utili online, e tante stupidaggini. Ma non voglio assumere per principio che solo perchè i giovani tendono a leggere i blog più che a guardare la tv sia necessariamente una cosa positiva. Ci sono tante altre cose buone da leggere!”.

Raffaella Menichini

argomento: Grillo | Commenta »

LA 7, PERCHE’ LA PATATA E’ DAVVERO BOLLENTE

Marzo 7th, 2013 Riccardo Fucile

UN PASSIVO DI 250 MILIONI, UN VALORE DEL 3% DEL MERCATO E DOVE SI SALVANO SOLO MENTANA E SANTORO, MA NON C’E’ FIDELIZZAZIONE

Manager come Paolo Grassi o industriali come Olivetti e Barilla non esistono più. Non credo al filantropo Urbano Cairo, così come non ho mai creduto che l’obiettivo dell’accoppiata Bernabè-Stella fosse, tramite la tv, di rendere la società  più democratica, libera dai caimani e dagli squali, nel rispetto della Costituzione. La7 per loro è stata solo business.
Bernabè, sollecitato dai soci, dopo l’ennesimo bilancio in rosso ha deciso la vendita dell’emittente.
L’immagine de La7, rivoluzionaria e alternativa, è solo effimera, costruita grazie alla presenza di conduttori (i macachi caduti dal banano Rai), che in questi anni di censure e di epurazioni si sono impegnati per la libertà  di espressione.
Gli unici che possono dormire tranquilli sono Mentana e Santoro.
La vera forza dell’emittente.
La presenza in tv di Dandini, Crozza, Formi-gli, Lerner, le sorelle Parodi, i fratelli Guzzanti, Gruber, Cucciari, non è riuscita, al di là  del successo o meno delle loro trasmissioni, a fidelizzare il pubblico verso l’emittente.
L’ascolto in prima serata è più che raddoppiato, ma nella media annuale non supera il 4,5% di share, mentre in quella giornaliera è sotto il 3%.
Bernabè ha preso La7 che valeva sul mercato il 2% con un passivo di circa 100 milioni di euro, oggi il passivo è di 250 milioni (con una previsione di altri 80 nei primi sei mesi del 2013), mentre il valore dell’emittente, nonostante l’investimento nelle star tv, supera di poco il 3%.
L’errore di Stella è stato quello di non creare sul territorio una struttura produttiva, cittadelle della tv in regioni strategiche come la Toscana e l’Emilia-Romagna, le cui istituzioni, pubbliche e non, sarebbero state disponibili a investire per portare lavoro e cultura.
Stella ha preferito avvalersi esclusivamente di produttori esterni, pagando i loro programmi cifre fuori mercato, subendo anche la loro influenza sulle scelte di palinsesto, non sempre condivisibili.
La vendita era inevitabile.
Come è stata obbligata la cessione a Cairo che de La7 gestisce la pubblicità  con un contratto capestro per la Telecom fino la 2019.
La “patata bollente” porta a Cairo un’azienda di 500 dipendenti.
Il rischio non è quello che La7 diventi la quarta rete del Cavaliere, ma in assenza di nuove regole sul conflitto d’interessi, l’antitrust, ecc., è che diventi una Real time generalista.
Cairo sa che se gli dovesse andar male dietro all’angolo c’è una super manager pronta a subentrare: Marinella Soldi in rappresentanza di Discovery Channel il cui proprietario, John Malone, è giù potente e ricco di Murdoch.

Loris Mazzetti

argomento: televisione | Commenta »

INTERVISTA ALLA FORNERO: “MONTI HA RECITATO UN RUOLO NON SUO, CHI LO HA CONSIGLIATO HA FATTO ERRORI”

Marzo 7th, 2013 Riccardo Fucile

“PER LUI HO STIMA, HA SALVATO IL PAESE”…”GRILLO HA SAPUTO INTERCETTARE IL MALESSERE”

«Ci vuole un bel coraggio a prendersela col governo dei tecnici per quello che è accaduto nelle urne. Adesso molti, nei partiti, si pentono di averci appoggiato. Ma noi la nostra parte l’abbiamo fatta. Forse potevamo fare di più. Forse potevamo fare meglio. Ma, sostanzialmente, ci siamo: dovevamo salvare l’Italia dal baratro nel quale stava cadendo alla fine del 2011 e ci siamo riusciti. Loro non possono dire altrettanto: hanno lasciato a noi le riforme impopolari che non riuscivano a fare. A loro toccavano solo altre due cose prima del voto: la riforma elettorale e quella dei costi della politica. Zero, nulla: un’omissione pagata cara».
Di passaggio a New York dove ha preso parte ad alcune sessioni dell’Onu, dopo aver partecipato a un convegno sull’Europa organizzato a Boston dalla Kennedy School of Government di Harvard, il ministro del Lavoro e delle Pari opportunità  Elsa Fornero non ci sta a prendersi le accuse delle forze politiche che dicono di essersi sacrificate sull’altare del governo dei tecnici.
Una Fornero combattiva, ma anche perplessa per le scelte di Mario Monti e delusa dai suoi silenzi: «Non ci ha mai detto nulla della sua intenzione di impegnarsi in politica. Nè prima nè dopo».
E che, pur mantenendo il suo duro giudizio su Grillo, comprende e trova giustificato il suo Movimento. «Dopodomani, per la festa dell’8 marzo – racconta – mi è stato chiesto di parlare delle donne al Quirinale. Il mio messaggio sarà  semplice: forza ragazze, fatevi sentire in questo momento difficilissimo. L’Italia ha bisogno di voi. E lo dirò pensando anche alle donne, e sono tante, elette nelle liste del Movimento 5 Stelle».
La Fornero che apre a Beppe Grillo dopo tutto quello che vi siete detti per mesi?
«Ma no, a Grillo non ho nulla dire. Mi ha attaccato in continuazione anche sul piano personale, se l’è presa perfino coi miei figli. E io l’ho accusato di vigliaccheria politica. Si figuri che dialogo può esserci. Però gli riconosco di aver intercettato un malessere della gente che è reale, è giustificato. E che i partiti non hanno capito o hanno sottovalutato».
Beh, anche il capo del suo governo, Mario Monti, qualche illusione se l’era fatta. Cosa vi ha detto della sua scelta?
«Non ce ne ha mai parlato».
Silenzio prima di «salire» in politica o anche dopo?
«Silenzio assoluto. Mi aspettavo che se ne parlasse non dico in Consiglio dei ministri, ma almeno a latere. E invece niente, nè prima per dopo. Solo una volta, dopo che aveva deciso di guidare la lista, l’ho stuzzicato: “Scelta impegnativa”. “Sono frastornato”, fu la sua risposta».
Risentita nei suoi confronti?
«No, no. Ho un’enorme stima di Monti e farò tutto il possibile al suo fianco fino all’ultimo. Ma un po’ sorpresa sì. Mi ha sorpreso anche vederlo recitare un ruolo che non è il suo. Non so se i consiglieri politici fossero americani o italiani, ma non mi pare che abbiano fatto un buon lavoro. E alla fine anche l’immagine del governo dei tecnici un po’ ne ha risentito».
I partiti, soprattutto i democratici, si sentono vittime del sostegno dato a voi.
«Senta, l’Italia aveva bisogno di tre cose. Uscire dalla situazione finanziaria disperata in cui si era venuta a trovare alla fine del 2011, darsi una nuova legge elettorale e riformare la politica e le sue forme di finanziamento. Sul piano economico le cose da fare, e che erano sostanzialmente obbligate, visti gli impegni presi in Europa, ma che spaventavano i politici, le ha fatte il governo dei tecnici. Scelte dolorose ma inevitabili dopo anni di inerzia. A loro toccavano legge elettorale e finanziamento della politica».
I partiti vedono l’elezione di un esercito di parlamentari del M5S come una mezza catastrofe che trascina il Paese nell’ingovernabilità . Lei sembra meno negativa.
«Siamo finiti in una situazione molto difficile, non c’è dubbio. Io ho solo una speranza. Conosco molti di questi giovani del 5 Stelle: persone preparate, che ragionano correttamente. E che, al di là  di certi slogan, non sono estremisti: vogliono fare. Non sono ottimista, ma cerco di assumere un atteggiamento positivo: la costruzione del possibile, come ha provato a fare questo governo. Spero che imparino in fretta perchè il Paese resta vulnerabile, non ha molto tempo. Esprimono uno stato d’animo, una protesta, totalmente giustificati. Hanno dato una scossa. Ora devono rimboccarsi le maniche e dimostrarsi responsabili. Devono capire il senso della complessità  dei problemi. Prendere atto che le scorciatoie esistono solo negli slogan. Governare significa usare meccanismi di decisione collettiva articolati e complessi. Una strada lunga, fatta anche di tecnicismi tutt’altro che seducenti. Ma necessari per fare buone leggi e per applicarle. Per questo l’8 marzo alle donne scese in politica dirò “forza ragazze”».

Massimo Gaggi
(da “il Corriere della Sera“)

argomento: Monti | Commenta »

INTERVISTA A UMBERTO ECO: “QUANDO LA SINISTRA SI DICE VINCENTE, GLI ITALIANI VOTANO A DESTRA”

Marzo 7th, 2013 Riccardo Fucile

“GRILLO HA SUCCESSO PERCHE’ NON VA IN TV, MA L’ARISTOCRAZIA DEL BLOG ORA NON BASTA”

Sono passati pochi anni, professor Umberto Eco, da quando ha detto che a volte avanziamo, ma «a passo di gambero». Parlava di «populismo mediatico» e di paradossi della civiltà  tecnologica. Con il successo elettorale del Movimento 5 Stelle il gambero è ulteriormente arretrato?
«No, non è arretrato perchè siamo di fronte a un cambiamento epocale. Arretrerebbe se Grillo insistesse a suggerire “faremo di quest’aula sorda e grigia un bivacco per i nostri manipoli”, perchè lo aveva già  detto Mussolini. Ma se ho delle esitazioni nei confronti di Grillo (che evidentemente si trova in un momento di stallo perchè sta passando dalla protesta, in cui eccelle, alla gestione in positivo della sua rappresentanza parlamentare) ho invece una certa speranza nei confronti dei grillini anche se, non per colpa mia, non so ancora chi siano e cosa esattamente pensino sul come gestire la cosa pubblica. Se non altro non hanno ancora rubato».
Che cosa pensa della strategia che consente a Grillo di essere sempre in tv senza mai andarci?
«Io una volta avevo detto “la chiave del successo è non apparire mai in televisione”. Io non sono presente nè su Facebook nè su Twitter eppure vedo che qualsiasi cosa scriva viene ripreso su vari siti, e non posso fare un intervento nel più remoto seminario universitario che subito vado su YouTube. Dunque complimenti a Grillo che ha capito questo principio fondamentale: la comunicazione non è più diretta ma va come una palla di biliardo, ovvero si parla a nuora perchè suocera intenda (o viceversa)».
L’insufficiente vittoria di Bersani è dovuta soprattutto a errori di comunicazione?
«Credo di sì e proprio nella Bustina di Minervaper il prossimo numero dell’Espresso dirò in sintesi che, quando Occhetto aveva annunciato di aver messo in piedi una gioiosa macchina da guerra, è iniziata l’epoca berlusconiana. E nel corso della scorsa campagna elettorale Bersani asseriva che avrebbe vinto e governato. Tutti abbiamo pensato che Bersani conducesse una campagna da gran signore, senza svaccare come i suoi avversari (ed era vero), ma non abbiamo tenuto conto che ogni volta che la sinistra si presenta come sicuramente vincente, perde. In un talk show Paolo Mieli aveva detto che da almeno sessant’anni in Italia il cinquanta per cento dei votanti non vuole un governo di sinistra o di centrosinistra. Non chiediamoci ora perchè, è un fatto che per evitare un governo di sinistra (anche se l’aumento delle tasse è stato finora fatto solo da governi di centrodestra) una consistente porzione di elettori si è rivolta per cinquant’anni alla DC e per venti al berlusconismo. Forse la proposta alternativa poteva essere Monti ma (e anche questo è un fatto) non ha funzionato. Dunque la destra vince quando la sinistra convince l’elettorato moderato che sarà  essa a salire al potere. Ne concludo che una dose di vittimismo è indispensabile per non galvanizzare gli avversari. Ovvero, per vincere devi seguire il principio (attuato da Berlusconi) del “chiagne e fotti”. Senza arrivare a tanto il PD poteva seguire il principio del “keep a low profile”, tieni sempre un “profilo basso”».
Tutti i partiti già  esistenti hanno perso terreno.
«Credo che i partiti siano restii ad accettare il cambiamento epocale, e quindi danno ragione a Grillo quando usa l’appello (certamente populistico) del tutti a casa. Naturalmente non si ha democrazia dicendo che tutti i politici sono dei mascalzoni, ma che molti abbiano votato secondo questa persuasione, ecco un altro fatto, e coi fatti non si discute. Anche gli tsunami e le alluvioni sono un fatto, mentre chi fa le processioni per far piovere di solito rischia la siccità ».
Sembra che Internet ormai possa giocare un ruolo preminente nella vita politica italiana, ma l’Italia è ancora molto arretrata nell’alfabetizzazione informatica e telematica.
«Questo è un problema capitale. Mi sono ricordato di alcune pagine del Contratto Sociale di Rousseau, che avevo studiato quando avevo dato con Norberto Bobbio l’esame di filosofia del diritto. Ora Rousseau distingue, in parole povere, tra il Sovrano (che non è il re bensì rappresenta la volontà  generale), il popolo che lo incarna e il governo che mette in opera le leggi volute dal popolo. Ma sa benissimo che, se l’ideale della democrazia è l’agorà  greca, dove tutto il popolo, e cioè la totalità  degli individui, partecipa alla cosa pubblica senza mediazione, e vi debbono essere “più cittadini magistrati che cittadini semplici privati”, il principio vale per gli stati piccoli ma non può valere per gli stati troppo grandi “perchè non è pensabile che il popolo rimanga in perpetua assemblea per disimpegnare i pubblici affari”. Rousseau è molto scettico circa le assemblee rappresentative (e dunque i parlamenti) e pertanto ritiene che “più ingrandisce lo Stato e più il governo dovrebbe restringersi in modo che il numero dei governanti diminuisca con l’aumento della popolazione”. Sono idee sue, che non discuteremo».
Rousseau confuta Grillo o Grillo confuta Rousseau?
«Il grillismo parlamentare è una contraddizione, di qui gli imbarazzi di Grillo, perchè la sua idea era quella di un grillismo informatico. Cioè, se è impossibile riunire a legiferare i cittadini su una piazza, si crea la piazza informatica e mediante Internet in cui tutti parlano con tutti si ricrea l’agorà  ateniese, per cui il Sovrano è “on line”. Ma l’idea non tiene conto del fatto che gli utenti del Web non sono tutti i cittadini (e per lungo tempo non lo saranno) per cui le decisioni non vengono prese dal popolo sovrano ma da un’aristocrazia di blogghisti. Pertanto non avremo mai il popolo in perpetua assemblea. Questo è l’impasse del grillismo che deve scegliere tra democrazia parlamentare (che esiste, e che lui ha accettato partecipando alle elezioni) e agorà , che non esiste più o non ancora. Una democrazia informatica è parsa esistere nella cosiddetta primavera araba, e ora vediamo chi poi ne ha approfittato ».
Una rilevante quantità  di intervistati ha mentito, come sempre: ma questa volta hanno favorito in segreto un movimento che predica la trasparenza. Sono i paradossi della «sondocrazia» ?
«C’è la barzelletta di quel bambino a cui chiedevano sempre se era un bambino e lui rispondeva una bambina, piombando nello sconforto i suoi genitori, che evidentemente erano all’antica. Poi quando da adolescente ha cominciato ad andare a ragazze i genitori gli hanno chiesto perchè allora diceva di essere una bambina. E lui ha risposto: “quando mi fanno domande stupide do sempre risposte stupide”. Ecco, se qualcuno viene a chiedermi per telefono per chi voterò (o anche che cosa penso del tal prodotto) mi sento autorizzato a raccontargli una qualsiasi panzana».
Anche in politica, come in letteratura e nella comunicazione massmediale, sembra che il pathos oramai predomini sul logos. È altrimenti difficile spiegare certi flussi che hanno portato per esempio sostenitori di Renzi a votare per Grillo. È l’entertainment, o il “politainment”, che batte la politica? La politica è diventata anch’essa soggetta alla legge consumistica per cui tutto ciò che è nuovo è più attraente?
«In tempi in cui il vecchio non suscita più passioni anche il nuovo può diventare attraente. Ma il problema è che Nixon è stato battuto da Kennedy perchè si è mostrato in TV con la barba malfatta. Nixon doveva ispirare sfiducia per ben altre ragioni, ma ha perso a causa del suo barbiere. Il Sovrano di Rousseau non sempre ragiona con la testa ma (a essere indulgenti) col cuore, e il cuore può fare brutti scherzi, come prova il numero di divorziati e il prurito del settimo anno».
I “tecnici” in politica non hanno avuto più successo degli intellettuali èngagès di una volta. È una sconfitta della cultura e della competenza, proprio in tempi che si vorrebbero meritocratici?
«Ma se hanno ammazzato Socrate, perchè fa domande del genere? E, francamente, perchè e per chi facciamo questa intervista? Ma in fondo siamo ancora gramsciani, pessimismo della ragione e ottimismo della volontà ».

Raffaella Menichini
(da “la Repubblica“)

argomento: Costume, Politica | Commenta »

PENATI, PROCESSO VERSO LA PRESCRIZIONE

Marzo 7th, 2013 Riccardo Fucile

E L’EX PRESIDENTE PD DELLA PROVINCIA DI MILANO FA RETROMARCIA SULLA RINUNCIA

«La decisione del gup di due giorni fa non mi riguarda, non voglio commentare. Io ho chiesto il rito immediato. Aspetto di essere processato. Non so se le mie posizioni andranno in prescrizione, deciderà  il giudice».
Mentre i filoni più importanti dell’inchiesta dei pm di Monza Franca Macchia e Walter Mapelli sono stati travolti dalla legge “anticorruzione” che ha accorciato i termini di prescrizione, ieri Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano ed ex capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani, ha preferito non svelare se si avvarrà  o meno della prescrizione.
Eppure, soltanto una decina di giorni prima dell’approvazione del disegno di legge del ministro della Giustizia Paola Severino, l’ex politico Pd aveva assicurato che di quella via d’uscita non si sarebbe mai avvalso.
«Rinuncerò alla prescrizione se il ddl anticorruzione avrà  effetto su qualche reato. Ho già  più volte detto che chiederò il rito immediato perchè, dopo 28 mesi di indagini, voglio il processo». Poi ancora, dopo che quel testo divenne legge, a fine ottobre, disse di nuovo all’Ansa il suo proposito: «Ribadisco di volere il processo».
Quattro mesi dopo l’introduzione della “concussione per induzione” – che riduce le pene (da 12 anni a 8) e i termini di prescrizione (da 15 a 10) della vecchia concussione – la riforma ha salvato tutti gli uomini delle cooperative rosse: il vicepresidente del Consorzio Cooperative Costruttori Omer Degli Esposti, e i due consulenti Gianpaolo Salami e Francesco Aniello, beneficiari di consulenze per «prestazioni inesistenti» pari a 2,4 milioni di euro. Degli stessi (e di altri) capi d’imputazione dovrà  rispondere anche Penati. Tra due mesi, il 13 maggio, l’ex politico Pd, assistito dai legali Matteo Calori e Nerio Diodà , affronterà  la prima udienza del giudizio immediato, insieme a un altro indagato che ha optato per lo stesso rito, l’ex segretario generale della provincia di Milano Antonino Princiotta, difeso dall’avvocato Luca Giuliante.
Quel giorno Penati si troverà  di fronte al bivio.
E potrebbe annunciare se avvalersi o meno della prescrizione per i tre casi di concussione: le tangenti per l’area Falck, per la Marelli, e per le consulenze alle coop rosse.
Per il politico restano comunque in piedi i capi d’imputazione minori: le presunte corruzioni del Sitam (il sistema di trasporti pubblici locali), la terza corsia della A7, i 368mila euro di presunti finanziamenti illeciti alla fondazione “Fare Metropoli”.
Intanto i pm Macchia e Mapelli non si fermano e in questi giorni hanno depositato nuovi recenti atti d’indagine in vista del dibattimento.
Tra questi, un interrogatorio dell’8 febbraio 2013 dell’imprenditore Piero Di Caterina, il grande accusatore del “Sistema Sesto”.
«Ribadisco che tutti i pagamenti a Penati sono avvenuti a Sesto San Giovanni», ha dichiarato Di Caterina, che poi ricostruisce le fasi della «finta compravendita » con Bruno Binasco, manager dei Gavio.
Un contratto che, secondo l’accusa, serviva solo a far incassare due milioni di caparra a Di Caterina, come parziale restituzione dei soldi che l’imprenditore aveva negli anni “prestato” all’ex politico Pd. «A fronte delle mie richieste di restituzioni del denaro versato – dice ai pm Di Caterina – dopo aver scartato alcune proposte di Penati (la concessione di linee di credito da Intesa o Bpm, o di lavori da parte di Gavio, da me ritenute inidonee perchè non conformi agli accordi “prestiti contro restituzioni”), trovammo un punto d’incontro nella cessione di un mio immobile».
Entrano nell’inchiesta, con un verbale del 10 dicembre 2012, anche le dichiarazioni dell’architetto Giorgio Goggi, ex assessore della giunta di Gabriele Albertini.
Il professionista racconta ai pm le fasi precedenti alla vendita alla Provincia di Penati del 15% della Serravalle.
Operazione che fece incassare nel 2005 ai Gavio una plusvalenza di 179 milioni.
«Albertini mi disse che aveva saputo dell’intenzione di Penati di acquistare le azioni di Gavio. Incontrai Gavio e gli chiesi se era disponibile ancora ad acquistare le nostre. Lui mi disse che l’offerta non era più valida perchè lui si era già  impegnato con Fassino e D’Alema. Compresi che la vendita a Penati rientrava in una dimensione più grande, a livello nazionale».

(da “La Repubblica”)

argomento: Giustizia, Partito Democratico, PD | Commenta »

Next Entries »
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (234)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.222)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.587)
    • criminalità (1.403)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.532)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.079)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.788)
    • governo (5.804)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.394)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.413)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (543)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.188)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (36.460)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.685)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Dicembre 2025 (443)
    • Novembre 2025 (668)
    • Ottobre 2025 (651)
    • Settembre 2025 (662)
    • Agosto 2025 (669)
    • Luglio 2025 (671)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (351)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (641)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (578)
    • Novembre 2017 (633)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (307)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (396)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (436)
    • Giugno 2014 (391)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (446)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (287)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (207)
    • Giugno 2011 (263)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (233)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Marzo 2013
    L M M G V S D
     123
    45678910
    11121314151617
    18192021222324
    25262728293031
    « Feb   Apr »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • ADHU MALUAL, LO SFOGO DELL’AZZURRA DEL VOLLEY: “DAGLI SPALTI OFFESE RAZZISTE CONTRO DI ME E LA MIA FAMIGLIA”
    • IL GRAN CAOS DELLA MANOVRA, DE ANGELIS: “ASSISTIAMO AL PASSAGGIO DAL CENTRODESTRA DELLA REGINA COI SUOI VASSALLI A UNA CLASSICA COALIZIONE CON ALLEATI RIOTTOSI E LITIGIOSI, VERTICI DI EMERGENZA, ‘ESIGENZE DI CHIARIMENTO’, ‘PASSI INDIETRO’
    • LA SONORA STRONCATURA DELL’ARMATA BRANCAMELONI VERGATA DALL’INTELLETTUALE DI DESTRA MARCELLO VENEZIANI: “DA QUANDO È AL GOVERNO LA DESTRA NON È CAMBIATO NULLA NELLA NOSTRA VITA DI ITALIANI, DI CITTADINI, DI CONTRIBUENTI, TUTTO È RIMASTO NELLA MEDIOCRITÀ GENERALE. SOLO VAGHI ANNUNCI, TANTA FUFFA, UN PO’ DI RETORICA COMIZIALE E QUALCHE IPOCRISIA. NON SAPREI INDICARE QUALCOSA DI RILEVANTE CHE DICA, NEL BENE O NEL MALE: DA QUI È PASSATA LA DESTRA”
    • COSA C’È DIETRO IL PRESUNTO SCAZZO SULLE TRA GIORGETTI E IL SUO PARTITO? UN GIOCO DELLE PARTI. DAL TESORO ASSICURANO CHE “TUTTI AVEVANO VISTO TUTTO, NON SCHERZIAMO, QUELLO SULLE PENSIONI NON È UN PROVVEDIMENTO ARRIVATO ALL’IMPROVVISO”
    • INCOMPETENTI AL POTERE. PER L’ENNESIMA VOLTA IL QUIRINALE È STATO COSTRETTO A FARSI SENTIRE PER BLOCCARE UN PASTROCCHIO DEL GOVERNO, OVVERO L’IPOTESI DI UN DECRETO AD HOC IN CUI INFILARE I FINANZIAMENTI ALLE IMPRESE, DOPO CHE ERANO SALTATE LE COPERTURE GARANTITE DALLA STRETTA SULLE PENSIONI, BLOCCATE DALLA LEGA
    • DOPO IL CASO “LIMES”, QUALCUNO AVRÀ FINALMENTE IL CORAGGIO DI PRENDERE POSIZIONE CONTRO I TALK SHOW ITALIANI TRASFORMATI IN UNA TRIBUNA PER I PROPAGANDISTI PUTINIANI?
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA