Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
POI TORNA A PARAGONARE NETANYAHU AL FUHRER: “HITLER HA AVUTO UN SOGNO CHE È DIVENTATO UN INCUBO PER IL POPOLO. NETANYAHU, L’HITLER DI OGGI, ALLA FINE SI RENDERÀ CONTO CHE QUESTO È STATO SOLO UN SOGNO E DOVRÀ CONFRONTARSI CON LA REALTÀ”
“O l’Assemblea generale dell’Onu tratta quel killer come merita oppure questa situazione vergognosa sarà ricordata come una macchia nera nella storia delle Nazioni Unite”.
Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, facendo riferimento al premier israeliano Benjamin Netanyahu.
“È una vera vergogna che un criminale che ha commesso un massacro in Palestina possa sedere sotto il tetto dell’Onu”, ha detto Erdogan tornando a paragonare il premier israeliano a Adolf Hitler, come riferisce la presidenza della Repubblica di Ankara
“Hitler ha avuto un sogno che è diventato un incubo per il popolo. Netanyahu, l’Hitler di oggi, alla fine si renderà conto che questo è stato solo un sogno e dovrà confrontarsi con la realtà”, ha detto Erdogan parlando con i giornalisti, di ritorno da New York dove ha partecipato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
(da agenzie)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
LA SINISTRA PUNTA AL REFERENDUM DAY PER DARE UNA SPALLATA ALLA MELONI MA IL RISCHIO DI BOOMERANG È ALTO… IMBASTIRE UNA CAMPAGNA REFERENDARIA PER POI TROVARSI SENZA QUORUM, SAREBBE UN ASSIST ALLA DUCETTA E AL SUO GOVERNO
E tre. Con il deposito ieri di un milione e trecentomila firme per il referendum contro l’Autonomia differenziata, diventano i possibili appuntamenti con le urne tra aprile e giugno del prossimo anno. Oltre a questo sulla legge tanto cara alla Lega, sono già raggiunte le sottoscrizioni necessarie per quello sulla cittadinanza e quello sul Jobs act, tutti promossi o quantomeno sponsorizzati da pezzi di sinistra; almeno due, pensati per smontare norme cavalli di battaglia della maggioranza di destra.
Una primavera elettorale, se la Corte Costituzionale, a inizio anno (entro il 10 febbraio) deciderà che sì, i quesiti sono ammissibili e sia il famoso popolo a deciderne il destino.
Ieri davanti alla Cassazione una nuova photo opportunity di tutti quelli che vorrebbero essere l’alternativa alla destra di governo, da Elly Schlein a Conte, Bonelli, Fratoianni, Magi, pure la renziana Boschi e il leader della Cgil Landini: per una volta uniti, anche se con le tensioni in corso sulla Rai non era la mattina ideale, e infatti nonostante le dichiarazioni entusiaste – «una bella mobilitazione» e «un risultato straordinario» – le facce erano tese e i leader di Pd e Cinque stelle si giravano alla larga.
Ora, dopo un primo vaglio della Cassazione, sarà la Consulta a decidere se questa tripletta s’ha da fare nelle urne oppure no,
Nonostante dal comitato referendario sull’Autonomia insistano a far notare che 750mila di quel milione e rotte di firme viene dai banchetti, non c’è dubbio che la raccolta delle sottoscrizioni digitali – più semplice e immediata – abbia semplificato il primo passo, tanto che dalla maggioranza c’è chi come il senatore leghista Claudio Borghi già annuncia una proposta di legge per abolirla. Ma se i quesiti saranno ammessi, comincerà la sfida più complessa: portare al voto qualcosa come 24 milioni di persone per centrare il quorum, in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno.
Certo, il rischio di boomerang è altissimo. Alzare i toni, imbastire una campagna referendaria che veda in prima linea – almeno sull’Autonomia differenziata – tutti i leader dei partiti di opposizione (l’unico che si è sfilato è Carlo Calenda) per poi trovarsi magari quella domenica sera senza quorum, sarebbe un assist a Giorgia Meloni e al suo governo. Eppure, continuano a pensare che se comunque in tanti andassero a votare, potrebbe diventare una piattaforma su cui costruire la famosa alternativa, e anche non centrare il quorum ma arrivarci vicino potrebbe in realtà preoccupare la premier: sarebbero le prove generali del padre di tutti i referendum, quello sul premierato. E in quel caso, non serve il quorum.
(da La Stampa)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
LA MELONI DICE CHE L’OPERAZIONE UNICREDIT-COMMERZBANK “NON RIGUARDA IL GOVERNO”, E INVECE IL CAPO DELLO STATO, A BERLINO, PARLA CHIARO IN FACCIA AI TEDESCHI, CONTRARI A CEDERE AGLI ITALIANI LA BANCA, IN BARBA AL LIBERO MERCATO UE: “È INDISPENSABILE CHE CRESCANO CAMPIONI EUROPEI”
“E’ indispensabile che crescano campioni europei” in vari settori ed in grado di competere a livello internazionale. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della conferenza stampa al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica federale, Frank-Walter Steinmeier, a Berlino rispondendo ad una domanda sulla fusione europea tra banche mentre sono in corso colloqui tra Unicredit e Commerzbank.
Unicredit e Commerzbank sono deboli in Borsa nel giorno del primo incontro a Francoforte tra i due istituti dopo che il gruppo di Piazza Gae Aulenti è diventato un azionista di peso con una quota potenziale del 21%
Il titolo dell’istituto tedesco, a cui peraltro Alphavalue ha alzato la raccomandazione a ‘buy’ (acquistare ndr), segna -0,06% a 16,4 euro. La banca italiana, invece, a Piazza Affari, in linea con il resto dei bancari, è più fiacca e cede un 0,5% a 39,5 euro.
Cacciatore e preda a tu per tu. Sarà uno «scambio di vedute», chiarisce Bettina Orlopp, la direttrice finanziaria della seconda banca tedesca e che da lunedì prenderà il posto di Manfred Knof alla guida dell’istituto quale amministratrice delegata.
Sentire le ragioni di Unicredit è un atto dovuto, secondo la manager. «Unicredit è ora un azionista, un investitore ed è molto normale che vengano scambiate opinioni», dice l’ad in pectore
Non solo un socio, Unicredit è il primo azionista visto che la banca guidata da Andrea Orcel, dopo il blitz con cui si è palesata al 9% del capitale di Francoforte (comprando il 4,5% dallo Stato tedesco, il resto su mercato) grazie all’acquisto di strumenti derivati è già proiettata al 21%, dove arriverà non appena giungerà il via libera – dato quasi per scontato – della Banca centrale europea.
Gli uomini di Orcel che domani chiederanno alla banca numeri e strategie si vedranno raccontare una nuova storia di crescita. La banca tedesca, infatti, alla vigilia alza i propri obiettivi in termini di profittabilità e di remunerazione agli azionisti
In ogni caso Orlopp e i suoi manager oggi faranno buon viso a cattivo gioco. Lei stessa dice che «visti gli eventi manterremo un atteggiamento aperto e valuteremo tutte le opzioni che abbiamo sul tavolo, ogni potenziale di miglioramento per vedere se possiamo creare valore per i nostri azionisti»
Di certo esclude vendite «pazze», acquisizioni insensate o altre «cose stupide» per difendersi. Nonostante alla fine il tema resti sempre lo stesso: l’indipendenza. Lo rimarca anche il presidente del consiglio di sorveglianza della banca tedesca, Jens Weidmann, vecchia conoscenza di Mario Draghi ai tempi della Bce, dove sedeva come “falco” della Bundesbank.
«Commerzbank – dice – sta costantemente espandendo la propria posizione indipendente come forte pilastro nel mercato bancario tedesco e partner affidabile per l’economia nazionale. Come “Banca per la Germania” crediamo fermamente che abbia un notevole potenziale di crescita e apprezzamento». Agli investitori, della giornata di ieri, resta però appiccicato un concetto: dopo le polemiche dei sindacati, dei consiglieri della banca, del governo, Commerzbank – che oltre a Goldman Sachs ha arruolato come advisor anche Ubs – è pronta a sentire le ragioni di Orcel.
(da “La Stampa”)
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Settembre 27th, 2024 Riccardo Fucile
IL 70% DEI CITTADINI RITIENE CHE L’ACCESSO AI SERVIZI SANITARI IN ITALIA SIA SEMPRE PIÙ DISEGUALE. E VORREBBE UNA VERA LOTTA CONTRO EVASIONE ED ELUSIONE… PER L’85% “IL SISTEMA FISCALE È POCO O PER NIENTE EQUO”
Per gli italiani il sistema fiscale non è equo: per 7 cittadini su 10 le disuguaglianze in Italia sono aumentate negli ultimi 5 anni; il 70% è anche favorevole ad un’imposta europea sui grandi patrimoni. Una convinzione che non riguarda solo l’elettorato progressista, ma in buona parte anche chi vota a destra. Lo dice l’indagine condotta a settembre dall’Istituto Demopolis per Oxfam Italia, i cui risultati sono stati presentati oggi al Senato
Nella percezione dell’85% dell’opinione pubblica l’iniquità fiscale contribuisce a rendere il Paese sempre più disuguale anche nell’accesso ai servizi, soprattutto quelli sanitari. […]spiega Pietro Vento, direttore di Demopolis «E’ il reddito, per l’83%, il principale ambito in cui si manifestano le più forti sperequazioni nel Paese. Con un dato in crescita esponenziale, inoltre, il 70% segnala anche che l’Italia è sempre più disuguale nell’accesso ai servizi sanitari».
Le preoccupazioni dei cittadini per i divari nell’accesso alle cure riguardano anche la possibile attuazione della legge sull’autonomia differenziata che nella percezione dell’opinione pubblica rischia di peggiorare le cose.
Dalla rilevazione emerge inoltre con chiarezza la consapevolezza dei cittadini sugli impatti negativi delle disuguaglianze in termini di affievolimento della vita democratica (71%), ostacolo alla crescita economica (79%), sfaldamento della coesione sociale (86%) e fioche prospettive di futuro per le nuove generazioni (86%)
Inoltre per il 72% degli italiani, la lotta ad evasione ed elusione fiscale potrebbe contribuire a ridurre le disuguaglianze. Ma servirebbe anche – per il 61% – un sistema fiscale più equo: che sia progressivo e che non comporti disparità tra contribuenti nelle stesse condizioni economiche. L’85% degli italiani, infine, concorda che «il sistema fiscale italiano sia oggi poco o per niente equo».
Una convinzione trasversale all’elettorato, espressa dal 76% degli elettori di Forza Italia e Fratelli d’Italia, dal 77% di quelli della Lega, dall’86% degli elettori di Alleanza Verdi e Sinistra, dall’89% di chi esprime la propria preferenza di voto per il Partito Democratico e dal 93% degli elettori del M5S.
Il supporto all’imposta europea sui grandi patrimoni è amplissimo tra gli elettori di AVS (94%), PD (88%) e M5S (86%) e nella porzione di popolazione che dichiara di astenersi dal voto (73%).
Tra le principali forze dell’attuale maggioranza il supporto raggiunge, al netto di chi non esprime una posizione definita, una maggioranza relativa: il 49% dei favorevoli contro il 42% dei contrari tra chi vota Fratelli d’Italia, il 45% dei favorevoli contro il 42% dei contrari nell’elettorato di Forza Italia e il 46% dei favorevoli contro il 43% dei contrari tra gli elettori della Lega.
(da agenzie)
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