Ottobre 4th, 2024 Riccardo Fucile
“PERCHE’ L’ITALIA E’ DI DESTRA” COME LA DIVINA COMMEDIA?
Ignazio La Russa e Arianna Meloni lanciano la proposta al ministro dell’Istruzione,
Giuseppe Valditara. “Il libro di Italo Bocchino dovrebbe essere adottato nelle scuole – dice il presidente del Senato – “’Perché l’Italia è di destra’ è un libro di verità contro le bugie delle sinistra. Una tua moral suasion ci starebbe visto che la sinistra racconta le bugie nelle scuole”, ha continuato La Russa durante proprio la presentazione del libro rivolgendo l’invito al ministro presente in sala.
D’accordo la sorella della premier: “Il libro di Bocchino ‘Perché l’Italia è di destra’, se lo distribuiamo nelle scuole facciamo una cosa sana, è una raccolta di dati, una storia vera, non è un libro né fazioso, né di parte, una storia reale, va letto con attenzione”, osserva la responsabile della segreteria di FdI lasciando la Gnam di Roma.
Il Pd insorge. “Fortunatamente nessun ministro in Italia può intervenire sull’adozione dei libri di testo e la nostra costituzione antifascista è molto chiara essendo nata da chi si era opposto al minculpop e al pensiero unico. Di cui noi non abbiamo nostalgia”, scrive sui social Simona Malpezzi del Pd, replicando al presidente del Senato Ignazio.
Un altro deputato dem, Matteo Orfini commenta: “Sì lo so che conoscete già la statura dell’uomo e che avete un giudizio abbastanza radicato di come svolga la sua funzione. Però ci tenevo a segnalarvi questa perla della seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa. (E soprattutto: smettetela di dire le bugie ai bambini)”.
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2024 Riccardo Fucile
MUSICA TROPPO ALTA ALLA FESTA DEL FIGLIO, ARRIVANO I VIGILI AD “AMMONIRLO”, MA PER L’INFETTOLOGO E’ “INVIDIA SOCIALE”
Il professor Bassetti va sui social con la faccia tirata e denuncia di essere rimasto vittima di un’odiosa discriminazione.
In occasione della festa di compleanno, il figlio sedicenne avrebbe alzato il volume della musica in casa, ma giusto un pochino, quand’ecco materializzarsi alla porta una pattuglia di vigili, posseduti dall’insana smania di stilare un verbale.
Se nel video Bassetti si limitasse a minimizzare le colpe del pargolo e a criticare i vicini dall’udito sensibile che in un eccesso di zelo hanno mobilitato la polizia municipale, rientrerebbe ancora nel cliché dell’italiano che, appena viene colto in fallo, estende la sua autoindulgenza ai parenti più prossimi.
Invece l’infettivologo divenuto popolare ai tempi del Covid si spinge ben oltre, accusando i vigili urbani di invidia sociale nei confronti di chi, come lui, abita nei quartieri residenziali. Rinfaccia loro, testualmente, di comportarsi «da deboli con i forti e da forti coi deboli», con ciò autoassegnandosi una patente di debole smentita dal buonsenso e dal senso del ridicolo, ancor prima che dalla sua biografia.
Non pensiate che Bassetti rappresenti un caso isolato. Il mondo è pieno di persone influenti e famose che si sentono perseguitate per il solo fatto di essere tali e accusano le istituzioni di favorire sfacciatamente i poveri diavoli.
Speriamo si tratti di un virus, perché in tal caso il professore, avendolo già preso, potrebbe aiutarci a trovare gli anticorpi.
(da Corriere della Sera)
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Ottobre 4th, 2024 Riccardo Fucile
‘’SALVINI A TAJANI HA DATO DEL BEONE, PER UNA DIFFERENZA DI VEDUTE SUL VOTO AUSTRIACO. È L’ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DI UNA POSTURA ISTITUZIONALE DI PROFONDA INADEGUATEZZA” – ‘’L’AUTONOMIA? QUASI IMPOSSIBILE DA ATTUARE’’ – “SE VUOLE STARE IN UNA COALIZIONE DI CENTRODESTRA SUGGERIREI A SALVINI DI NON INVITARE ORBÀN E WILDERS A PONTIDA”
“Gli attacchi di Salvini a Tajani? Inaccettabili, gli ha dato del beone! Il leghista è di una profonda inadeguatezza istituzionale. L’Autonomia? Quasi impossibile da attuare. Ecr nella maggioranza Ursula? Dopo la messa in scena del voto contro von der Leyen, i rapporti coi Popolari saranno sempre più stretti”. Parola di Massimiliano Salini, vicepresidente del gruppo Ppe ed europarlamentare di Forza Italia.
Vicepresidente Salini, perché sostiene che Salvini sia inadeguato?
“Deve smetterla di trattare la coalizione come un capriccio, come un luogo dove vale tutto, in cui la prima cosa che ti viene in mente la puoi dire. La responsabilità politica davanti ai cittadini è molto “altra”. Non è nemmeno caratura istituzionale, è educazione. Per fortuna nella Lega c’è chi usa toni diversi, penso al ministro Giorgetti o ai governatori del Nord”.
Però al timone c’è Salvini. Dovrebbe dimettersi se condannato al processo Open Arms?
“Alla base di eventuali dimissioni, che nessuno ha chiesto, non vedo l’esito di un processo come quello di Palermo, che ha profili discutibili, ma piuttosto la stranezza delle dichiarazioni che l’hanno visto protagonista in questi giorni, con gli attacchi al collega vicepremier Tajani. Gli ha dato del beone, per una differenza di vedute sul voto austriaco. È l’ennesima dimostrazione di una postura istituzionale che mostra tratti di profonda inadeguatezza”.
Non è un problema per voi essere in alleanza con un partito gemellato con i “rigurgiti neonazisti”, come li chiama Tajani?
“Potrebbe essere un grande problema, se non fosse vero che in 15 anni di politica ho visto come lavora la Lega a tutti i livelli, nei territori, da quando ero presidente della provincia di Cremona. È una Lega molto diversa da quella delle esternazioni di Salvini. La sua mi sembra peraltro una strategia pittoresca. Infatti alle Europee sono diventati il terzo partito della coalizione”.
È un errore far sfilare Fpo, Orbàn e Wilders a Pontida?
“Io suggerirei di non invitarli. Ma se la Lega la pensa come loro non sbaglia. Mi auguro però che non trasformi la sua agenda in quella del Fpo, perché se vuole stare in una coalizione di centrodestra diventa complicato. Anche perché, per dire, Salvini si batte per evitare il blocco del Brennero… e i principali avversari sono l’Fpo!”.
Parliamo di Ius scholae. Se il centrodestra unito non fosse a favore, sondereste una maggioranza alternativa?
“Tajani è molto legato alla proposta, cosa ne sarà in Parlamento non lo so. Non abbiamo l’abitudine di provocare la maggioranza, ma vogliamo andare avanti”.
Sull’Autonomia, assicura che FI non voterà mai in Aula l’assegnazione delle materie non Lep prima che siano approvati i livelli essenziali di prestazione?
“Da anni ho capito che l’Autonomia ha un’enormità di complicazioni nella definizione dei Lep. Leggendo il testo, mi sembra quasi impossibile, viste le premesse, arrivare concretamente alla realizzazione della legge. È una strada più che in salita. Il tema delle materie non Lep, quindi, non mi sembra dirimente”.
Da vicepresidente del Ppe, direbbe che i Conservatori sono fuori dal cordone sanitario di Bruxelles?
“Sì, sono fuori. E per quel che sta accadendo intorno alla candidatura di Fitto, mi pare che nonostante il tentativo di distinguersi col voto contro von der Leyen – una messa in scena per non scontentare i loro elettori – Ecr sia dentro la maggioranza. E lo saranno sempre di più”.
(da La Repubblica)
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Ottobre 4th, 2024 Riccardo Fucile
“PIETRANGELI MI HA CHIESTO SEMPRE PERCHÉ NON ABBIAMO AVUTO UNA STORIA. IO AVEVO SEMPRE AL FIANCO UN’ALTRA PERSONA, LUI ALMENO DUE! PANATTA NON ERA IL PIÙ BELLO” … “A WIMBLEDON VENIVANO TUTTI A VEDERE LE MIE MUTANDE DI PIZZO. MINACCIARONO DI SQUALIFICARMI. IL TENNIS MI HA DATO TUTTO, MENO I SOLDI” … I DUE TUMORI, I FIGLI CHE NON HA AVUTO (“NON HO FATTO IN TEMPO”) E I VESTITINI ESPOSTI AL “VICTORIA & ALBERT MUSEUM”
E’ morta Lea Pericoli, 89 anni, la ‘signora’ del tennis italiano. Lo annuncia la Federtennis.
Signora in campo, regina in campo e maestra di eleganza, è stata una delle prime donne a raccontare il tennis su giornali e in tv dopo averlo giocato ai massimi livelli. Classe e stile hanno caratterizzato tutta la sua storia. La storia della campionessa da record del tennis italiano, con 27 titoli all’attivo nei campionati nazionali in singolare, doppio e doppio misto.
Nei tornei del Grand Slam, ha raggiunto quattro volte gli ottavi al Roland Garros (1955, 1960, 1964 e 1971) e tre volte sull’erba di Wimbledon (1965, 1967 e 1970). Numero 1 d’Italia per 14 anni tra il 1959 e il 1976, record assoluto, e per altre quattro volte numero 2 (1960, 1961, 1962 e 1973). Ha giocato 29 incontri in nazionale, con un record di otto vittorie in singolare e sei in doppio. La sua vita è stata un’avventura, iniziata ad Addis Abeba, dove il padre trasferisce la famiglia in seguito alla Guerra d’Etiopia.
E’ lui a darle la prima racchetta. E’ iniziato un lungo amore con il tennis continuato in Kenya, dove viene mandata a studiare, e poi in giro per il mondo. A 17 anni, mentre è in vacanza in Versilia dove insegnava il padre di Paolo Bertolucci, capisce che quel suo amore può diventare qualcosa di più e sceglie il tennis come carriera.
“Chi cerca diventare un campione combatte una guerra continua: è uno sport molto educativo che mi ha insegnato molto” ha detto. Con lo stesso spirito ha sfidato i pregiudizi, affrontato e sconfitto due tumori: un carcinoma all’utero nel 1973 e un cancro al seno nel 2012. Il Presidente delle federtennis Angelo Binaghi e tutto il movimento del tennis italiano si stringono con affetto alla sua famiglia in questo momento di grande dolore
(da agenzie)
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