A PALERMO SI FA FESTA PER DIMENTICARE LE DIVISIONI
LE 100.000 PRESENZE RESTANO UN SOGNO. GRILLO PARLA E STRAPARLA.. IL GIALLO DELLA SCALETTA DEGLI INTERVENTI
Sul prato del Foro italico di Palermo si fa festa per dimenticare le divisioni.
Gli attivisti 5Stelle lo riempiono abbastanza anche se le 100mila presenze sono un miraggio lontano: “Beh, allo stadio c’è Palermo-Juventus”, osserva uno dei fedelissimi al Movimento.
La partita finisce ma il tutto esaurito alla kermesse non c’è. La scena è comunque di quelle suggestive. C’è il mare che fa da sfondo al palco, ci sono gazebo ovunque, secondo gli organizzatori sono 138, bandiere e striscioni.
Alla terza edizione di Italia 5Stelle c’è spazio per comizi, proposte e idee. Ogni città amministrata dai grillini ha un suo spazio.
La prima giornata della kermesse stenta però a decollare, si scalda solo sul finale.
Il Direttorio non si fa vedere e i militanti arrivano a poco a poco, ma quelli presenti sono i convinti della prima ora, per lo più siciliani: “Andremo al governo, non siamo divisi. Non è vero che nel Direttorio si litiga”.
La voce che si sente tra i gazebo è sempre la stessa. “La Raggi? Diamole il tempo, è ancora giovane. Ha fatto degli errori ma rimedierà “, dice una grillina in maglietta ‘Keep calm and M5S al governo”.
Pochi effetti speciali, Beppe Grillo non sale su una gru come ha fatto due anni fa al Circo Massimo, e neanche arriva a bordo di una mongolfiera come era previsto. Piuttosto da mattina fa avanti e indietro: mercato di Ballarò, Foro Italico, telecamere, palco.
Parla, a volte straparla, a volte dice una cosa per poi dire l’esatto opposto poche ore dopo.
Un esempio? “Gelosie nel Movimento nei confronti Di Maio e Di Battista? Forse sì, ma la tv è immagine e c’è chi funziona e chi no”, osserva il leader. Più tardi sul palco dirà : “Manderemo tutti in tv a parlar di programmi”.
Si vede che nel mezzo c’è chi non l’ha presa bene. Ma nel mezzo della giornata c’è anche il giallo della scaletta della serata.
Sul blog in mattinata appare un elenco di parlamentari, in ordine alfabetico.
Sono tutti coloro che devono intervenire, ma non si conoscono gli argomenti nè in che modalità .
Secondo qualcuno, nel backstage, per tutto il pomeriggio si è discusso su cosa fare. Nel frattempo nelle due agorà , e nei gazebo dei deputati e senatori, e dei parlamentari europei si susseguono i comizi. Parlano in tanti.
Il senatore Airola sfila davanti alle telecamere, Nicola Morra beve una birra e parla con gli attivisti. Ognuno si prende il suo spazio mentre il Direttorio continua ad essere il grande assente. Una scelta strategica per non offuscare, nella prima parte della giornata, chi tra i parlamentari lamenta di non aver abbastanza spazio
Ma poi arriva Alessandro Di Battista, a bordo della sua moto, con altri centauri al seguito, direttamente da Termini Imerese. Le telecamere e gli applausi sono tutti per lui. Luigi Di Maio alle 20 ancora non si è visto, dicono sia nel backstage.
Dibba invece si concede ai cronisti per oltre mezz’ora: “Grillo ha detto che allargherà il Direttorio? Non lo so, non commento ciò che non ho sentito”.
Ma poco prima il leader 5Stelle aveva scaldato la folla, a lungo unico picco di entusiasmo della giornata prima di Di Battista sul palco, dicendo che ormai “è tornato. Ebbene sì. Volevo fare un passo di lato ma in fondo non ci ho mai creduto”.
Poi aggiunge che la prossima settimana farà votare il nuovo regolamento. Gli attivisti applaudono e tirano sul respiro di sollievo per l’exploit di Grillo come capo politico.
In tanti sul palco ricordano il fondatore Gianroberto Casaleggio. C’è il figlio Davide: “Non sono qui per sostituire mio padre. Restiamo uniti per realizzare il nostro sogno”. Grillo aggiunge: “Lo sentivo cinque volte al giorno, è chiaro che mi manca. Ora sono rimasto io e quindi nessun passo di lato. Sono io il capo politico”.
È la garanzia che chiedeva ad esempio Roberto Fico: “Grillo ha detto che c’è al 100%”.
Sul palco il componente del Direttorio lancia poi una frecciatina per buoni intenditori: “Mai più deleghe, mai più leader”. Il Direttorio in effetti è tramontato, ma non in nome dell’uno vale uno. Bensì per dare spazio a Di Maio, il candidato premier in pectore, e a Di Battista, colui che ha girato l’Italia per dire no alla riforma costituzione. il Direttorio nei fatti non esiste più, prima i cinque apparivano insieme e si abbracciavano a favore dei fotografi.
Ora invece interventi separati. Sibilia, Ruocco e Fico parlano al fianco di altri parlamentari e consiglieri, e rimangono nelle retrovie.
Di Battista e Di Maio invece hanno il palco tutto per loro e parlano di governo e di progetti “per i prossimi 15 anni”. Si danno il cambio e si abbracciano.
(da “La Repubblica“)
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