AFFONDO DI FITTO, SALTA LA TREGUA: A UN PASSO DALLA SCISSIONE
L’INTESA PER UNA LISTA COMUNE IN PUGLIA DURA MENO DI 24 ORE… ORA BERLUSCONI RISCHIA IL TRACOLLO AL SUD
Lo strappo, quello definitivo, si consuma a Bari. Ma è destinato a produrre effetti immediati a Roma.
Tra Raffaele Fitto e Forza Italia il cammino comune finisce qui.
La scissione (con parlamentari al seguito) appare adesso a un passo. E accade tutto nel giorno in cui Berlusconi sembra tendere una mano e accettare la ricandidatura degli uomini dell’ex governatore nelle liste pugliesi.
Invece salta tutto: il candidato Francesco Schittulli in serata chiude la partita, in una nota annuncia per domani il lancio della sua candidatura al fianco di Fitto, Ncd e Fratelli d’Italia e dice addio a Forza Italia («Non ha dato la disponibilità a presentare una lista competitiva»).
Ma il rischio per il partito ora è il tracollo nel Mezzogiono e non solo.
A questo punto, l’uscita dell’eurodeputato dal partito con la sua trentina di parlamentari torna assai probabile e perfino imminente.
Senatori forzisti, campani questa volta, finiscono nel frattempo quasi alle mani a Palazzo Madama (protagonisti De Siano, Falanga e D’Anna) tra chi difende l’uscente Caldoro e chi si azzarda a sponsorizzare il pd Vincenzo De Luca.
E ancora, il “veterano” Antonio Martino si scaglia contro il ricambio («Ci sono giovani imbecilli») e contro Mariarosaria Rossi («Si copre di ridicolo»), mentre la giovane Silvia Sardone (avversata dalla vecchia guardia) sogna la candidatura a sindaco di Milano.
Di fronte a questo scenario, Silvio Berlusconi, sempre più sconfortato e demoralizzato, preferisce tenere le distanze.
Resterà tutta la settimana a Villa Certosa. «Sono stanco di questa pantomima, non si rendono conto che così ci fanno solo perdere e Fitto vuole solo farmi la guerra e prendersi il partito, ma io Forza Italia la rifondo, la rilancio e le ridò un volto nuovo dopo il voto», ripete ai suoi.
Eppure, a mezzogiorno, la nota del commissario berlusconiano in Puglia, Luigi Vitali, sembrava aprire a un compromesso: «Per favorire l’unità del centrodestra in Puglia, Fi conferma la disponibilità a ricandidare l’intero gruppo regionale».
Vorrebbe dire garantire ai sette consiglieri uscenti vicini a Fitto la presenza in lista. Ma giusto a loro.
L’eurodeputato piomba a Roma, riunisce i parlamentari mentre coordina a distanza i suoi in regione: «È un bluff».
La bocciatura dell’offerta è immediata. «Non ci bastano i sette uscenti, abbiamo almeno altri dieci, quindici amministratori locali in gamba e capaci di grandi consensi, io li voglio tutti in lista», ha spiegato ai deputati pugliesi e non.
E ancora: «Non può essere la Rossi o un suo delegato a depositare a fine aprile la lista, al più una figura di garanzia o addirittura due».
Il sospetto, tradotto, è che la plenipotenziaria per le liste Mariarosaria Rossi o chi per lei possa depositarla in Puglia ma epurata, nottetempo, dei candidati di Fitto.
«Quelle condizioni sono per noi inaccettabili, è un banale pretesto, la verità è che Fitto avrebbe rotto in ogni caso», si consola la tesoriera commentando con i collaboratori lo strappo ormai consumato.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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