AL GOVERNO E’ ANDATO DI TRAVERSO IL MANCATO SPOTTONE SUL RITORNO DI ZAKI IN ITALIA
IL GIOVANE HA MOSTRATO COERENZA, ARRIVERA’ CON UN NORMALE VOLO DI LINEA
La decisione di Patrick Zaki di tornare in Italia con un volo di linea, e non come era stato predisposto con un mezzo messo a disposizione dal nostro Governo con tanto di passerella e photo-opportunity a Ciampino, ha movimentato le ultime 24 ore, dando molto da fare alla nostra diplomazia e ai Servizi di intelligence che pensavano, invece, di aver archiviato ormai il capitolo.
E creato una tensione per le prossime: bisognerà tenere il fiato sospeso fino a domani a mezzogiorno, quando il vecchio divieto di espatrio che il ragazzo aveva sui suoi documenti dovrebbe scadere. E quindi Zaki potrà finalmente partire alla volta di Bologna. Fino a quel momento la linea è chiara: profilo basso.
I fatti: Patrick sarebbe dovuto salire tra venerdì e sabato su un volo messo a disposizione del Governo italiano, con destinazione Ciampino. A deciderlo era stato direttamente palazzo Chigi, con il sottosegretario Alfredo Mantovano.
Quando, però, era tutto pronto, Zaki ha gentilmente declinato il volo italiano. Spiegando, da un lato, che avrebbe voluto aspettare la sorella e la fidanzata, in modo da arrivare nel nostro Paese con loro. Ma, soprattutto, che quella scelta non sarebbe stata coerente con quello in cui ha sempre creduto, con il suo ruolo cioè “di difensore dei diritti umani, che per natura è indipendente dai governi” spiegano alcune delle persone che gli stanno vicine. Una “libera scelta” appunto.
Che, però, ha inevitabilmente provocato non pochi problemi con l’Egitto. Perché il governo di al Sisi ha trovato davanti a sé prima di tutto un “difensore dei diritti umani”. Creando così un precedente che – spiegano fonti della nostra intelligence – mette in grande imbarazzo il Cairo sul fronte interno, data la linea dura che il presidente Sisi ha sempre avuto con tutte le ong che lavorano nel paese.
A conferma che la scelta di Zaki non sia stata indolore, la comunicazione egiziana arrivata una volta ricevuta la notizia del rifiuto di salire sul volo italiana: “Fino a domenica a mezzogiorno esiste un divieto di espatrio per Zaki. Non può prendere un volo di linea”. Qualcuno ha sperato che potesse essere una leva per convincerlo a salire su quell’aereo per Ciampino. E invece, no: Patrick ha preferito “essere coerente” e aspettare.
Meloni ha dato indicazione di sedare le polemiche e derubrica a ‘’questione secondaria’’ la decisione di Zaki. Resta il fatto che l’esecutivo non ha certo apprezzato la scelta dell’attivista.
Questo lo sanno anche gli “amici” di Zaki che infatti ci tengono a dire che “Patrick è assai grato all’Italia e a questo governo. Non c’è nessun problema, il suo non è un gesto contro. Ma per: per la sua coerenza, per rispetto a quello in cui crede. Nessun problema con la premier Meloni. La stessa scelta l’avrebbe fatta anche se il presidente del consiglio fosse stato, Giuseppe Conte, per dire”. Un po’ di tensione esiste però. “Ci è stato detto che il problema è solamente burocratico e non abbiamo ragioni per non crederci. Esiste effettivamente questo divieto di espatrio, siamo sicuri che domenica passato mezzogiorno Patrick Zaki potrà raggiungerci e arrivare nella sua Italia”.
(da agenzie)
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