ALEXANDER BORTNIKOV, CAPO DEL FSB (EX KGB) PRESTO DOVREBBE DIMETTERSI “SPINTANEAMENTE”, MA PUTIN ESITA: IL MOTIVO? NON SI FIDA DI NESSUNO
PUTIN È ACCERCHIATO, ANCHE I SUOI FEDELISSIMI ORMAI DUBITANO DELLE SUE CAPACITÀ, E LA PARTITA SI INTRECCIA CON I RAPPORTI (TESI) CON NIKOLAY PATRUSHEV, CAPO DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA NAZIONALE
Il cambio alla guida del Fsb, il servizio segreto interno della Russia, sarebbe ormai imminente. Alexander Bortnikov, l’attuale capo, che a novembre ha compiuto 71 anni, dovrebbe lasciare – spontaneamente, ha chiesto le dimissioni, ma anche “spintaneamente” – anche a causa dei risultati certo non eccellenti del servizio specialmente sul fronte ucraino, e del controspionaggio interno. Putin non è contento (eufemismo), e sta pensando da tempo di correre ai riparti.
Ma ogni mossa è delicatissima, perché ogni singola nomina va a toccare un castello di carte nel quale Putin ha rappresentato per due decenni il punto di equilibrio, ma che adesso scricchiola.
Lo testimoniano le tante guerre di potere, le morti strane di oligarchi e alti burocrati, l’ascesa ma poi la caduta di personaggi come Evgheny Prighozhin, il fatto che Putin stesso stia incontrando qualche resistenza anche con la fazione dei “tecnocrati”, trovando – come ha raccontato Bloomberg – una qualche resistenza di Elvira Nabiullina alla richiesta di abbassare i tassi per far fronte alla situazione grave del deficit pubblico russo a gennaio. Ma lo testimonia soprattutto l’esitazione del presidente russo nella fondamentale nomina del capo dei servizi segreti federali.
L’imminente sostituzione di Bortnikov investe però anche la questione dei rapporti attuali di Putin con Nikolay Patrushev, il capo del Consiglio di sicurezza nazionale, ossia il mega capo di tutte le intelligence russe. A che punto sono davvero questi rapporti? Difficile dirlo. Certo è che venerdì c’è stata una riunione operativa di Putin con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza, ma Patrushev non c’era.
C’è chi ritiene che ormai Patrushev sia spazientito pe le (tante) promesse e promesse di Putin sulla nomina del figlio Dmitry, alla presidenza del Consiglio.
(da La Stampa)
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