ARIA DI PROTEZIONISMO: I SINDACATI TICINESI CONTRO GLI OPERAI ITALIANI
PROTESTANO CONTRO LA CATENA “MIGROS” CHE HA AFFIDATO UN APPALTO DI RISTRUTTURAZIONE A LAVORATORI ITALIANI CHE HANNO IL DIFETTO DI AVERE UNA QUALITA’ DI LAVORO MIGLIORE… IL CASO PRECEDENTE IN GRAN BRETAGNA ERA FINITO CON L’OFFERTA DI 102 POSTI IN PIU’ PER I LAVORATORI INGLESI
In Svizzera come in Gran Bretagna, la storia non cambia. Le vittime di questa crisi finanziaria sembrano proprio i lavoratori italiani che vengono sommersi da ondate di protezionismo in mezza Europa.
Dopo il caso della raffineria inglese della Total, ora nasce un nuovo contenzioso che vede coinvolti altri nostri lavoratori, colpevoli di lavorare a livelli di qualità molto elevati e spesso migliori di quelli locali.
Coi tempi che corrono, i sindacati si attaccano a tutto pur di far sfogare i propri tesserati e portare a casa qualche vittoria sulle imprese. Così accade anche nel Canton Ticino dove un contratto da 25 milioni di franchi ha scatenato una polemica feroce.
La Migros, colosso della grande distribuzione elvetica, ha affidato l’appalto di ristrutturazione della sua filiale di Locarno a manodopera proveniente da Como e da Varese.
Il caso è stato sollevato dalla Commissione paritetica cantonale, l’organismo deputato al controllo della corretta applicazione dei contratti di lavoro.
I rappresentanti degli imprenditori e i sindacati del ramo piastrellisti e falegnami, in un comunicato hanno definito la scelta della Migros “un affronto ai lavoratori svizzeri”.
Il sindacato Unia, l’equivalente della nostra Cgil, ha detto che “una cooperativa che beneficia dei soldi dei contribuenti svizzeri e ticinesi se chiede a ditte italiane di fare i lavori commette un atto vergognoso”.
Come al solito gli italiani vengono accusati di lavorare a prezzi più bassi, tali da mettere fuori gioco le ditte elvetiche.
In pratica siamo accusati di fare concorrenza sleale e si invocano forme di protezionismo d’altri tempi. Le cose stanno un po’ diversamente da quanto sostengono i sindacati elvetici.
L’appalto in realtà è stato vinto dalla filiale italiana del gruppo tedesco Wanzl Metallwarenfabrik GmbH che poi ha assegnato in subappalto la parte degli allestimenti a falegnami, stuccatori e decoratori varesini.
Completamente insensato quindi mettere in discussione l’attività economica che si svolge secondo le regole anche nel Canton Ticino.
I numeri parlano da soli. Sono 350.000 gli immigrati italiani residenti in Svizzera e 30.000 i frontalieri italiani. Nel 2007 in Canton Ticino sono stati rilasciati 9.000 permessi di lavoro temporanei per lavoratori stranieri e sono 1.865 i frontalieri rimasti senza lavoro nel 2009.
Ora invece qualcuno minaccia di boicottare la catena dei negozi “Migros” per protesta.
In Italia stavolta la Lega tace, mentre l’altra volta aveva dato ragione ai lavoratori inglesi contro gli italiani. Questa volta non sono siciliani, ma comaschi e varesini e allora si possono difendere…. siamo nel patetico-padano-andante.
Alla fine accadrà come in Inghilterra dove il rapporto dell’agenzia di arbitrato industriale Acas ha dato ragione agli italiani.
La Total non aveva violato la legge impiegando i nostri connazionali nel cantiere per la costruzione di una nuova unità nella sua raffineria Linsey nel Lincolnshire.
Alla fine è stato raggiunto un accordo che prevede la creazione di altri 102 posti, offerti ai lavoratori inglesi, in aggiunta a quelli per i dipendenti dell’azienda siracusana.
Nessun operaio italiano ha perso il posto in quel caso, ma il vento protezionista sta mettendo a rischio le normative europee sul mercato del lavoro e non rappresenta certo una soluzione alle dinamiche del lavoro e alla crisi economica internazionale.
Viene solo sventolata politicamente per acchiappare qualche emotivo consenso.
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