AUGURI A PANNELLA, 86 ANNI DA LOTTATORE
DOMANI E’ IL COMPLEANNO: NELLA CASA DI RONA E’ UN HAPPENING DI AMICI… LUI BEVE CAFFE’ E PORTA AVANTI “SOS STATO DI DIRITTO”
Ufficialmente non ha figli,anche se una volta mi ha detto di non poterlo escludere, anzi.
Al capezzale di Marco Pannella – che domani farà 86 anni – di simil-figli se ne avvicendano tanti, da ovunque, per fargli flebo d’affetto.
È una processione continua,che spesso termina anche con le foto di rito, ma quelli che vanno in via della Panetteria, non lo fanno per un selfie.
Con Marco ci sono sempre Matteo e Laura, mix tra figli devoti, discepoli, infermieri, cuochi e collaboratori.
Al mattino il vecchio è sempre di cattivo umore. E come non capirlo dopo due mesi chiuso in casa perchè la salute è andata in pensione. Matteo e Laura sopportano gli scatti d’ira di Pannella, fanno colazione con lui, ascoltano insieme la rassegna stampa di radio radicale, poi leggono, sempre insieme, qualche articolo di giornale, soprattutto quelli internazionali.
E in tutto questo riescono tutti insieme «hic et nunc», a portare avanti l’iniziativa del partito radicale «Sos stato di diritto».
C’è anche il tempo per un’occhiata alla tv, ma per poche decine di minuti, con Marco che preferisce pellicole d’antan ai telegiornali.
Da due mesi ormai, a metà mattinata iniziano le visite di amici, politici, vecchi militanti, giovani studenti. Sarebbe più giusto chiamarle udienze, con abbracci, foto e caffè di rito.
Penso che Marco beva una decina di caffè al giorno, non proprio una mano santa, ma guai a privarlo della sua tazzina calda e delle sue zollette di zucchero.
Non è mai stato un uomo facile, ma come paziente è un disastro. Ne sa qualcosa il suo amico medico, Claudio Santini. Intanto perchè evita con cura le medicine, che respinge con sdegno certo di essere superiore ai malanni, o protetto da lassù.
Per Matteo e Laura ormai notte e giorno sono pure convenzioni, col leader che si addormenta all’alba, per rialzarsi tre ore dopo. In via della Panetteria, che poi è casa sua, sempre presente Mirella Parachini, storica compagna di vita del leader radicale.
Lo guarda con dolcezza, ma non è solo amore. Lo visita, lo perlustra, fa una sorta di Tac senza portarlo in ospedale. Ad un bravo medico come lei non sfuggono i significati di un colorito giallognolo, di quegli occhi spiritati ma stanchi, i gonfiori sempre più marcati sul corpo del malato, dalla pancia ai piedi. E anche se come sempre è radiosa, soffre.
Non abbandona mai Marco, Rita Bernardini, che gli fa compagnia stimolandolo su come risolvere problemi.
C’è, spesso, Sergio D’Elia, alfiere della storica battaglia radicale contro la pena di morte e le condizioni carcerarie.
Lo fa commuovere, leggendogli le lettere dei detenuti di Opera che ammoniscono Pannella: «Non fare scherzi, continua a combattere con noi perchè vi sia diritto e umanità anche dietro le sbarre. Senza di te per noi non c’e’ speranza».
E c’è spessissimo Alessio Falconio, con la sua faccia sempre allegra, che riesce nell’impresa di interrompere le elucubrazioni di Pannella, mentre esalta l’eroismo di monsignor Romero e il suo coraggio, e lo riporta ai temi di Radio radicale.
Spesso Marco si alza, quasi di scatto, perchè è convinto di essere in diretta e comincia a fare elucubrazioni che partono dai problemi del comune di Ostia per arrivare alle lotte nel Tibet e all’amicizia col Dalai Lama.
Presenze fisse anche quelle di Maurizio Turco e Maria Antonietta Coscioni. Con Marco lunghi conciliaboli, letture, scritture e qualche risata.
La mansarda di via della Panetteria non è mai deserta. A furia di frequentarla in queste settimane, mi sono reso conto che è proprio bassa e pericolosa.
Fa interrogare chi vi si avvicenda su come fare ad uscirne vivi. Se poi si pensa allo spilungone di Teramo, vien da chiedersi quante capocciate abbia dato nei decenni da inquilino.
Lui smentisce: ho un sonar che mi fa schivare ogni ostacolo e mostra orgoglioso una via crucis napoletana, che probabilmente amerebbe mostrare a Papa Francesco.
Domani Pannella compirà 86 anni. In via della Panetteria arriveranno centinaia di mail e telegrammi.
Sicuramente non andrà a dormire prima di averli letti tutti.
Clemente Jacky Mimun
(da “il Tempo”)
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