BEPPE GRILLO NON CACCIA LE FATTURE E I BILANCI DEL VDAY DI GENOVA
VOGLIONO LA TRASPARENZA, MA SOLO DEGLI ALTRI
Basterebbe copiare il modello Obama, che ha pubblicato online l’elenco completo dei donatori per le elezioni americane.
O anche Matteo Renzi, che fece lo stesso dopo le primarie contro Bersani e ora invita proprio Beppe Grillo a unirsi nella battaglia contro i costi della politica.
A due settimane dal Vday di Genova, invece, nel blog di Beppe Grillo non c’è traccia di quali spese siano state sostenute per organizzare l’evento.
Compaiono soltanto due dati: l’importo delle donazioni ricevute fino a oggi (oltre 250mila euro) e il numero di simpatizzanti che hanno versato una quota al Movimento 5 Stelle per il Vday (circa 11mila).
Mancano dunque i nomi di coloro che hanno versato una quota al M5S, e mancano le fatture che, sempre secondo la pagina web dedicata alle donazioni, dovrebbero spiegare i costi organizzativi della manifestazione di Genova del 1 dicembre.
Il bilancio dello Tsunami Tour, culminato con l’imponente mobilitazione di piazza San Giovanni a ridosso delle elezioni di febbraio, fu pubblicato online soltanto ad aprile – senza però rendere note le fatture.
Allora quello che non era stato speso per il Tour venne donato alle popolazioni colpite dal terremoto dell’Emilia.
Le rimanenze del Vday invece saranno utilizzate, sempre secondo quanto promette il M5S, alle spese elettorali per le europee del 2014.
Dunque questa volta niente solidarietà caritatevole.
Dall’esordio in Parlamento e nella scena politica nazionale il tema della trasparenza grillina torna ciclicamente a turbare i militanti. O a farli arrabbiare.
Come accadde per la puntata di Report andata in onda lo scorso maggio, quando Milena Gabanelli si chiedeva quando il M5S avrebbe reso pubblico il bilancio del Movimento — compresi il costo della gestione del sito nazionale, gli eventuali proventi a Gian Roberto Casaleggio, la web-tv La Cosa.
Da allora sono stati pubblicati sulle rete solo i giustificativi delle spese sostenute dai gruppi parlamentari pentastellati alla Camera e al Senato, così come richiedono i regolamenti parlamentari.
Ma del resto, a partire dalle fatture del Vday, ancora nulla.
(da “Huffingtonpost”)
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