BERLUSCONI E LA SINDROME DELLO SCORPIONE
LO SCORPIONE PUNGE A MORTE ANCHE LA RANA CHE LO STA TRAGHETTANDO SULL’ALTRA SPONDA DEL FIUME, FINENDO LUI STESSO ANNEGATO
Che cosa annebbia Berlusconi, facendogli smarrire anche la tradizionale unica bussola del suo personale interesse?
Cosa può ottunderlo al punto di perdere ogni freno come nell’aula del tribunale di Napoli, quando da mero testimone, ha direttamente offeso il collegio giudicante e la magistratura tutta?
In un colpo solo rischiando nuova incriminazione, la revoca o l’irrigidimento dei servizi sociali, apparire sfrontato e patetico persino ai suoi residui sostenitori ed infine rischiando di travolgere il pur disperato ma lucido disegno che sta portando avanti cercando il sempre anelato salvacondotto.
A far vedere rosso all’ex Cavaliere non è certo il fantasma di un comunismo che lui è il primo a sapere inesistente.
E nemmeno è il consueto braccio di ferro con la magistratura che oggi ha tutto l’interesse a tenere quanto meno sotto traccia.
No, a farlo andare in bestia, sino ad accecarlo letteralmente, è la più banale ma insieme fondamentale regola degli Stati di diritto dove «ogni cittadino è uguale davanti alla legge».
È infatti semplicemente questo che gli si è materializzato davanti quando da testimone aveva ritenuto di poter formulare una sua valutazione sull’opportunità dei quesiti.
Ora, come sanno anche le pietre, non solo la testimonianza è un dovere civico ma il teste in ogni giudizio deve rispondere alle domande e non dovrebbe nemmeno conoscere il perchè gliele pongano, tanto meno le ragioni proprie di quel processo.
Ed invece Berlusconi ha preteso di eccepire ai giudici una sua valutazione, ed allora la Presidente del collegio gli ha semplicemente ricordato che come ogni testimone, lui doveva solo rispondere.
In quel momento almeno, era tal quale le migliaia di cittadini italiani che ogni giorno prestano testimonianza nelle aule di giustizia.
È stato quindi davanti a questa assoluta banalità , che non ci ha visto più.
Perchè è in lui l’istinto più sincero, forte e radicato quello di sentirsi autenticamente legibus solutus.
Verrebbe voglia quasi di comprenderlo perchè è davvero la sua natura. Sino al cupio dissolvi. Come lo scorpione punge a morte anche la rana che lo sta traghettando sull’altra sponda del fiume, finendo lui stesso annegato.
E non a caso Berlusconi è sbottato non contro i giudici ma contro la funzione stessa della giurisdizione che al fondo in un paese democratico e al netto di ogni disservizio e di abusi che pure non mancano, esiste solo perchè «la legge è uguale per tutti», come non a caso è scolpito in ogni aula di tribunale.
Vi è nel Cavaliere un radicale, autentico, sincero rifiuto del sistema istituzionale.
Una antistatualità verace e viscerale, con la fiera e persino ostentata rivendicazione di una pretesa di privilegio, talmente sentita da travolgere anche l’unica bussola dell’interesse personale che in questi vent’anni Berlusconi ha abilmente seguito e che pure in questa fase ne guida l’azione.
Che però diventa impresa impossibile con scivoloni come quello di Napoli che non solo rischiano di aprirgli le porte degli arresti ma soprattutto lo marginalizzano ulteriormente, quando una vita basata su quell’istinto gli presenta ogni giorno il conto nei tribunali di mezza Italia.
E pure, proprio per questo, ogni mossa dell’ex Cavaliere è anche in queste ore funzionale all’agognato salvacondotto.
A partire dal ruolo di riformatore volto a rendere quanto più possibile stridente quello di recidivo e condannato, sino alla scelta del prossimo Capo dello Stato.
La grazia o l’indulto sono quindi gli ambiziosi quanto difficili traguardi.
Ed è vitale mantenere agibilità politica, continuare a recitare un ruolo al tavolo delle riforme, dimostrarsi pienamente inserito nelle istituzioni.
Però, svarioni come quello di Napoli rischiano di mandare tutto per aria.
Rendendo inutile ogni sforzo suo e di quanti lui spera gli vogliano dare sponda. Ma, come sembra dire lo scorpione affogando, dopo aver ucciso la sua scialuppa, «alla natura non si comanda».
Gianluigi Pellegrino
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