SOLDI RUBATI ALLA LEGA, ASSOLTA ROSY MAURO, PRONTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER BELSITO, UMBERTO BOSSI E I SUOI FIGLI RENZO E RICCARDO
ARCHIVIAZIONE PER ROSY: “HA DIMOSTRATO DI NON AVER SOTTRATTO NULLA”, MA NELLA LEGA FU COSTRETTA A DIMETTERSI PER GIOCHI INTERNI
Rosy Mauro non ha rubato nulla.
Se ne sono convinti gli stessi magistrati della procura di Milano, che hanno deciso di chiedere l’archiviazione di tutte le accuse che erano state formulate contro la storica esponente leghista, vicepresidente del Senato fino al 2013, poi non ricandidata dai nuovi vertici del partito, ora guidato da Matteo Salvini e Roberto Maroni.
Nel 2012, quando esplose lo scandalo dei finanziamenti pubblici sottratti dall’allora tesoriere leghista Francesco Belsito, la parlamentare fedelissima di Umberto Bossi fu bersagliata di accuse e insulti provenienti anche da suoi rivali interni alla Lega.
Rosy Mauro protestò subito di non aver «mai rubato nulla» e di sentirsi vittima di una manovra diretta a «distruggerla politicamente» strumentalizzando le indagini giudiziarie.
Dopo aver accertato la falsità delle insinuazioni più infamanti, come quella di aver comprato diamanti con i soldi del partito, gli stessi pm milanesi, già nel novembre scorso, avevano chiesto l’archiviazione dell’accusa principale: i fondi della Lega materialmente ricevuti da Rosy Mauro fino al 2011, hanno concluso i magistrati, erano stati destinati al “Sindacato padano” (Sinpa), da lei fondato e gestito; quindi si trattava di finanziamenti utilizzati nell’interesse di un’associazione sindacale effettivamente collegata al partito, senza alcun arricchimento personale.
Nell’avviso di conclusione delle indagini, notificato pochi mesi fa, Rosy Mauro restava però ancora indagata per accrediti minori, per un totale di 99 mila euro.
A quel punto l’ex senatrice si è presentata in procura con nuovi documenti, per dimostrare che si trattava in realtà di rimborsi legittimi o di operazioni a cui era rimasta estranea.
E ora i magistrati, esaminati i nuovi atti, si sono convinti che aveva ragione.
Dunque, la stessa Procura chiederà l’archiviazione totale anche di queste ultime accuse.
Esaurita così anche questa fase delle indagini difensive, ora la Procura si prepara a chiudere l’inchiesta presentando una richiesta di rinvio a giudizio per gli altri imputati, tra cui spiccano Francesco Belsito, accusato di sottratto due milioni e 401 mila euro, Umberto Bossi, indagato come beneficiario di altri 208 mila euro usciti dalle casse della Lega e destinati a sue spese personali (come le ristrutturazioni di due “case del capo” a Roma e in provincia di Varese), e i suoi figli Riccardo (157 mila) e Renzo (145 mila), ex consigliere regionale della Lega lombarda, che secondo l’accusa spese 77 mila euro, prelevati sempre dai rimborsi elettorali destinati al partito, per comprarsi una laurea in Albania, all’università privata Kristal di Tirana.
Paolo Biondani
(da “L’Espresso”)
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