CASO SATNAM SINGH, IN CARCERE ANCHE RENZO LOVATO, IL PADRE DELL’IMPRENDITORE IN GALERA PER AVER ABBANDONATO IL BRACCIANTE CON UN BRACCIO TAGLIATO DOPO UN INFORTUNIO NELLA SUA AZIENDA AGRICOLA
AL PADRE CONTESTATO IL REATO DI SFRUTTAMENTO DEL LAVORO PLURIAGGRAVATO E INTERMEDIAZIONE ILLECITA
È stato arrestato Renzo Lovato, padre di Antonello, l’imprenditore arrestato per omicidio colposo per la morte di Satnam Singh, il bracciante abbandonato davanti casa in fin di vita senza un braccio a giugno 2024 e poi morto in ospedale. Renzo Lovato è finito in carcere assieme al legale rappresentante dell’azienda, arrestato oggi dai carabinieri su disposizione della procura di Latina. I due, così come Antonello Lovato, sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravato.
La «leggerezza» del bracciante
Nelle ore successive alla morte del 31enne indiano, Renzo Lovato aveva minimizzato la vicenda in diverse interviste. Ai giornalisti e al magistrato, l’imprenditore agricolo aveva parlato di una leggerezza del bracciante, nel tentativo di allentare ogni responsabilità del figlio. Renzo Lovato, titolare dell’azienda agricola in cui è morto Satnam Singh, era indagato dal 2019 per reati di caporalato, come aveva fatto emergere un’esclusiva del TgLa7. A lui erano anche contestate violazioni in materia di sicurezza e igiene. Nella sua azienda, per esempio, non c’era alcuna traccia dei bagni per i dipendenti.
Le accuse di sfruttamento e le condizioni di lavoro
Secondo gli inquirenti, i Lovato avrebbero sfruttato la manodopera di 7 braccianti agricoli privi di permesso di soggiorno, quindi irregolari sul territorio italiano. Questi, tra cui lo stesso Satnam Singh, erano sottoposti a condizioni di sfruttamento. Tramite un’accurata analisi dei cellulari e dei social dei lavoratori, e grazie alla testimonianza di quattro di loro, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire come Renzo e Antonello Lovato approfittavano dello stato di bisogno dei braccianti. Tra le numerose violazioni: retribuzioni, orari e giorni di riposo differenti da quelli stabiliti dai contratti collettivi nazionali, nonché mancato rispetto delle norme di sicurezza. Al reato di sfruttamento del lavoro sono state applicate anche numerose aggravanti: da agosto 2022 a giugno 2024 gli indagati avrebbero infatti dato lavoro a oltre 3 irregolari, esposti a situazione di grave pericolo tramite l’utilizzo di mezzi agricoli per mansioni giudicate «improprie».
(da agenzie)
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