CATALOGNA, LA CORTE COSTITUZIONALE BLOCCA LA SEDUTA DEL PARLAMENTO DI LUNEDI’ CHE AVREBBE PROCLAMATO L’INDIPENDENZA
AMMESSO UN RICORSO PRESENTATO DAI SOCIALISTI
La Corte costituzionale spagnola, ammettendo un appello presentato dal Partito dei socialisti di Catalogna, ha sospeso la sessione plenaria del Parlamento catalano prevista per lunedì, che avrebbe dovuto approvare una dichiarazione d’indipendenza, giocando d’anticipo sulla nuova sfida di Barcellona dopo il referendum di domenica scorsa.
Secondo l’appello, se la plenaria dichiarasse l’indipendenza si produrrebbero una violazione della Costituzione e un ‘annichilimento’ dei diritti dei deputati.
Il governatore catalano, Carles Puidgemont, aveva espresso la volontà di comparire lunedì davanti al Parlamento locale per discutere del risultato e degli effetti del referendum, con la dichiarazione d’indipendenza sul tavolo.
Il ministro portavoce dell’esecutivo, Inigo Mendez de Vigo, ha dichiarato che se il governatore dichiarerà l’indipendenza unilaterale il governo spagnolo “agirà di conseguenza” e adotterà le misure previste dalla Costituzione a difesa dei diritti dei catalani e di tutti i cittadini spagnoli. “Una dichiarazione unilaterale di indipendenza non ha alcun senso”, ha aggiunto, sottolineando che il governo difende le libertà e i diritti di tutti, non solo di una minoranza secessionista.
Il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, continua intanto a chiedere a Puigdemont, di rinunciare “nel più breve tempo possibile” al suo progetto.
In un’intervista con l’agenzia Efe, Rajoy ha detto: “C’è una soluzione? Sì, la migliore è il veloce ritorno alla legalità e l’affermazione nel più breve tempo possibile che non ci sarà una dichiarazione unilaterale di indipendenza, perchè in questo modo si eviteranno danni maggiori”
MANIFESTAZIONI IN PROGRAMMA
Ma le proteste non si fermano. Il movimento popolare ‘Parlem?’ (parliamo) ha convocato per sabato, attraverso i social network, manifestazioni davanti ai municipi a favore del dialogo in Spagna, chiedendo ai partecipanti di vestirsi di bianco, portare cartelli e dipingersi le mani dello stesso colore, evitando le bandiere.
Su Facebook, Twitter e Whatsapp, il movimento sta lanciando appelli per convocare le manifestazioni, con un manifesto in cui sottolinea che “è ora la Spagna sia un Paese migliore dei suoi governanti”, che “hanno seminato odio” e “ci dividono”.
Il testo prosegue: “Se non interveniamo come società , la Spagna si trasformerà in un Paese difficile in cui vivere. Quindi dobbiamo fare un passo avanti, tutta la cittadinanza, e uscire sabato prossimo con abiti bianchi e cartelli bianchi, per mostrare che non vogliamo ci usino”, e che la situazione “non viene risolta da loro, ma dalla gente, dal dialogo e dalla convivenza”. Negli appelli viene anche chiesto che i manifestanti evitino “le bandiere nazionali di qualsiasi luogo, dei partiti e dei sindacati”. Mentre per sabato sono convocate in tutta la Spagna manifestazioni a favore del dialogo, domenica a mezzogiorno si terrà la manifestazione di Societat Civil Catalana, contraria all’indipendenza, che a Barcellona sfilerà con lo slogan ‘Basta! Recuperiamo il senno!”.
Il Partito popolare catalano ha aderito e il suo leader, Xavier Garcàa Albiol, ha chiesto una partecipazione massiccia a “difesa della democrazia”.
Sempre domenica, l’associazione Espanya i Catalans ha convocato alle 10 una manifestazione di fronte alla sede della Guardia civil di Travessera de Gracia, a Barcellona, in “omaggio ai corpi e alle forze di sicurezza dello Stato”, che a mezzogiorno si unirà al corteo di Societat Civil.
SITUAZIONE ECONOMICA
Di fronte al rischio che il divorzio dalla Spagna faccia precipitare la situazione economica della Catalogna, due storici istituti catalani, CaixaBank e Banco Sabadell si preparano al trasloco. CaixaBank, la prima banca della Catalogna e la terza spagnola, sta pensando di trasferire la sede nelle Baleari, anche se al momento non è stata presa alcuna decisione: potrebbe anche lasciare il quartier generale nella capitale catalana ma spostare la sede legale per proteggere gli interessi dei correntisti. Banco Sabadell, il quarto istituto di credito spagnolo, sta valutando di trasferire la sede ad Alicante o a Madrid per poter continuare a operare sotto l’ombrello dell’eurosistema. Dopo la notizia, il titolo è schizzato in borsa e ha guadagnato il 3,21%.
Per Barcellona sarebbe un colpo pesante.
La banca e la fondazione Caixa che la controlla hanno una presenza fortissima nella regione, tanto da un punto di vista economico finanziario che culturale e simbolica.
“Non ci sarà nessuna fuga di aziende dalla Catalogna”, ha assicurato da parte sua il vicepresidente della Generalitat, Oriol Jonqueras. I rischi per l’economia, però, si fanno sempre più concreti: Standard & Poors ha fatto sapere che nei prossimi tre mesi potrebbe declassare il debito sovrano della Catalogna.
(da “Huffingtonpost”)
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