CHE COCCA: CANCELLATO DA LEGA E M5S IL LIMITE DI UNA SOLA FONDAZIONE PER PARTITO
ORA LA LEGA VUOLE ALZARE A 2000 EURO LA DONAZIONE AL PARTITO SENZA OBBLIGO DI RENDERE PUBBLICO IL NOME DEL SOSTENITORE, PER I GRILLINI IL LIMITE DEVE ESSERE 500 EURO
Alzare le soglie di denaro contante che obbligano i partiti a rendere pubblici i nomi dei donatori.
Dopo il caso dell’emendamento per depotenziare il peculato, i deputati del Lega sono entrati nuovamente in contrasto con quelli del Movimento 5 stelle.
Il motivo? Gli esponenti del Carroccio vorrebbero alzare a duemila euro all’anno la quota minita al di sopra della quale bisognerà pubblicare online i nomi dei finanziatori.
La norma è contenuta nel disegno di legge Anticorruzione, nella parte dedicata alla “trasparenza nei rapporti tra partiti politici e fondazioni politiche”.
Nel testo originario dell’articolo 7 del ddl, infatti, si prevedeva il limite di 500 euro: poi sarebbe scattato l’obbligo di trasparenza.
Un emendamento dei relatori all’articolo 7, depositato nella serata di ieri, alzava il tetto a duemila euro. In giornata, però, i 5 stelle ci hanno ripensato: vogliono riportare la soglia al testo originario.
Un cambio di rotta che innervosito i leghisti. “È da pazzi lavorare così“, dice il leghista Igor Iezzi.
Il governo a questo punto ha chiesto un nuovo rinvio alla 15. A blindare la soglia dei 500 euro è arrivato il guardasigilli Alfonso Bonafede. “Adesso ci sarà trasparenza con la norma anticorruzione. Una trasparenza che riguarderà non soltanto i partiti ma anche le fondazioni e vari soggetti collegati ai partiti modo tale che non si può più aggirare il limite massimo di 500 euro in contanti. Questo è un accordo già raggiunto prima di portare l’atto alla Camera, quindi in consiglio dei ministri. La soglia è di 500 euro per le donazioni in contanti, sopra i 500 euro verrà tutto pubblicato online”, ha detto il ministro della giustizia a L’aria che tira.
Dalla riforma, intanto, scompare quella che Matteo Renzi aveva definito la “norma salva Casaleggio“.
Nella tarda serata di ieri, infatti, le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno approvato un emendamento della Lega che sopprime una parte dell’articolo 9. Nel testo della riforma che dal Consiglio dei ministri era arrivato a Montecitorio si prevedeva che “un partito o movimento politico può essere collegato ad una sola fondazione o ad una associazione o ad un comitato”.
Una norma che qualcuno aveva considerato cucita su misura per legale il Movimento 5 stelle all’associazione Rousseau. Con l’emendamento della Lega, però, quel passaggio viene eliminato.
(da agenzie)
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