CHIASSOSI, COLORATI E PACIFICI: IN MIGLIAIA A COSENZA HANNO DETTO NO A SALVINI
NONOSTANTE IL DIVIETO DELLA QUESTURA UNA CIVILE MANIFESTAZIONE DI DISSENSO PER LA PRESENZA DEL SEQUESTRATORE DI PERSONE IN CITTA’
Erano sicuramente in tanti ieri pomeriggio (più di duemila), più di quanti se ne potessero prevedere alla vigilia di una giornata strana per Cosenza, scesa in piazza in un martedì di fine settembre per manifestare per la prima volta contro il leader venuto dal nord a lanciare la sua sfida elettorale in una terra dove fino a pochi anni fa tutto questo non era neppure immaginabile.
Matteo Salvini tiene un comizio in una città dalle radicate connotazioni democratiche, dove ci sono decine di associazioni che aiutano i più sfortunati, occupano un palazzo per dare un tetto a chi non ce l’ha, costruiscono parchi e scuole in terre lontane martoriate dalla guerra. Eppure è così.
Forse è anche per questo che ieri, dopo il tam tam sui social network, a centinaia si sono riversati per le vie di Cosenza nonostante il divieto della Questura e il giorno feriale.
Tutti insieme per dire no all’uomo del nord e alla sua politica. E lo hanno fatto in modo assolutamente pacifico e colorato, dando dimostrazione che si può manifestare, perchè è e resta un diritto di tutti, senza essere violenti.
C’erano uomini, donne e bambini, cosentini e immigrati, ultras e associazioni, collettivi, studenti e disoccupati.
Colorati e festosi si sono ritrovati intorno alle 17:00 in una Piazza dei Bruzi che minuto dopo minuto ha iniziato a riempirsi di anime, cartelli e striscioni “Cosenza non si Lega, Stutamu Salvini, Mai con Salvini, Cosenza Terrona, Cosenza Meticcia” gli slogan più gettonati.
Poi alle 18:00 le persone hanno dato vita ad un corteo rumoroso e ‘meticcio’ che si è diretto verso il Teatro Morelli dove Salvini teneva il suo comizio con cori e slogan.
“L’unica sicurezza che vogliamo è quella della salute e del lavoro” hanno ripetuto mentre si avvicinavano alla zona rossa presidiata da un robusto cordone di poliziotti sul lungofiume Oberdan.
Qualcuno del gruppo “Stutamu Salvini” riesce anche ad attraversarla mentre tutti gli altri restano li ad urlare e manifestare il loro dissenso, senza creare nessun problema di ordine pubblico.
Intorno alle 19:30, quando Salvini è già ripartito, i manifestanti iniziano lentamente a disperdersi
(da QuiCosenza)
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