CINESI, MAROCCHINI E BABY ATLETI: ALBENGA EPICENTRO DELL’AUTOGOL DEI RENZIANI
DENARO E PROMESSE DI LAVORO PER PRECETTARE AL VOTO GLI IMMIGRATI…E SPUNTA UN FILMATO CHE PROVEREBBE IL PASSAGGIO DI DENARO
Un voto per diventare in cambio un calciatore vero: un campione, mica un dilettante.
“Quel candidato ha promesso che darà una mano alla squadra. E anche tu avrai la tua occasione. Fidati”.
E un altro voto per lavorare nelle serre dei carciofi: “Fai come ti dico, quella persona è dei nostri. Se avremo i finanziamenti europei l’azienda farà più affari: tu guadagnerai bene, il padrone non ti licenzia più”.
Primarie del Pd. Albenga, l’alba dell’ultimo autogol della sinistra.
Dicono che ci siano stati imbrogli, pasticci. Che si siano venduti le preferenze per questo o quello, che rimborsavano i due euro per accedere al seggio e aggiungevano una piccola mancia: cappuccino e focaccia, buon appetito.
Che si siano rivolti ad extracomunitari e minorenni, tanto bastano 16 anni e un documento di identità .
Rosy Guarnieri, ex sindaco leghista di Albenga, giura: “Ho le immagini della gente che è stata pagata dopo avere lasciato il seggio. Un piccolo filmato, non si vede molto ma abbastanza. E’ a disposizione dei magistrati, se vogliono”.
Sarebbe successo in piazza Trinchieri, vicino all’auditorium San Carlo di via Roma, dove domenica al seggio hanno raccolto 1.590 voti: 1.320 per Paita, 246 per Cofferati, 8 nulli, 4 schede bianche.
“Votavano, poi venivano in piazza col certificato. Molti marocchini, qualche ragazzo di qui. Qualcuno gli dava 5 monete da un euro. Per rimborsargli i 2 spesi per votare, e per pagargli la colazione”.
Lo raccontano tutti, ma per sentito dire. Come Eraldo Ciangherotti, esponente di Fi e assessore nella precedente giunta albenganese di centro-destra, pronto a fare da sponda. “Via Roma sembrava Marrakesh, il seggio un Centro di identificazione: tutti in colonna ad aspettare il loro turno. Almeno così mi hanno detto”.
Anche Paolo Tabita, che per conto della lista Cofferati ha firmato la segnalazione che domenica notte ha fatto evocare l’intervento delle procure, racconta di ‘voci’ su presunte consegne di denaro.
E sulle ‘truppe cammellate’ che sarebbero state portate da quelli dell’altra lista.
C’è la storia dei ragazzini dell’Albenga Calcio, quelli che vorrebbero diventare tutti dei campioni. Durante la settimana alcuni di loro hanno ricevuto degli sms che suggerivano di presentarsi al seggio e mettere una croce sul candidato ‘giusto’.
Il messaggio proveniva da un dirigente della società , che in passato ha fatto politica per Forza Italia ma ha promesso di appoggiare la Paita con una lista civica alle prossime amministrative. “Non c’è niente di male. E poi questo non è mica un voto vero. Sono solo le primarie”, confessa un sedicenne col sorriso timido di chi pensa sia tutto un gioco.
“Quando si era trattato di votare Renzi, ad Albenga si erano presentati in 1.200. Domenica 400 in più. I conti non tornano”, insistono quelli che non ci stanno.
Puntano l’indice sugli extracomunitari, in particolare la comunità marocchina.
Dicono che la differenza l’avrebbero fatta loro, in cambio di un’assicurazione sul lavoro. Qualcuno fa il nome di Alessandro Andreis, segretario locale del Pd, assessore all’agricoltura e floricoltore. Lui è un paitiano. E dà lavoro a decine di stranieri.
Le truppe cammellate, appunto. “Veramente in questo momento i miei dipendenti stranieri sono solo 4. Tre vengono dal Bangladesh. So per certo che uno di loro ha votato perchè ero al seggio e l’ho visto arrivare con la moglie: vivono qui da anni, lei gestisce un negozio, sono perfettamente integrati. Mi sembra che abbiano tutti i diritti di partecipare alle primarie, o no?”. Andreis sostiene che gli extracomunitari che hanno partecipato alle primarie di Albenga sarebbero circa 150: non più del 10% dei votanti.
Ma lo sa anche lui che c’è qualcosa che non va. “Domani saranno resi pubblici gli elenchi. E sapremo esattamente chi ha votato. Quanti adolescenti, extracomunitari. Tutti i dubbi spariranno”.
Rosa Bellantoni era il presidente del seggio: “Davanti a me, non è successo nulla di strano: e non ho notato particolari differenze rispetto alle altre primarie. Qualcuno nelle prossime ore che giudicherà gli esposti. Fino a domani, basta con le dietrologie”.
Gli elenchi di chi ha votato sono in uno scatolone custodito nella sede del Pd di Savona, in via Untoria. Gli fa la guardia un vecchio compagno, Gian Carlo Berruti.
“La segnalazione sulle presunte irregolarità l’abbiamo girata alla commissione. All’inizio ho pensato: ‘Belin, un altro casino’. Ma poi ho visto che erano solo cose riferite. Però, che tristezza. Io sono uno che viene dal Pci, a queste brutte storie non mi sono ancora abituato”.
Massimo Calandri
(da “La Repubblica“)
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